Un’esperienza unica. Ha proprio ragione Christo, all’anagrafe Christo Vladimirov Yavachev artista bulgaro famoso per gli impacchettamenti di edifici e paesaggi. The Floating Piers, l’installazione sul lago di Iseo è un’esperienza unica. Perché “solo una volta nella vita camminerete sulle acque per 16 giorni e non ci sarà mai più un altro ‘Floating Piers’ nel mondo dopo il 3 luglio”.
Così l’opera, mistificata da una parte di popolazione e criticata aspramente da addetti ai lavori, ha registrato la presenza di 61mila persone. La struttura, interamente realizzata attraverso la vendita dei progetti dell’artista, consta di 200mila cubi di cubi di polietilene ricoperti di un tappeto color giallo dalia. La passerella è larga 16 metri e lunga oltre 3 chilometri, e ha permesso e permetterà fino al 3 luglio a chiunque di camminare sulle acque del lago. La performance, già usurata per il passaggio delle oltre 61mila persone, è accessibile gratuitamente e unisce il paese di Sulzano con l’isola di Montisola, e poi l’isoletta privata di San Paolo, un’ex convento di Cluny ora di proprietà di una storica famiglia della val Trompia. Proprio quella famiglia che, appassionata di arte contemporanea, ha fatto conoscere e apprezzare all’artista bulgaro naturalizzato americano la bellezza della natura circostante.
La performance – installazione, nata dall’amore dell’artista per Brescia e il paesaggio del lago di Isep, è costata 10-12 milioni di dollari. “Zero soldi pubblici, zero sponsorizzazioni”, ha confermato l’artista che ha festeggiato i suoi 80 anni proprio a Sulzano. E proprio qui ha dato vita a una trasformazione temporanea del paesaggio, come nelle sue corde, per permettere alle persone di entrare in comunione con l’arte. Seguendo quindi i dettami della Land Art. Ecco che il telo a tratti giallo, a tratti dorato si tinge di arancione. Come una spiaggia, dando così la possibilità alle persone di camminarvi sopra e pensare si essere in riva al mare. Il contrato tra il giallo della passerella e il blu del lago, come confermato da Christo “mostra la sua vera essenza”. Quella cioè di un intervento temporaneo nato per creare una visione onirica. Come il sogno, splendido e durevole solo nella frazione del sonno. Da qui la decisione di Christo di dare vita a un’opera temporanea. Nel pieno rispetto della natura.
E onirico è anche il consiglio dell’artista di camminare scalzi. Per sentire il calore del “tappeto”, forse anche troppo, e per “apprezzare la fisicità dell’installazione, fatta di onde che fanno dondolare la passerella, di vento e di pioggia, di sole e di cieli stellati”. Perché The Floating Piers è una visione, un’esperienza fatta di passi, onde, vento e sole. Una performance “popolare” che permette di entrare in contatto con la natura e con lo spazio. Come qualsiasi progetto di Land art, in cui i fruitori devono “farsi coinvolgere con e dentro lo spazio”. Parte essenziale dell’opera è quindi il coinvolgimento del pubblico. Le persone perdono la propria individualità per diventare oggetti artistici. “La visione sociale e umana di Christo – come scrive Maurizio Bernardelli Curuz – è profonda e punta sull’eliminazione di ogni equivoco sull’alienazione e sulla divisione tra opera e spettatore. L’opera d’arte non è per chi interverrà, qualcos’altro da sè, ma fortemente sè. Questo processo inclusivo diviene un messaggio di straordinario valore.
Ogni passo, cullato dalle onde, è la realizzazione di un sogno. Proibito dalla fisica, che tuttavia ha sempre segnato la storia dell’uomo, come l’uomo che cammina sull’acqua, progetto di Leonardo da Vinci. E il richiamo delle gesta di Gesù Cristo. Christo coltiva quindi un sogno immateriale, rendendolo praticabile per alcune settimane. Poi tutto tornerà come prima. Ma solo all’apparenza, dato che la visione e la percezione del mondo cambierà totalmente. Per questo motivo Christo ha chiesto e continua a chiedere a ogni visitatore di abbandonare “ogni pensiero razionale, utilitaristico, legato alla materia, al profitto”, e gli chiede di “riempirsi di vento, di onde, di monti, di oro – il colore della stoffa dei moli galleggianti – e di azzurro e di coltivare un rapporto spirituale con il paesaggio e con i compagni di viaggio, occasionali, che incontreranno durante il percorso”.
L’installazione è quasi un tempio, ma se nell’antichità il percorso della processione era scandito dalle nenie e dalle preghiere “guidate” dei sacerdoti, in Floating Piers il percorso è personale. Ognuno può decidere il passo e le tappe che intende fare. In un’autodeterminazione del viaggio che tuttavia richiama la “gratuità” del gesto. La passarella è infatti accessibile a tutti.
L’installazione, rifiutata in passato dalle autorità del porto giapponese di Tokyo e da quelle argentine di Rio della Plata, ha invece trovato immediatamente l’entusiastico supporto dei sindaci dei comuni rivieraschi coinvolti e dell’autorità di bacino che presiede il controllo del lago. Grazie all’organizzazione che ha avuto l’apporto di Germano Celant, critico d’arte italiano. E alla filosofia di Jeanne-Claude Denat de Guillebon, moglie e collega di Christo. Ma se la donna è scomparsa nel 2009, l’idea progettuale non è mutata. Perché la scelta dell’autofinanziamento per l’artista bulgaro rimane l’unica via da intraprendere, dato che “equivale a quella della libertà. Non rispondere a nessuno – già sono numerosi i vincoli imposti dalle Soprintendenze o dagli enti preposti alla sicurezza. Autofinanziamento significa vendere disegni, collage, progetti degli interventi svolti nel mondo (per le quotazioni delle opere di Christo, potete andare a fine pagina e vedere i risultati d’asta)”.
Come arrivare: per evitare di inquinare non utilizzate l’auto. Preferite il treno, ma non da Brescia, dove rischiate di fare 2 o 3 ore di fila per salire. Scegliete una tappa intermedia, possibilmente non Pilzone (stazione chiusa fino alla fine dell’evento), così da salire tranquillamente sul mezzo e arrivare in tempi utili.
Cosa portare: sicuramente acqua, un cappello, protezione solare. Tre chilometri sull’acqua si fanno sentire, così come il caldo. Quindi proteggete la vostra pelle per evitare qualsiasi tipo di scottatura.
Cosa mangiare: lungo il percorso troverete numerosi stand nei quali potrete fermarvi e potrete degustare quello che volete, da patatine fritte, a panini, passando per primi e contorni e gelati. Tranquilli, i prezzi sono abbordabilissimi.