
Amo i film. Ho iniziato fin da piccola a vederli. Devo l’amore per il cinema a mio padre, con lui ho iniziato a vedere le pellicole di guerra. Rambo in primis. Conosco a memoria le battute di Stallone, le scene iperboliche di questo fino eroe americano che lotta per la propria dignità. Un amore che non deriva dalla lotta degli americani contro i vietcong, o degli orrori della guerra e della morte, ma dai racconti di mio padre. All’epoca parteggiavo per i “deboli”, per coloro che non avevano per armi per combattere. Mi dispiaceva quando un coreano saltava in aria, piangevo come una pazza. Nonostante la sceneggiatura fosse stata scritta per omaggiare Rambo, self made man americano artefice del proprio destino. Non amavo e non amo i film di guerra per la violenza e la morte, ma per il ricordo dei racconti di mio padre.
Quando avevo 5 anni, una notte, la luce è andata via. E per intrattenerci papà si è seduto in camera a raccontare delle sue avventure con Rambo. Sì, proprio con John. Ci ha raccontato della sua liason amorosa con Fior di Glicine. E io fiera del mio papà con i baffi neri neri, il giorno dopo ho raccontato la storia ai miei compagni della scuola materna. Ecco nonostante la distanza sentimentale, quello è stato uno dei miei momenti padre-figlia preferito. Da quel momento ho riguardato senza sosta Rambo, così come Lo squalo e Shining. Film che papà affittava e che guardavamo tutti insieme in salone.

Ecco Lo squalo è un altro dei miei film preferiti. Conosco a memoria le battute, l’ho visto in inglese, francese e spagnolo. Adoro le scene sulla barca, la caccia al grande pesce e tutto il resto. Un amore per il “sangue” che mi ha accompagnata fino ai miei quasi 33 anni. Ebbene sì, sono una nerd. Adoro i film dell’orrore. Nonostante il terrore a 12 anni dei telefilm di Hitchcock. In un episodio un serial killer uccideva con un uncino. Ricordo le notti insonni per la paura dell’uncino, immaginavo che il serial killer sarebbe uscito dall’armadio per uccidere me e la mia famiglia. Credo fosse dovuto al trasloco, dalla casa vicino all’ospedale a Tufolo, e al trasferimento. Poi un giorno ho capito che se ci fosse stato un serial killer, gli avrei dato filo da torcere, perché non si sarebbe dovuto azzardare a entrare in casa a far del male la mia famiglia.
Lo stesso senso di protezione che ho nei sogni con gli zombie. Ebbene sì, sogno zombie famelici che tentato di mangiare un dito alle persone cui voglio bene. Per respingerli uso ombrelli, coltelli e tutto ciò che potrebbe servirmi per colpirli al cervello. Sono una fan accanita di The walking dead, e di tutti gli horror movie. Mi rilassano e quando non vedo una pellicola del terrore per cinque giorni, sento l’astinenza. Così da rivedere i film che conoscono a memoria.

Amo l’indagine antropologica di Romero, e i fenomeni per i quali l’unico mostro di cui avere paura non è lo zombie, diventato così per fenomeni astronomici, ma l’uomo stesso. Capace di seviziare e picchiare i walkers senza alcun motivo, se non la passione per la violenza fine a se stessa e fatta per rivendicare il proprio potere. Stessa sorte per i film di guerra, in cui i protagonisti si rendono protagonisti di atti indicibili, come in “Vittime di guerra”, “Platoon” e tante altre pellicole. In Apocalypse now il protagonista diventa pazzo, perché vittima degli orrori di guerra. Ah, il potere. Il vero motore dell’invidia, delle guerre psicologiche. Potere spesso minimo, ma sempre inseguito a costo della propria dignità e del proprio orgoglio. Ecco queste persone sono come i militari della Notte dei morti viventi che sparano a uno zombie appeso all’albero. Perché si sentono portatori di un’unica verità, la loro, per la quale sarebbero capaci di far qualsiasi cosa pur di mantenere il potere.
Con il tempo ho imparato ad amare tutto il cinema. Da quello trash a quello più impegnato. Un film, come un libro, arricchisce e regala una storia. Che sia esagerata o drammatica poco importa, perché il cinema fa sognare. Proprio come il mio film preferito: The Goonies, pellicola amata solo ufficiosamente. Come non ricordare la storia si Slot, di Chuckie e del rischio di perdere le dita della mano in un frullatore? Un film che fa sognare ogni ragazzino. Quanti di noi avrebbero voluto girare nelle grotte di Willie l’orbo per trovare il tesoro con il quale salvare il proprio quartiere?

Perché diciamocela tutta, ognuno di noi ha un film preferito ufficiale e uno ufficioso. Quello ufficiale è “La 25° ora”, pellicola di Spike Lee che adoro. La prima volta che l’ho visto era maggio. Nella sala del cinema eravamo soltanto io, mia sorella e altre due persone. E sono rimasta sotto shock nel pensare che una pellicola tanto bella non avesse spettatori, al contrario dei cine panettoni. Come non rimanere impressionati dal monologo allo specchio?
Amo i film di Quentin Tarantino e dei fratelli Cohen. Adoro il Grande Lebowski, ma anche le pellicole di Myazaki, “Il castello errante di Owl” in primis.
Adoro rimanere in tensione e ridere davanti un film, adoro stringere la coperta nei momenti di estrema tensione e adoro parteggiare per un personaggio. Il cinema è sogno.