Come ordinare una libreria. O quasi…

10276444_10203808135508314_1603850063_nAmo i libri. Amo immergermi nelle città descritte e nelle atmosfere spesso retrò dei romanzi di quasi cento anni fa. Adoro sentire il profumo delle pagine e adoro leggere le ultime righe del romanzo che ho in mano. Due mie piccole fissazioni, come mettere il dentifricio sullo spazzolino con la testa in giù, sfidando tutte le regole della fisica. Fidatevi, il dentifricio tiene.

E poi amo perdermi nei pensieri giocando con le punte dei capelli. Fissazioni, appunto. Come quella di riordinare l’armadio, specialmente quando i vestiti, appena aperta l’anta, decidono di cadermi addosso. Ricoprendomi dalla testa ai piedi.

10338974_10203949971574127_828453153_nLa stessa fissazione, se non maggiore, è quella di mettere in ordine i libri. A Crotone ho due librerie a muro, più altre tre. Qui a Reggio sono sei. Di cui tre con i testi in doppia fila. Tra gli scaffali i libri di Harry Potter, ma anche Proust, Calvino, Serrano, Allende. Insomma un pout pourri di libri che farebbero impallidire chiunque, perché l’ordine non è il mio forte. Ecco che tra un libro di Matteo Chini e l’enciclopedia di Lara Vinca Masin, si può “scorgere” l’ultimo romanzo di Alessandro D’Avenia, o quello di Harper Lee, “il romanzo contro il razzismo” consigliato addirittura dal Presidente degli Stati Uniti.

Insomma, per farla breve, ogni tanto mi diverto a mettere in ordine la libreria. Mai e dico mai la sistemazione ha previsto una collocazione in base ai generi. Né tanto meno per altezza o colore. Il mio ordine è una specie di caos calmo, in cui nella confusione di titoli e autori riesco a trovare il testo che ho letto nel periodo dell’infanzia o dell’adolescenza. Anzi so addirittura in quale scaffale e su quale libreria si trova. Il mio ordine è per amore e passione. Quelle per la pagine, per la storia che mi ha appassionato e di cui riesco a ricordare i nomi dei protagonisti. Ebbene sì, l’ammetto non riesco mai a ricordare i nomi, le città. A volte anche le storie. Credo sia dovuto all’indigestione di letture. Spesso noiose e pesanti. Ma nonostante le pagine non riescano ad andare velocemente, non riesco a mettere da parte il libro. Devo finirlo. Ecco un’altra mia fissazione. L’unico romando iniziato e interrotto è “Alla ricerca del tempo perduto”. Non ho resistito alla voglia di usarlo come fermacarte.

10912962_10205913864630226_2104673541_nUna volta i testi sono stati ordinati per provenienza degli autori. La letteratura sudamericana era in alto sulla sinistra, quella inglese in basso al centro, quella francese in basso sulla destra e i testi italiani in alto a destra. Ero riuscita a fare una sottosezione della letteratura femminile, non quella di Harmony, ma quella delle scrittrici donne. E poi a essere sincera la saggistica era in una libreria sola soletta. I testi di Arnett, di Gruber, Floris e gli altri giornalisti guardavano la narrativa dall’alto in basso.

Poi a un certo punto ho pensato bene di fare un elenco dei testi in libreria, completo di autore, titolo, casa editrice e numero di pagine. Ma la pigrizia che vive in me ha deciso di farmi abbandonare la “sfida”. Così l’elenco, scritto a mano, riposa in pace in una delle mie cartelle.

293280_4463475709482_674846411_nPoi ancora giù tutto per un nuovo riordino. I libri sono stati messi alla rinfusa. Quelli da leggere da una parte, quelli che ho amato al centro, così da poterli vedere ad ogni mio passaggio, e quelli un po’ meno belli, in fondo alla libreria. Al buio e in mezzo a tanti altri testi che non hanno alcun significato. Almeno per me. Ma in fondo so come riordinare la libreria. Di pancia.

Per Gianni Simoni, giallista ed ex magistrato, esistono quattro modi per riordinare la libreria.

“1) rifuggire anzitutto da criteri estetici (per edizione, per il colore delle costole, per la copertina rigida o in brossura): solo l’occhio, un occhio superficiale ne potrebbe essere appagato, mentre un libro è qualcosa di particolare, che merita rispetto.

2 ) dividerli per argomento? In un settore la saggistica e in un altro la narrativa? Potrebbe apparire un criterio ragionevole, ma come la mettiamo quando un autore si è provato in entrambe le direzioni?

3) E allora come sistemarli? Ma, prima ancora, come immaginare una libreria destinata ad accoglierli? Prendiamo le dimensioni di un libro medio. Gli spazi tra un ripiano e l’altro dovrebbero superarla di pochissimi centimetri senza che si scorga il bianco della parete o il colore del legno, volta che la libreria abbia uno schienale. Quelli di formato più grande li potremo mettere di traverso, uno sull’altro. La parte inferiore di una libreria che dovrebbe partire, salvo uno “zoccolo”, quasi dal pavimento, è fatta proprio per questo (e non mi soffermo su quelle librerie verticali con delle mensole sporgenti e alternate che sarebbero più adatte a ospitare pappagalli o altri simpatici pennuti, e alle quali si può ricorrere solo quando la casa straripa di libri).

4 ) Ma veniamo al punto critico. Come collocarli nella libreria? Per autore? Per case editrici? Sono criteri fasulli. Dovranno esserci invece settori destinati agli italiani, ai francesi, agli inglesi, ai russi, agli americani e ai latino-americani, agli scandinavi, e così via,

5) Ma a questo punto, attenzione! Entriamo in un campo che, a mio avviso, non dovrebbe prestarsi a discussioni.

Quale l’ordine di collocazione, quello cronologico, non dovrebbero esservi dubbi. Quale che sia l’edizione, Cervantes non potrà mai succedere a Garcia Lorca o Gadda precedere Svevo (o la Certosa collocarsi prima de Il Rosso e il Nero). Ordine cronologico, quindi. E’ un criterio utile e rispettoso, che ti permetterà ndi andare a colpo sicuro, sempre che tu abbia le idee chiare, ma che può anche servire a chiarirtele, in un universo letterario in cui i libri sono come i pianeti che ruotano intorno a una stella, ognuno secondo la propria evoluzione, che deve rimanere ferma nei secoli, per non cadere nel caos. E in questo universo letterario potrai muoverti, senza timore di fallire e con la certezza che ogni cosa si trovi al posto giusto, quello che le è stato assegnato dal tempo che scorre e che nessuno dovrebbe permettersi di mutare”.

Photo by Jessica Ruscello on Unsplas

Poi c’è il metodo giapponese dell’arte del riordino. Marie Kondo, autrice de Il magico potere del riordino – Il metodo giapponese che trasforma i vostri spazi e la vostra vita (Vallardi), ha deciso di offrire una serie di consigli per mettere ordine nella libreria. “I libri rientrano nella categoria delle cose da cui è più difficile separarsi. Che siano amanti della lettura o persone cui non piace particolarmente leggere, sono molti quelli che dichiarano di non riuscire a buttare via i libri. A mio vedere, una delle ragioni principali dietro l’incapacità di sbarazzarsene deriva proprio dal fatto che il modus operandi è sbagliato in partenza.

In genere i libri sono conservati tutti nello stesso posto, allineati con il dorso bene in vista in modo che sia possibile sceglierli. Sono anche pesanti, e tirarli fuori per poi rimetterli a posto richiede un certo sforzo. Dal momento che alla fine dovranno essere comunque risistemati sullo stesso scaffale, tirarli fuori tutti sarebbe una doppia fatica oltre che una seccatura non da poco. Almeno sono in molti a pensarla così.

Invece, non si può assolutamente saltare la fase del tirarli fuori tutti dagli scaffali: finché si trovano ancora lì, decidere se ci comunicano ancora qualcosa è praticamente impossibile.

In pratica, quello che faccio sul luogo del riordino è dare alcuni lievi colpetti alla copertina dei libri accatastati o, ponendomi di fronte alla montagna di libri, battere le mani come si fa in un tempio scintoista. I clienti all’inizio mi guardano stupiti, ma poi non possono fare a meno di prendere atto del cambiamento radicale di velocità e precisione che subiscono le operazioni di selezione. Loro stessi affermano di capire chiaramente quali sono quelli di cui hanno bisogno e quelli da cui, invece, sono pronti a separarsi. Lasciando i libri sugli scaffali, non riuscirete a scegliere quelli necessari e vi ritroverete nella situazione complicata di dover ricominciare da capo. A mio avviso, è questo il «doppio lavoro» reale.

Photo by Waldemar Brandt on Unsplash

Nel caso in cui i libri che possedete siano troppi per essere radunati tutti insieme sul pavimento, vi consiglio ancora una volta di dividerli per categorie e poi disporli sul pavimento. Le macrocategorie in cui suddividerli sono quattro:

  • Pubblicazioni generiche (libri da leggere)
  • Libri di uso pratico (opere di consultazione, libri di ricette ecc.)
  • Libri da guardare (collezioni di fotografie ecc.)
  • Riviste

Dopo questo passaggio, prendete in mano uno per uno tutti i libri accatastati, e procedete a scegliere quelli da conservare e quelli da buttare. Il principio in base al quale dovete regolarvi resta sempre «l’emozione che vi provocano nel momento in cui li sfiorate». Basta solo toccarli, l’importante è che non li leggiate. Leggerli confonderebbe il vostro senso di discernimento su che cosa vi colpisce e che cosa non vi stimola, ciò che vi serve e ciò di cui non avete bisogno”.

Parla di caos invece J. B. Morrison. “Le librerie non sono su misura e i libri non hanno alcun ordine, né d’autore, né alfabetico, né d’altezza, né di colore. Ci sono anche dvd tra i libri e cose diverse davanti: monete, occhiali da sole, cartoline, foto, vecchi orologi rotti. Sui ripiani più alti ci sono cose sopra i libri, tipo pupazzi parlanti e affini. Alcuni dei libri in questi scaffali sono lì da così tanto tempo che rimuovere la polvere che li circonda potrebbe portare sfortuna, o essere pericoloso e provocare il crollo del palazzo. Non vale la pena rischiare”.

Elisabetta Ambrosi, autrice di “Guerriere, svela come  trovare un testo nonostante l’apparente disordine. “Il mio criterio per mettere in ordine i libri è semplicissimo: nonostante ne abbia tantissimi, non adotto nessun criterio. Ho un’avversione sistematica verso la catalogazione hegeliana, verso quell’esprit de système che in particolare si accanisce proprio sulla catalogazione dei libri, nella quale si riversano le ossessioni più sottili e pervicaci. Un po’ come per la scrivania troppo ordinate, anche vedere una libreria con gli autori militarescamente messi in ordine alfabetico, oppure in ordine di editore, o – come nel caso della persona con cui vivo, per autore ma anche per lingue (francesi, inglesi, spagnoli) – mi mette una certa angoscia. Unita a una voglia sfrenata di liberare i volumi dal loro spazio stabilito, l’unico per loro possibile, come un destino tristemente assegnato”.

426939_4341373296998_364460077_nNick Hornby, scrittore inglese famoso per “Un ragazzo”, “Alta fedeltà”, “Febbre a 90” e tanti altri romanzi, invece scrive: “Domanda: qual è la cosa più complicata da risolvere quando due colleghi più che trentenni decidono di andare a vivere insieme?-Che la casa di lei è azzurra e verde acqua e quella di lui marrone e arancio ? No!-Che lei ha una dispensa praticamente vegana e lui una del tutto carnivora? No!-Che lei ha già riempito la “metà vuota” di casa sua di piante? No!-Che hanno una quantità mirabolante di libri e in certi casi gli stessi? Esatto! Ma se non ci stanno tutti nelle librerie della nuova casa, che fare? Con quali criteri scegliere di tenere la copia dell’uno o dell’altro? Perché nella follia del lavoro editoriale si può decidere che si vuole tenere in casa un’intera collana di libri, “solo” perché se ne è decisa la creazione, 5 anni prima. Motivi sentimentali, si potrebbe pensare, ma se è una collana di tascabili e ripete praticamente tutti i libri che hai in edizione maggiore? Vale lo stesso? Uno è stato letto e l’altro no. Si tiene quello letto, va bene? E l’altro? Non ce ne disferemo mica? No, lo portiamo nella casa al mare. Ah, va bene! E con quale criterio li disponiamo? Narrativa per paese di provenienza e poi saggistica politica, d’inchiesta, scientifica, poesia a sé, libri sull’editoria. Va bene decidi tu. La bibliotecaria di casa sei tu, però mi aiuti a trovare un libro se non lo trovo. E se poi ci lasciamo? Come si fa a ridividere le nostre biblioteche? Tira in alto una monetina: testa o croce? Testa ! Bene, allora tu (e guarda me) inizierai a scegliere il primo libro che ti porterai via nella tua nuova vita e così continuerete, scegliendone uno a testa. A giudicare dalle vostre librerie, non vi separerete mai! E in effetti, reggiamo ancora… Grazie Nick!”.

Photo by Glen Noble on Unsplash

Poi c’è Ian Sansom che spiega come mettere ordine in una biblioteca personale in cui regna il caos: “i miei umili consigli per affrontare i vostri scaffali. “1. Anzitutto sistemate i vostri libri per aree tematiche. Non per genere, si badi! Quindi i saggi sulle balene, sulle protesi agli arti inferiori e sul fanatismo vanno opportunamente raggruppati vicino a Moby Dick di Herman Melville.

  1. Quindi raccogliete tutte le copie doppie e le edizioni differenti di un medesimo titolo, onde creare una «libreria ombra». Non informate nessuno dell’esistenza di questa raccolta, non avete idea di quando potrebbe tornarvi utile.
  2. A questo punto suddividete le vostre aree tematiche in sottogruppi. I libri sul cibo, ad esempio, possono essere utilmente ripartiti per tipi di alimenti: carboidrati, proteine, zuccheri, ecc.
  3. All’interno di ciascun sottogruppo, raggruppate i volumi per formato, ponendo i più grossi sulla sinistra e i più piccoli sulla destra.
  4. E ora mescolate…”.

Cesare De Michelis, presidente di Marsilio, ha il suo personale consiglio per tenere in ordine gli oltrer 60 mila volumi presenti nelle sue librerie. “Ormai i miei scaffali sono lunghi oltre mezzo chilometro, cinque, uno sopra l’altro, sono più di cento metri, e sostengono suppergiù sessantamila volumi, volumetti e opuscoli, spesso accompagnati dai ritagli degli articoli che ne parlarono, da una prima effimera bibliografia; nel tempo ho provato a colmare le lacune più gravi che individuavo, ma soprattutto ci sono riuscito sui temi e gli autori che ho personalmente studiato, perché per riconoscere i libri giusti bisogna prima sapere quali sono”.

Photo by Azka Rayhansyah on Unspl

L’Huffington Post ha invece selezionato i 6 modi più creativi per mettere in ordine la libreria. Qual è il vostro metodo preferito?

Ordine cronologico –  Doveroso dirlo: va bene amare i libri, ma forse scegliere di riordinarli in ordine cronologico è davvero un po’ troppo anche per i più diligenti booklovers. Eppure c’è chi, prima di mettere via un libro, legge la data di pubblicazione così da avere una lista ordinata dal più vecchio al più recente. E’ vero che così è come avere una storia della letteratura sempre a portata di mano, ma vi interessa veramente sapere in che giorno e anno sono stati pubblicati per la prima volta i vostri romanzi preferiti?

Ordine personale – Probabilmente questo è il metodo più amato dai lettori. La libreria è come la vostra seconda casa: probabilmente passate più tempo tra i vostri libri che in bagno, per questo non c’è una metodologia ‘scientifica’ per i vostri libri, ma preferite fare più una scelta di cuore. Su uno scaffale mettete i libri che vi hanno regalato, e in un altro i vostri preferiti. Poi ci sono quelli che magari avete letto e studiato durante il periodo scolastico, accanto a quelli meno interessanti. E così via.

Ordine alfabetico – Quanto tempo avete passato dentro una biblioteca oppure in una libreria? Tanto? Be’ allora, sicuramente questo è il metodo che vi è venuto più naturale per riordinare i libri nella vostra libreria. Volete leggere un libro di Moravia? Semplicemente scorrete il dito sullo scaffale fino a raggiungere la lettera “M” e il gioco e fatto, semplice!

Ordine di altezza – A volte, ammettiamolo, i libri li scegliamo anche i base alla copertina. Non vi è mai capitato di comprare libri della stessa collana solo perché avevano tutti la copertina uguale in maniera tale da avere un bell effetto in libreria. Ecco c’è anche chi decide di posizionare i libri negli scaffali riordinandoli dal più piccolo al più grande. Un bell’effetto ottico, non trovate?

In ordine di colore – Appunto, come vi abbiamo anticipato: perché non riordinare i libri in base al colore di copertina? E’ bellissimo arrivare in soggiorno e trovare queste macchie di colore (giallo, nero, bianco) che vi ricordano, a colpo d’occhio, tutti i libri che avete letto (o che dovete ancora leggere). Un modo in più per dimostrare, a chi di libri non se ne intende molto, che la letteratura non è mai noiosa!

Impilati – Ma chi l’ha detto che i libri devono per forza essere riordinati in libreria? A volte è bello anche averli un po’ sparsi per casa, vicino al divano, sotto il letto…perché la letteratura fa parte del nostro quotidiano e i libri devono essere sempre a portata di mano. Quindi, va bene impilarli un po’ dove capita!”.

Photo by Leslie Holder on Unsplash

Quali sono quindi i vostri libri preferiti? Io ne ho una marea, The Help, Il buio oltre la siepe, La luna è falò, Il giovane Holden, Re Lear, La cittadella, E le stelle stanno a guardare, Il grande Gatsby, Nostra signora della solitudine, Gita al faro, Non dirmi che hai paura, Memorie di una Geisha e tanti altri. In fondo la lettura di un libro è un viaggio. Attraverso gli occhi di un altro.

3 pensieri su “Come ordinare una libreria. O quasi…

  1. Ho due settori dedicati ai libri che gestisco nella casa in cui vivo: nella mia camera tengo i libri su cui ritorno più spesso, nella camera a fianco conservo i volumi già letti o di meno frequente riconsultazione. Nella prima i volumi sono siddivisi per argomento: ornitologia, fotografia, musica e arte, più alcuni volumi scolastico-universitari a cui sono più legato. Una nuova scaffalatura include testi dislocati in ordine di utilizzo: ancora da leggere (fra cui diversi tuoi regali) / appena letti. E’ la parte più viva della mia biblioteca, quella sempre rifornita di nuove letture e stimoli libreschi. Nella seconda c’è tanta narrativa, tutta già letta, con i volumi sistemati per ordine essenzialmente di lettura, o quasi. E poi alcune raccolte tematiche di arte e letteratura su cui devo ancora affondarci le mani come si deve.
    In entrambi i casi, all’ordine di tipo tematico segue sempre, per ogni singolo ripiano, l’ordine per altezza del volume, scelto non tanto per ragioni estetiche ma per un più immediato reperimento dei singoli volumi.

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