Quando il drago mangia il sole…

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Il sole che si nasconde e la luna che si tinge di rosso. Ovvero le eclissi, i fenomeni che nel corso degli anni hanno suscitato paura e timore. Così da far nascere vere e proprie leggende. Come quella dei divoratori celesti, draghi capaci di divorare il sole. Questo veniva spesso combattuto facendo rumore per spaventare il demone o l’animale. In Cina la popolazione batteva su pentole, scodelle o tamburi per scacciare chiunque fosse l’essere che stava divorando il sole o la luna.

Altre leggende spiegano le eclissi con il furto o l’inganno. Nella mitologia coreana un re ordina ai “cani di fuoco” di rubare l’ardente sole o la gelida luna. Gli animali li inseguono senza riuscirci, ma a volte li mordono, ed ecco spiegata l’eclissi. Un vero e proprio inganno astronomico.

Nella mitologia induista il demone Rahu si travestì da dio per poter rubare un sorso di un elisir che gli avrebbe dato l’immortalità. Ma il sole e la luna lo videro e avvisarono il dio Vishnu, che tagliò la testa al demone un attimo prima che l’elisir gli passasse nella gola. Da allora, solo la testa di Rahu è diventata immortale, e continua a inseguire il sole e la luna nel cielo per vendicarsi. “Ogni tanto li raggiunge e li divora, ed è allora che avviene l’eclissi. Ma siccome Rahu non ha la gola, il sole e la luna ricadono giù dal fondo della testa”.

È legato alla natura e alla riconciliazione mito del popolo dei Batammaliba, che abitano in Togo e in Benin. Secondo la leggenda durante l’eclissi il sole e la luna litigano, e la gente li incoraggia a fare pace. L’eclissi è quindi un momento per tornare a parlarsi e lasciarsi alle spalle litigi e rancori.

Per contrastare gli effetti dell’eclissi in India, la gente si immergeva fino al ginocchio nell’acqua di un fiume, credendo che questo aiutasse la Luna e il Sole a difendersi dal drago. In Giappone si usava invece ricoprire i pozzi durante un’eclisse, per evitare che vi cadesse del veleno proveniente dal cielo oscuro. A Tahiti le eclissi erano interpretate come il congiungimento amoroso del Sole e della Luna.

Anche i Navajo, hanno preservato le loro credenze tradizionali sulle eclissi. Per loro, l’ordine cosmico dell’universo si basa sulla tenuta dell’equilibrio. Le eclissi rientrano nell’equilibrio naturale, sono strumenti per riflettere sull’ordine del cosmo. Alcuni Navajo seguono ancora i precetti tradizionali: durante un’eclissi stanno in casa con la famiglia, intonano canti speciali per l’occasione e si astengono dal cibo, dal bere e dal sonno. Per loro è vietato guardare l’eclissi, specialmente quella solare, pena gravi conseguenze per gli occhi in futuro. Chi mangia o beve durante l’eclissi, o la guarda, non è più in equilibrio con l’universo, e ciò può condurre a pesanti problemi in futuro.

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Molti popoli del passato, tuttavia, hanno immaginato che le eclissi fossero causate da demoni o animali che divoravano il Sole o la Luna. Come i Vichinghi per i quali una coppia di cani celesti avrebbe inseguito gli astri e quando uno dei due ci riusciva, ecco che si verificava l’eclissi. In Vietnam è una rana o un rospo a divorare il Sole o la Luna, mentre secondo i nativi Kwakiutl della costa occidentale del Canada è la bocca del paradiso a consumarli.

I popoli moderni, non sono certo immuni da credenze e superstizioni sulle eclissi. Le più persistenti riguardano i presunti pericoli che il fenomeno comporterebbe per le donne incinte e i bambini che portano in grembo. Molte persone, inoltre, credono che in caso di eclissi totale non si possa guardare il sole nemmeno quando è completamente coperto dall’ombra della luna. Perfino ai giorni nostri, presso certe tribù eschimesi e artiche si crede che le eclissi siano un segno della benevolenza divina: il Sole e la Luna lasciano temporaneamente il proprio posto in cielo per controllare che sulla Terra vada tutto bene.

La prossima eclissi solare parzialmente visibile dal territorio italiano si verificherà domani, venerdì 20 marzo. Nel nostro paese il fenomeno sarà visibile in base alla latitudine, nelle regioni meridionali la percentuale di oscuramento si aggira intorno al 40%, arriva quasi al 70% in Valle d’Aosta.

Photo by ravindra rawat on Unsplash

L’eclissi sarà di mattina, con un orario di inizio leggermente diverso a seconda della località da cui la si osserverà: inizierà prima in Sardegna, alle 9:16 se ci si trova a Cagliari, poi a Roma(9:23), a Milano (9:24),  a Napoli (9:25) e a Lecce e Trieste (9:30). Il massimo oscuramento si avrà dopo circa un’ora dall’inizio dell’eclissi, che si concluderà poi intorno alle 11:45. A Torino l’oscuramento sarà del 65,6%, a Milano del 64,9%, a Genova del 63%, a Bologna del 60,6%, a Trieste del 60,5%. La percentuale diminuisce scendendo verso Sud: 59,2% a Firenze, 56,5% a Perugia, 53,8% a Roma, 49,8% a Napoli, 47% a Bari, 44,4% a Palermo, 43,6% a Lecce e Cosenza, 41,6% a Messina e Reggio Calabria, 39,7% a Siracusa. In Sardegna, invece, 51,6% a Cagliari e 53,8% a Nuoro.

Anche l’intensità dell’eclissi dipenderà dal punto di osservazione: sarà massima al Nord (ad Aosta sarà coperto il 67,2% del disco solare, a Milano quasi il 65%), diminuendo via via che si scende lungo al penisola (Roma 53,8%, a Napoli solo 39,7%, mentre a Siracusa non supererà il 39,7%).

Per assicurarsi delle condizioni dal proprio punto di osservazione, si può consultare questa mappa interattiva realizzata dalla Nasa.

Streaming

Se il meteo (che per ora si prevede favorevole) dovesse tradirci, o se ci trovassimo impossibilitati a seguire l’eclissi da una postazione favorevole, niente paura. Il Virtual Telescope seguirà infatti l’evento in diretta streaming, con il commento dell’astrofisico Luca Masi.

Naso in su quindi per osservare l’eclissi, altrimenti si dovrà attendere almeno il 2028.

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