Vetrate policrome, architetture arabeggianti ispirate all’Alhambra di Granada, piante esotiche e grotte artificiali. È il complesso della Serra Moresca di Villa Torlonia a Roma, dove natura, storia e atmosfere di altri tempi si fondono per creare uno spazio capace di creare suggestioni lontane.

La serra accompagna i visitatori in un viaggio nel tempo in cui grazie alle luci delle vetrate, alle forme geometriche in stile arabeggiante e alla struttura in ferro, ghisa e peperino è possibile rivivere i fasti degli eventi del principe Torlonia.
La costruzione, iniziata nel 1840, è stata affidata all’architetto Giuseppe Jappelli che ha curato i lavori per tutte le aree del complesso. Tuttavia nei primi anni del Novecento il principe Torlonia ha fatto apportare le prime modifiche. La squadra di architetti ha infatti ingrandito la parte posteriore per fare spazio alla casa del giardiniere.

Nel 1978 il Comune di Roma ha acquisito l’intero complesso che si trovava in condizioni di abbandono e degrado, dovuti a eventi climatici ed episodi di vandalismo. Nel 2007 la Sovrintendenza Capitolina ha avviato la prima fase del restauro per recuperare la struttura originaria grazie ai documenti e ai progetti di Jappelli.
Nel 2021 è partita la seconda fase mirata a recuperare le vetrate e l’intera struttura della cupola. In questa fase lo studio di architetti ha inoltre pianificato lo spazio espositivo in cui posizionare le piante esotiche come da progetto di Jappelli.




La visita parte dalla serra, in cui le lucenti vetrate e la struttura incorniciano la bellezza della fontana e delle piante come palme, agavi, ananas e aloe.
L’edificio, che è nato per accogliere piante esotiche ed eventi, è caratterizzato dalla presenza di vetrate che, attraversate dalla luce del sole, restituiscono giochi di colore di grande impatto visivo.
È il pittore Giacomo Caneva a realizzare le decorazioni su ispirazione del libro “The Arabian Antiquities of Spain” di James Canavah Murphy. Così come il frontone blu con stelle dorate che ha nascosto per anni una dedica ad Alessandro Torlonia e Teresa.

L’itinerario prosegue verso la grotta artificiale e quello che rimane delle antiche strutture. Sì, perché Jappelli ha progettato una caverna con sistemi di collegamento basati sull’uso di pedane in legno e stucco che non hanno resistito allo scorrere del tempo. Nell’area sono inoltre presenti cascate e laghetti in cui spesso campeggiano colorati fiori di loto.


La visita continua nella Torre moresca, ideata per eventi più riservati. Qui è possibile ammirare gli stucchi delle pareti e le vetrate policrome.
Jappelli aveva inoltre progettato nella sala da pranzo un particolare sistema per fare spazio e per sorprendere i visitatori. Al centro aveva infatti posizionato un piano con un divano che, grazie all’uso di un meccanismo, permetteva di fare alzare la piattaforma fino al soffitto e far salire una tavola imbandita.













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