Terra calda, lambita dal mare e a volte sferzata dallo scirocco, che arriva da lontano e che può portare con sé qualche granello di quel Sahara africano. È la Sicilia occidentale, la parte ovest dell’isola che racchiude mare e grandi bellezze. Qui a due passi dal capoluogo che accoglie tra le sue vie le tracce dell’antica storia, si trovano piccolo borghi marinari che, durante la stagione estiva, possono riuscire ad alleviare il caldo con un tuffo dove l’acqua si colora delle diverse sfumature del blu.
E allora visitate il triangolo di terra che si concentra tra la provincia trapanese e quella palermitana e che si protende ancora più a ovest con le Egadi. Partiamo da San Vito lo Capo, dove potrete fare un tuffo tra le acque cristalline che lambiscono questa terra. Lungo la distesa sabbiosa del piccolo borgo sul quale troneggia il faro e capo San Vito, potrete inoltre fare trekking nella Riserva dello Zingaro, la prima riserva naturale istituita in Sicilia nel 1981.
Il piccolo borgo di San Vito si adagia dolcemente sulla sabbia bianca che lo ha reso famoso nel mondo. Tuttavia il cuore pulsante della cittadina è piazza Santuario che si affaccia sulla via Savoia, ricca di negozi e locali, frequentatissima soprattutto la sera, luogo di incontro preferito per lo shopping e il relax. Qui al centro del borgo, è facile passare il tempo ascoltando la musica durante i concerti e gli spettacoli. Fate un salto al Santuario, la cui storia affonda le radici nella leggenda di San Vito. Al suo interno si trova la statua del Santo protettore del paese, un bellissimo altare ed un prezioso Museo di arredi sacri.
Un angolo molto caratteristico del paese di San Vito Lo Capo è Via Venza, una stradina minuscola che si trova a pochi passi dal Santuario e che in estate diventa un salotto culturale dove si svolge una delle manifestazioni più amate dai villeggianti “Libri autori e buganvillee”. Uno dei fiori presenti in tutti il paese che, tinto di bianco, accoglie ogni anno migliaia di turisti e amanti del cous cous. Sì, perché nella seconda metà di settembre la cittadina si anima a suon di cous cous, qui potrete trovarne di tutti i gusti.
Il Faro di San Vito Lo Capo è meta di belle passeggiate ad ogni ora del giorno mentre, la sera, illumina col suo fascio di luce tutta la baia, mentre il Porto ripara le barche dei pescatori e le imbarcazioni turistiche. Poco distante, una piccola torre di origine araba, il Torrazzo, proteggeva anticamente il borgo dall’assalto dei pirati.
Un altro edificio che merita sicuramente una visita è Palazzo La Porta, nuova sede del Municipio, costruito nel XIX secolo. Alcune stanze conservano ancora gli antichi pavimenti in maiolica mentre l’atrio è basolato con pietra locale secondo l’architettura dell’ Ottocento.
A pochi passi dalla cittadina, nei pressi di Custonaci, si trova uno dei più particolari insediamenti umani, dal momento che si è sviluppato all’interno di una grotta. È la grotta Mangiapane dove ogni anno si allestisce il presepe. Il piccolo villaggio è nascosto nella gola di due montagne. Fatto di case pittoresche color terra, una piccola cappella, alcune stalle e una stradina lastricata, l’insediamento è meta di diversi turisti. Realizzato nel Paleolitico, il villaggio conserva ancora diverse incisioni sulle pareti a dimostrazione del fatto che n questo piccolo agglomerato il tempo sembra essersi fermato.
La grotta deve il suo nome alla famiglia che ha vissuto nella zona fino agli anni ’50, dedicandosi all’agricoltura e alla pesca e trasformando questo insediamento in un vero e proprio villaggio. Dopo un periodo di abbandono, il borgo e le sue casette sono state restaurate dalle persone del posto grazie anche all’aiuto e alla collaborazione dell’unico membro ancora in vita della famiglia Mangiapane.
Da San Vito ogni giorno partono mini crociere che vi permetteranno di visitare le isole Egadi, o le altre località lungo la costa siciliana, come Castellamare del Golfo e Scopello.
Proprio a Scopello si trova la tonnara. Costruita nel XIII secolo, poi ampliata e modificata più volte nel corso della storia, prima dalla famiglia San Clemente, poi dalla Compagnia di Gesù e per finire dalla famiglia Florio, la struttura è diventata oggi un hotel dove poter passare vacanze in pieno relax all’interno di uno dei bagli più belli della Sicilia. In un primo tempo il nucleo della Tonnara era costituito dalla fabbrica addossata alla roccia e dalla torre voluta per l’avvistamento del nemico a difesa di Scopello e della Tonnara stessa.
Nel 1468 la famiglia aristocratica Trapanese di San Clemente ha ottenuto una e ha così avviato i lavori per ampliarla. La tonnara è stata quindi ingrandita portandola alle sembianze che ha tutt’oggi e che è posisible visitare. La famiglia San Clemente ha poi realizzato le edificazioni del baglio, oltre che la casa del custode della tonnara, i magazzini e la falegnameria, la loggia dove venivano appesi i tonni per le varie fasi della lavorazione della carne, il forno del custode e lo scagno, ossia il locale dove veniva pagata la ciurma.
Alla gestione della famiglia San Clemente è poi seguita quella dei Gesuiti che hanno apportato alcune modifiche. I Gesuiti infatti, hanno ampliato e trasformato tanto l’area di ricovero delle barche, quanto l’alloggio dei pescatori e hanno poi costruito una piccola chiesetta. Alla gestione della Compagnia di Gesù, seguì quella della famiglia Florio.
Ignazio Florio, dopo aver acquistato nel 1874 due ottavi della tonnara, ha ammodernato l’intera struttura. Sotto la gestione della famiglia tra il 1896 e il 1905 il quantitativo dei tonni pescati si aggirava tra i 1043 ai 2480 quintali. Tra il 1922 e il 1962 risulta un pescato medio di 472 tonni.
Con il passare degli anni la presenza dei tonni nel mediterraneo iniziò però a diminuire. Tra il 1961 e il 1970 il pescato arrivava appena a 600/800 quintali. Negli anni 80 del novecento fu effettuata l’ultima mattanza. Nel 1981 la tonnara venne adibita esclusivamente a sperimentazioni biologiche.
Sopra la Tonnara si trovano due torri: una risalente al 1200, di cui oggi restano pochi ruderi e l’altra risalente al 1400, opera dell’ingegnere fiorentino Camilliani che non fa parte del comprensorio della Tonnara.
Oltrepassato il monte Cofano, dove si può inoltre visitare una vera e propria riserva si trova un altro borgo marinaro: Castellammare del Golfo. La piccola cittadina sorge alle pendici del Monte Inici in un golfo delimitato a ovest da Capo San Vito e a est da Capo Rama. Nonostante le sue dimensioni ridotte, la cittadina è diventata famosa grazie a un episodio storico che sarebbe avvenuto il 13 luglio del 1718. Secondo la leggenda, un bastimento spagnolo, nel tentativo di sfuggire ad alcune navi inglesi, ha trovato rifugio nelle vicinanze del golfo di Castellammare. Gli inglesi, adirati dell’aiuto che gli abitanti del luogo stavano dando ai nemici spagnoli, stavano per attaccare quando, è comparsa la Madonna del Soccorso, invocata dagli abitanti di Castellammare, che ha fatto così scappare gli inglesi.
Qui potrete perdervi nelle strade del piccolo borgo e potrete visitare il Castello normanno, la cui costruzione si attribuisce agli arabi che lo eressero intorno al X secolo sulle rovine di preesistenti fortificazioni. Fate un giro nel porto, dove l’odore di mare e di pesce vi farà innamorare dell’intera costa siciliana.