Il paesaggio come materia prima, tela e cornice. Succede nei Paesi Baschi dove i tronchi dei pini diventano opere d’arte a cielo aperto.

È il 1982 e l’artista  Agustín Ibarrola, seguace del movimento Arte e natura e della land art, inizia a dipingere gli alberi della foresta di Oma. Siamo a Kortezubi in piena Reserva de la Biosfera de Urdaibai. E qui a pochi chilometri da Guernica Ibarrola inizia a trasferire il gesto artistico sugli elementi naturali, così da far diventare il paesaggio materia, tela e cornice.

A Oma le linee e i colori si uniscono e si confondono in diversi piani di profondità. L’effetto è una scenografia naturale in cui gli alberi vengono metaforicamente aggrediti da figure umane e animali, così da aprire riflessioni sulla difficile convivenza tra umanità e natura.

Il bosco diventa allora uno strumento di critica sociale, in cui emerge l’impegno della comunità artistica spagnola e basca nei confronti della natura e della sua protezione. In una riflessione continua sull’antropizzazione e la responsabilità individuale.

Le forme colorate a tratti simboliche e a tratti largamente ispirate alle pitture rupestri delle grotte di Santimamiñe sono raccolte in tre capitoli: Minaccia nucleare, Moschea di Cordoba, Marcia dell’Umanità.

Per un totale di 47 opere sulle quali scorgere tratti umani, come occhi e labbra, figure geometriche e animali. In un lungo percorso immerso nella natura, nel corso del quale la dimensione passiva dello spettatore lascia spazio a un universo immersivo.

In una visione globale che passo dopo passo permette allo spettatore di trovare il significato della scena e del gesto artistico. L’opera diventa comprensibile soltanto dopo l’osservazione dell’ambiente circostante.

Per questo motivo Ibarrola ha segnato gli alberi, ha cioè posizionato simboli dai quali osservare la scena. Seguendo i segni disseminati lungo il percorso, lo spettatore può ammirare la scena e seguire l’idea dell’artista. Così da scoprire la vera essenza del Boscque de Oma.

La passeggiata all’Omako basoa è un viaggio artistico in museo che abbatte i muri e si apre all’altro e alla natura.

Non a caso la foresta basca è conosciuta come bosco dipinto, bosco incantato e come bosco Ibarrola. Perché il gesto artistico mira a realizzare scenografie e universi grazie ai quali gli spettatori riescono a immergersi nella vera essenza dell’arte per poi uscirne completamente avvolti e cambiati.

Universi facilmente riconoscibili anche in altre opere di Ibarrola come Los cubos de la memoria di Llanes, El bosque de Tótems della stazione di Príncipe Pío a Madrid o El bosque encantado di Salamanca.

L’immersione nel Bosque de Oma dura circa due ore, nel corso delle quale si può fare un percorso circolare di sette chilometri. L’itinerario, indicato per tutti, presenta una leggera pendenza che può rendere la passeggiata difficoltosa.

Piantata alla fine degli anni Sessanta, la foresta ha conosciuto alti e bassi a causa di un parassita tanto che nei primi anni del 2000 molti pini sono morti e con loro le opere d’arte. Ma nel 2018 il Consiglio provinciale di Bizkaia, a seguito della stessa malattia che ha minacciato il simbolo dell’intera regione, ha stanziato un milione di euro per il recupero dell’intera foresta.

I consiglieri hanno quindi votato per il trasferimento dei tronchi dipinti in un’altra zona con caratteristiche comuni alla pineta originale. Dopo aver selezionato i tronchi più adatto, gli esperti hanno riprodotto e realizzato i bozzetti delle opere di Ibarrola seguendo un progetto che tenesse in considerazione la prospettiva, la forma dell’area e gli spazi.