Adoro svegliarmi presto quando il sole inizia ad affacciarsi in città e le case iniziano a svegliarsi. Amo l’abitudine di spiare l’arrivo della luce del nuovo giorno per strada. Con in mano la prima tazza di caffè. È come se nel momento in cui tengo la tazza con una mano e la sigaretta nell’altra assapori la fortuna della vita. Del risveglio con la natura, in questo angolo di mondo in cui la fretta e la velocità e la fanno da padrone. Mi risveglio con la natura, con il rumore del vento tra le foglie e il cinguettio degli uccelli che si affacciano dagli alberi. Mentre l’ultimo camion della nettezza urbana abbandona la strada. E nel momento in cui i miei piedi toccano terra, respiro il giorno nuovo. Come se fosse la prima volta. Per me questo rappresenta la felicità. Perché in ogni alba la luce è sospesa, magica, irripetibile, come se trattenesse il fiato.
E ha ragione Tiziano Terzani nel suo “Un altro giro di giostra”. “L’ora più bella è quella dell’alba, quando la notte aleggia ancora nell’aria e il giorno non è ancora pieno, quando la distinzione fra tenebra e luce non è ancora netta e per qualche momento l’uomo, se vuole, se sa fare attenzione, può intuire che tutto ciò che nella vita gli appare in contrasto, il buio e la luce, il falso e il vero non sono che due aspetti della stessa cosa. Sono diversi, ma non facilmente separabili, sono distinti, ma “non sono due”. Come un uomo e una donna, che sono sì meravigliosamente differenti, ma che nell’amore diventano Uno”.
L’alba è indefinita, sfuggente e magica. Fluttuante, perché gli oggetti perdono l’ombra e iniziano a rivivere grazie alla luce e ai colori. È l’ora in cui le cose attraversano un confine incerto, ma appena sfiorate dalla luce acquisiscono una dimensione umana.
Il mattino porta con se sempre piccoli miracoli, momenti magici. Come il sole che si affaccia tra le foglie, i cani che corrono, e la città che si sveglia. Adoro svegliarmi, fare il caffè e mettere le scarpe da corsa. Iniziare a macinare metri mentre la città si sveglia. Nel parco sono sempre da sola, e mi fa piacere. Perché posso apprezzarne la bellezza e il silenzio. Non quello dei miei passi o della musica che ascolto mentre i miei piedi sfiorano il breccio. Ma ci sono giorni in cui condivido gli spazi con i ragazzi che hanno appena finito la loro giornata, birra in mano e sorriso sulle labbra. A volte ci incrociamo, sorridiamo e a volte parliamo. Così mentre la loro giornata è finita, la mia è appena iniziata. Con il vento fresco tra i capelli e la brezza che sembra sussurrarmi alle orecchie segreti indicibili.
L’alba è l’inizio del giorno e della mia giornata.