La nebbia può entrare dall’esterno e raggiungerti fino a invaderti. O almeno credevo da piccola quando da Cervara vedevo la nebbia ad Agosta. Credevo che la nebbia mi avrebbe raggiunta e mi avrebbe presa. Teoria strana ereditata dalle letture dei libri di Stephen King, e in particolare della raccolta di racconti “Gli scheletri”. C’era un racconto “La nebbia” che mi terrorizzava, così come l’idea che la nebbia nascondesse creature mostruose capaci di rapire e uccidere le persone.
Ovviamente con il tempo l’idea è cambiata. Certo vedere la nebbia in una terra di mare è difficile, ma quando capita è puro stupore. Come la nebbia che ha invaso Crotone nel 2010, la lupa. Quel giorno la nebbia si è sviluppata sulla superficie del mare e ha circondato tutta la costa. Ha avvolto la città fermando il tempo. Ed è stato come se su Crotone calasse l’oscurità. La nebbia quel giorno era spaventosamente splendida quasi come la nebbia interna, quella che non invadeva, ma si allungava, si muoveva e riempiva le parti vuote dei corpi. Una nebbia solitaria e malinconica.
Quel giorno per lo stupore sono scesa in spiaggia, per immortalare la nebbia in un istante. In un piccolo attimo. Poi ho conosciuto la nebbia a Forlì, a Cosenza e adesso a Milano, dove non passa un giorno in cui lei si faccia vedere. E rimango sempre stupita del fatto che ci sia gente che parli male della nebbia. C’è della gente che parla male della nebbia di Milano. Io non conosco la nebbia di altri stati, ma la nebbia di Milano è cordiale e affettuosa. Perché fascia come una carezza e invita all’intimità, all’ottimismo, alla confidenza.
Nei giorni di nebbia posso smettere per un attimo di guardare, posso respirare, ed ascoltare. Il rumore delle foglie, delle auto che passano sotto la finestra. Ed è in quei giorni in cui la nebbia appare e scompare, che il mondo riappare. È come se il mondo venisse creato in quell’istante, per poi essere cancellato. In un infinito passaggio di creazione. Come se un muro impedisse di vedere le cose come sono, o come le vedono gli altri. La nebbia permette di osservare quello che non può essere visto e di costruire e ricostruire l’idea delle cose. Se la nebbia nasconde un palazzo, possiamo immaginare di vedere un castello, magari abitato da unicorni e orchi.
La nebbia fa rivivere i luoghi dell’anima, li reinventa per renderli più confortevoli. E anche se non lascia trasparire l’aspetto delle cose, riesce a fare intuire la loro essenza. Credo che sia questa la grande bellezza della nebbia.