
Lo ammetto. Sono viaggio dipendente. Sono sempre alla ricerca, quasi ossessiva, di nuovi posti da vedere e da visitare. Appena tornata da un viaggio programmo quello successivo. In lizza Grecia, Turchia ed Egitto. Passo le giornate a trovare una buona offerta per partire, perché in fondo ho l’animo nomade. Non riesco infatti a vedermi nella stessa citta per un anno, e figuriamoci per il resto della vita. Di ritorno da un viaggio ho la sensazione di avere sempre poco tempo per vedere tutto quello che vorrei vedere. Come la Route 66 o New York.
Chi è “affetto” da viaggio dipendenza, come la sottoscritta, pensa costantemente al prossimo viaggio. Raccoglie informazioni per trovare la meta perfetta. Ama ricevere in regalo un biglietto aereo, un buono per volare o un voucher per scoprire posti nuovi e conoscere culture diverse. Poco importa il numero dei giorni o la qualità dell’alloggio e del letto. In fondo sa che ogni posto può essere la sua abitazione, il luogo in cui si sente a casa. L’importante è viaggiare.
Chi è malato di dipendenza da viaggio diventa irrequieto se passa troppo tempo senza spostarsi dalla propria città. Sogna di prendere un aereo per mete sconosciute, zaino in spalla e dizionario in mano. E’ felice quando stringe tra le mani le banconote e le monete del paese di arrivo. Si impegna a non spendere tutti i soldi, perché sa bene che andranno ad arricchire la sua collezione. E spesso quando mette in ordine la stanza e si imbatte in quella collezione racchiusa in una scatola, rivive il viaggio con incanto e meraviglia.
Il viaggiatore incallito non riesce a immaginarsi nella stessa città per tutta la vita. Perché sa che fuori dalla propria casa e dal proprio ufficio c’è un mondo da scoprire e da vivere. Ecco perché il malato di viaggio non riesce a pensare di stare nello stesso posto per un anno ed ecco il motivo per cui la stanza è tappezzata di fotografie e cartoline. Il viaggiatore incallito acquista cartoline in ogni luogo che visita, le conserva gelosamente fino al ritorno a casa per poi sistemarle in porta foto, album di foto e ovviamente sul muro della camera. Perché a ogni risveglio potrò osservare La Pedrera o le strade di Parigi e sentirsi padrone del mondo. Studia ogni percorso per poi decidere sul momento i posti da visitare. Ecco perché il malato di viaggio sa dare utili consigli.

Lo stesso viaggiatore conserva sempre una valigia non disfatta. Un po’ per pigrizia e un po’ per rivivere quello spirito di avventura che accompagna ogni partenza. Quella sensazione di libertà che porta a lasciarsi alle spalle la routine quotidiana per abbracciare situazioni inattese.
Ma sa anche che il trucco per sopravvivere alla carenza di spostamenti è sempre uno solo: vivere ogni giorno come un’avventura.
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