È stata definita “Monotonia sublime”, ma anche “città grigia”. Così Gubbio, dall’alto del suo colle, da centinaia di anni osserva placida la vita della valle. Nonostante sia conosciuta per essere la location della fiction Don Matteo, la cittadina umbra ha incantato poeti, scrittori e viaggiatori. Herman Hesse, che qui ha passato qualche giorno, scrive della meraviglia provata davanti al Palazzo dei Consoli. “La grandiosa, quasi temeraria audacia di questa architettura produce un effetto assolutamente sbalorditivo e ha qualcosa di inverosimile e conturbante. Si crede di sognare o di trovarsi di fronte a uno scenario teatrale e bisogna continuamente persuadersi che invece tutto è lì, fermo e fissato nella pietra”, scrive lo scrittore.
Il viaggiatore e scrittore Guido Piovene parla invece di un paesaggio dalla fisionomia ripetitiva che tuttavia riesce a suscitare grande meraviglia. Perché la cittadina appare dal basso della vallata come un blocco compatto e uniforme di colore grigio, dovuto ai blocchi di calcare con cui è stata costruita.
Ex feudo dei Montefeltro e dei Della Rovere nel periodo delle Signorie, Gubbio è uno dei borghi più antichi dell’Umbria e nell’arco dei secoli ha conservato il suo aspetto tipicamente medievale, non solo nella piana, ma anche nella struttura degli edifici e delle strade. Il borgo è costituito, infatti, da formata da cinque vie parallele che si trovano a diversi livelli e che sono collegate tra loro da gradoni, vicoli e scale. Nonostante all’apparenza sembri una sorta di labirinto, la piana cittadina è così semplice che sembra quasi impossibile perdersi.
La prima tappa del tour vi porterà in una delle piazze più belle d’Italia: piazza Grande. Cuore pulsante della città, da questo esempio di “piazza pensile”, potrete perdervi ad ammirare il panorama sottostante. L’area, che prima del 1300 non esisteva, è stata edificata quando i consoli hanno deciso di edificare un palazzo che potesse essere raggiungibile da tutti i rioni e che consegnasse un’idea di equilibrio e rispetto per i quartieri. L’unico modo per realizzarla era quello di creare uno spazio sospeso che si sostenesse con gli archi,
Nel cuore pulsante tanto caro agli eugubini si trova il palazzo dei Consoli, una sorta di firma dell’ideale politico e urbanistico che i consoli della città avevano deciso di perseguire. Costruito proprio nel centro della città, il Palazzo dei Consoli domina Gubbio dai suoi 60 metri di altezza. La facciata gotica, caratterizzata dalla presenza di sei finestre, si affaccia sulla piazza, mentre la loggia e il campanone abbracciano gli spazi della piazza. La struttura ha inoltre un primato storico: è stato il primo palazzo italiano ad avere l’acqua corrente, tubature e servizi igienici. Oggi ospita i. Museo Civico di Gubbio con una pinacoteca, una bella collezione di ceramiche.
Fate una visita anche al Palazzo Ducale costruito da Federico da Montefeltro. La struttura, composta da due corpi, guarda verso la valle e la montagna e con il passare del tempo ha finito per inglobare gli antichi edifici medievali per poi trasformarli in forme rinascimentali. Oggi ospita un museo storico in cui però vi sono pochi arredi e soprammobili autentici.
Uno dei luoghi più visitati è senza dubbio la Fontana dei matti, da cui discende l’appellativo di Gubbio come “città dei matti”. Secondo tradizione, lo straniero che compie tre giri di corsa intorno alla fontana e accetta di essere bagnato con l’acqua diventa cittadino di Gubbio con il titolo di “Matto onorario di Gubbio”.
Davanti la fontana si trova il palazzo del Bargello che, edificato intorno al 1300, racchiude tutte le componenti dell’architettura gotica. Sviluppato su tre piani, conserva una facciata realizzata con blocchi di pietra squadrata. Se il portone più grande permetteva l’accesso ai magazzini e alle cantine, quello piccolo conduceva i residenti nelle stanze dei piani superiori. A sinistra si trova la “porta del morto”, elemento tipico dei borghi umbri. L’apertura, alta e stretta, veniva utilizzata per far passare le bare dei defunti. Ma secondo un’altra scuola di pensiero, le aperture esterne collegavano con una scala la bottega del piano inferiore all’abitazione del piano superiore e di notte, per motivi di sicurezza, la scala era rimossa. Oggi il Palazzo del Bargello, che prende il nome dal capo della polizia di cui era la residenza, ospita il Museo della Balestra.
Realizzato con un’unica campata, il Duomo di Gubbio è stato rifatto intorno al 1300, quando i signori della cittadino hanno deciso di rendere la struttura più “attuale”. Così dell’antica costruzione rimangono solo i simboli dei quattro evangelisti e l’Agnus Dei sopra al portale d’ingresso.
Anche Gubbio è stata toccata dal passaggio di San Francesco, per questo motivo nella cittadina sorgono due chiese legate ad episodi della vita e che portano il nome del Santo. La prima è la Chiesa di San Francesco in cui il santo di Assisi si rifugiò dopo essere scappato dalla casa paterna. La seconda è la Chiesa di San Francesco dei Muratori (o della Pace) a cui è legato il famoso episodio del lupo. Secondo la leggenda Francesco aveva trovato la cittadina vuota per un lupo. Il Santo, dopo essersi recato nei boschi, l’ha incontrato e gli ha ordinato di non fare del male agli uomini, che al contrario l’avrebbero curato e sfumato. La pietra, su cui è stato siglato il patto, la grotta in cui ha vissuto e la pietra della tomba in cui il lupo è stato poi seppellito sono visibili nella chiesa di San Francesco dei Muratori. È inoltre stata creata una statua che ritrae il momento del colloquio.
Gubbio è anche archeologia, perché in fondo alla piccola vallata si trova un anfiteatro romano. Mentre il colle è occupato dalla Basilica di Sant’Ubaldo a Gubbio che, rimaneggiata nell’arco dei secoli, presenta un chiostro e 5 navate. La chiesa, in cui gli affreschi raccontano episodi della vita di Sant’Ulbaldo, sono inoltre conservati gli enormi ceri protagonisti della famosa festa religiosa che si tiene ogni anno il 15 maggio.
Dove mangiare: L’Officina dei sapori. Potrete mangiare ottima carne e piatti tipici.