In giro per via Lincoln. Alla scoperta del “Quartiere giardino” di Milano

Un po’ Burano e un po’ Portobello Road. Con le sue ville a schiera colorate, il villaggio operaio di via Lincoln a Milano richiama le scene di Notting Hill, e del piccolo gioiello veneziano.  Ma se il colore regna nelle abitazioni di zona Fiera, e città studi, le villette incastonate tra via Lincoln e via Franklin riescono a trasformare la strada, che nasce a pochi passi da corso XXII marzo, in un vero e proprio “quartiere arcobaleno”.

Le case sono nate per dare vita a un vero e proprio villaggio operaio, per i lavoratori delle fabbriche e per le loro famiglie. Insomma uno dei tanti villaggi creati dagli imprenditori nell’alta Lombardia e nel territorio di Monza e Brianza.

L’intenzione è quella di realizzare case semplici e a prezzi accessibili, così da dar vita a un vero e proprio quartiere giardino abitato dagli operai impegnati nei lavori della “città ideale” del quartiere di Porta Vittoria. All’epoca non ci esistono ancora le “case popolari” e la soluzione abitativa delle nascenti cooperative edilizie è a buon mercato, perché gli affitti liberi finiscono per “mangiare” gran parte dello stipendio degli operai. Il ragionamento è: la somma degli affitti pagati da un certo numero di operai può diventare  un capitale per edificare case a buon mercato. La soluzione è quindi quella di metterli insieme in forma di quote di cooperativa.

A gettare le basi per questo progetto è la  Società edificatrice abitazioni operaie, Seao, che inizia a stanziare i fondi intorno al 1879. Proprio alla fine dell’Ottocento, vicino a corso Ventidue Marzo, si trova infatti un’area dismessa. Qualche anno prima la stazione di Porta Tosa è stata abbattuta, per lasciare spazio alla Stazione centrale in piazza Repubblica,  che ha inoltre sostituito lo scalo di Porta Nuova. Così per riqualificare l’intera area la Seao chiede  quindi al governo di acquisire una parte dell’area dismessa, ma il governo dell’epoca propone alla cooperativa di acquistare l’intera area , circa 100 mila metri quadri. Il presidente della Seao, l’avvocato e deputato della Sinistra Storica Riccardo Pavesi, accetta e di conseguenza la cooperativa versa 270.120 lire dell’epoca.

I lavori tuttavia iniziano nel 1884 e finiscono nel 1892. Tuttavia le difficoltà nel reperire fondi e le due guerre mondiali hanno finito per bloccare il progetto della città ideale, e nel 1982, l’anno del completamento del quartiere giardino di via Lincoln, i lavori sono stati interrotti. Oggi quello che rimane della città ideale è quello che sarebbe stato il nucleo: le villette colorate nei pressi di piazza 5 giornate. Le uniche realizzate nell’ambizioso piano della città ideale.

Successivamente la Seao ha venduto le abitazioni di via Lincoln che, ora, hanno prezzi di mercato decisamente alti, per tre fattori: esclusività, centralità e originalità. Senza ombra di dubbio le villette a schiera sono poche, si trovano a 10 minuti dal Duomo, e sono originali. Accanto a questi elementi devono essere presi in considerazione anche la metratura, la presenza di giardini, e la strada.

Ma tanto basta a mettere mano alla macchina fotografica, sgranare gli occhi e trascorrere un’ora avanti e indietro alla scoperta di una piccola parte di storia cittadina.

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