Teatro di Andromeda: ecco il capolavoro del pastore – scultore

Visionario ed evocativo. Come un’ode antica o un racconto dedicato alle stelle. Può essere descritto così il Teatro di Andromeda, la struttura costruita con blocchi di roccia e circondato dall’austerità tipica dell’architettura micenese, che lascia tuttavia spazio alla semplicità del recinto siciliano per il gregge. Il tutto condito dall’essenzialità dello spazio scenico, circolare. Come circolare è la vita. In questo microcosmo, costruito dal pastore scultore siciliano Lorenzo Reina, vive il tempo. Quello fermo, bloccato, in grado di creare un filo rosso capace di unire il passato, il presente e il futuro.

Reina ha interpretato il legame tra il passato e il mito e il presente con le sue rappresentazioni. Il pastore amante dell’arte raccoglie l’eco della storia e lo mescola con la rappresentazione, così da richiamare alla mente il teatro classico fatto di rito ed estetica.

La struttura è stata realizzata in contrada Rocca, sui monti che sovrastano Santo Stefano Quisquina, piccolo borgo d’origine medievale in provincia di Agrigento. A mille metri di altezza si trova il teatro da cui, nelle giornate terse, si possono scorgere il canale di Sicilia e l’isola di Pantelleria. Proprio qui, durante una giornata Reina è stato colpito. Ha quindi iniziato a immaginare come la terrazza sull’infinito potesse diventare il luogo in cui rappresentare la costellazione di Andromeda.

Il teatro è infatti costituito da 108 doppi cubi di pietra che, visti dall’alto, hanno forma di stelle a otto punte, giacciono sparsi davanti al proscenio. La loro posizione altro non è che la proiezione terrestre di quella costellazione di Andromeda. A ispirarlo è stata la teoria scientifica, e l’immagine poetica, di una futura collisione fra la galassia di Andromeda e la Via Lattea “che si vanno incontro a 500mila km al secondo e finiranno col fondersi. Un evento lontano nel tempo ma che io immagino come la finalità ultima di tutto”.

Pietra dopo pietra, Lorenzo ha così dato forma al suo teatro, da moderno architetto. Naturale e spontaneo. Tanto da essere invitato a partecipare come primo progettista non laureato in architettura nella storia della rassegna alla XVI edizione della Biennale Internazionale di Architettura di Venezia.

Oggi questo teatro, è stato arricchito da numerose sculture di Reina. E per lo stesso Lorenzo si tratta di  un’opera in divenire che incanta migliaia di turisti provenienti da ogni parte del mondo, attratti dalle sue caratteristiche uniche e dall’atmosfera che vi si respira.

Il complesso di opere e sculture chiamato la “Fattoria dell’Arte” racchiude in qualche modo la storia di Lorenzo Reina. Qui, oltre al mirabile Teatro, si trovano numerose sculture che si fondono con la natura circostante ed un museo a pianta ottagonale, costruito dopo lunghe trattative con gli enti locali e ancora in attesa di essere aperto al pubblico.

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