È la città che ha inventato Uber, Twitter e Airbnb. È l’area che si trova a due passi dalla Silicon Valley, ma che nel corso degli anni è diventata la più cara d’America. Ma è soprattutto la capitale dei senzatetto: ne sono stati censiti 7.500. È San Francisco, la città della Golden region.
Così la capitale della Summer love e della Beat generation ogni anno deve affrontare uno dei problemi sociali americani: la presenza di clochard per le strade della downtown. Per conoscere letteralmente lo stile di vita e la concezione che ogni abitante della cittadina della baia possiede, bisogna assaporare le contraddizioni che distinguono la cittadina californiana. Perché se da una parte San Francisco “ospita” le società più ricche al mondo, dall’altra vive perennemente con un bilancio sempre in difficoltà.
Così nella cittadina in cui la Tesla ha avuto i natali, è possibile incrociare pali della luce in legno, anche nei quartieri più ricchi come Russian Hills, in cui pochi metri quadrati con vista sul Golden Gate costano milioni di dollari. Un aumento degli affitti che, per i grandi economisti americani, deriva dal boom economico della Silicon Valley. Boom che tuttavia non ha incrociato le disponibilità economiche degli studenti e della classe media della Baia che, impossibilitati a coprire le spese di mutui e affitti, hanno deciso di vivere in auto, o per strada.
Così accade che il costo medio di un affitto nella Bay Area di San Francisco sia nettamente superiore a quello dell’area di New York City e accade che acquistare un immobile porti ad affrontare valori maggiori che a Manhattan. L’epicentro di questo tsunami sociale è nella Silicon Valley della California dove salari alti e mercato immobiliare da capogiro hanno generato un livello di affitti insostenibile per migliaia di persone A San Francisco decine di associazioni forniscono un letto e assistenza, ma sono troppo poche rispetto al numero in aumento dei poveri che vivono per le strade.
È la doppia faccia di San Francisco, quella che mostra la bellezza di Russian Hill e delle Painted Ladies e la povertà della gente che vive di stenti per strada. La città della baia è tuttavia un potpourri di odori, sapori e atmosfere, si passa da quella professionale che si respira tra i grattacieli della downtown, a quella libertina del quartiere italiano dove sorge il museo della Beat generation, a quella psichedelica della Summer of love. Il tutto condito dalla natura dei parchi e dell’oceano, agli odori dei baracchini del porto, alla tradizione con il Cable Car che trasportano decine di turisti al giorno lungo le salite della città, all’identità Lgbt che si mostra con orgoglio anche grazie alle battaglie di Harvey Milk.
San Francisco è quindi una città che richiama all’anno migliaia di persone, tutte affascinate dalle numerose personalità che si celano tra le vie della cittadina. Il tour nella città cantata da Scott McKenzie inizia proprio dal centro, dalla downtown con i suoi grattacieli che si stagliano nel cielo e che ogni giorno danno lavoro a migliaia di persone. Il cuore pulsante è Union Square, la piazza principale della cittadina, nonché importante punto di passaggio. Si trova “incastonata” tra hotel di lusso, bei monumenti, negozi di classe e teatri. Se siete amanti di cheesecake salite su all’ultimo piano da Macy’s e non fatevi sfuggire la Cheesecake Factory (sì è proprio quella del telefilm Big Bang Theory), qui troverete molti tipi di cheesecake americano. Tenete il naso in su per vedere uno dei palazzi più famosi della cittadina, usato come punto panoramico per diversi film e serie tv: la Transamerica Pyramid, una costruzione che sembra piombata direttamente dal film Blade Runner.
A pochi passi dal centro, anzi a poche salite di distanza dal distretto finanziario si trova Chinatown. Immergetevi nelle vie decorate con lanterne cinese e lasciatevi trasportare dal buon odore della cucina, perché qui, nel cuore di San Francisco, potrete immergervi nella Chinatown più antica degli Stati Uniti. Sì, perché il quartiere cinese della città della Summer of love è il primo agglomerato degli States e il più numeroso. Le prime comunità cinesi vi si sono stabilite intorno alla prima metà dell’Ottocento, ma la vera e propria Chinatown è stata fondata soltanto nel 1840. Delimitata da Taylor Street e dal quartiere di Nob Hill a ovest, e da Montgomery Street e il quartiere finanziario a est, l’area confina con da North Beach, Green Street e Columbus Street a nord e Bush Street e Union Square a sud. Due strade principali attraversano il quartiere: Grant Avenue, dove si trova il vero e proprio ingresso a Chinatown, caratterizzato da una porta di architettura cinese (porta del drago, chiamata anche “Chinatown Gate” su alcune mappe, sull’intersezione tra Bush Street e Grant Avenue) e da due statue di leoni sui marciapiedi, e da Stockton Street, che è tuttavia meno frequentata dai turisti, per la presenza di negozi e botteghe. Qui potrete torvare fasci di lanterne rosse appese in mezzo alla strada, dragoni decorati, tempi buddisti, portali dorati e balconi dai colori vivaci.
Se siete italiani dovete visitare North Beach, la Little Italy di San Francisco, dove si respira un’atmosfera da Beat generation, grazie alle musiche Jazz e Blues che si possono ascoltare lungo la via. Il fulcro principale è la City Lights, una libreria fondata negli anni ‘50 dal poeta statunitense Lawrence Ferlinghetti (New York, 24 marzo 1919) che ha pubblicato i primi lavori letterari della beat generation, tra cui quelli dello scrittore statunitense Jean-Louis Lebris de Kerouac, noto come Jack Kerouac (Lowell, 12 marzo 1922-St. Petersburg, 21 ottobre 1969) e del poeta statunitense Allen Ginsberg (Newark, 3 giugno 1926-New York, 5 aprile 1997). A pochi passi da questo centro culturale si trova il Museo della Beat Generation dove potrete immergervi nelle atmosfere che hanno portato alla formazione di questo movimento culturale. Simbolo del quartiere di Little Italy è la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, situata in Washington Square.
Andate a visitare il Jack Kerouac Alley, un vicolo intitolato al celebre scrittore beat (precedentemente la via era intitolata Adler Place). La stradina collega Chinatown a Columbus Avenue; proprio a ridosso del quartiere italiano di North Beach. Negli ultimi anni (anche grazie a lavori di valorizzazione terminati nel 2007) Jack Keruac Alley è spesso teatro di “reading” all’aperto. La scelta d’intitolare la strada a Jack Kerouac non è casuale. All’imbocco del vicolo ci s’imbatte infatti in un serie di locali e luoghi culto della Beat Generation come la City Lights, il Cafè Vesuvio (uno dei locali preferiti dai poeti beat) ed il Tosca Cafè (cui Kerouac si è ispirato per ambientare le storie de “I Sotterranei” ribattezzando il bar in “La Lanterna Rossa”).
Ma San Francisco è la città panoramica per eccellenza. I suoi continui sali-scendi creano infatti vedute e prospettive mozzafiato sparse un po’ per tutta la cittadina. Ci sono tuttavia alcuni punti particolarmente favorevoli: Coit Tower, la torre d’osservazione di Telegraph Hill, e Lombard Street. Il primo punto sovrasta l’intera cittadina ed è caratterizzato da questa torre, raggiungibile comodamente con un bus, o a piedi utilizzando diverse scalinate panoramiche. All’interno della torre, è alta 64 metri e inaugurata nel 1934, si trovano gli affreschi di Diego Rivera che narrano la Grande Depressione, la crisi del 1929, la povertà e le differenze sociali. Opere che portavano in se diverse critiche verso il governo, tanto da indurre il Governo a coprire parte degli affreschi.
Per scendere vi consiglio la passeggiata panoramica, lungo il lato est della collina, usando le scale di Filbert Street e passando il Grace Marchant Garden, oppure usando le scale di Greenwich Street. Entrambi i percorsi, sia la scalinata di Filbert Street che quella di Greenwich Street, offrono scorci interessanti ma vi consiglio i Filbert Steps che iniziano dall’incrocio fra Sansome Street e Filbert Street, vicino a Levi’s Plaza. I Greenwich Steps.
Fate una sosta a Lombard Street, una delle vie più caratteristiche che sorge su un’altra importante collina della città, Russian Hill. Per fare meno fatica vi consiglio di fare un viaggio in Cable Car. Usate la linea Powell-Hide, partendo dal capolinea di Market Street, e scendete quindi alla fermata Hyde St & Lombard St, che vi lascerà nella parte più alta di Lombard Street, dalla quale potrete avere una vista suggestiva su parte di San Francisco e della Baia. Scendete quindi dalle scale per osservare il lento zig zag delle auto che decidono di scendere da questa via, e scattate le foto di rito.
Dopo il Golden Gare e Lombard Street, il sobborgo più fotografato di San Francisco è senza dubbio quello nei pressi di Alamo Square, dove troverete le famose Painted Ladies, un raggruppamento di case private che per via del particolare colore ed eleganza si è guadagnato in pieno lo status di “attrazione”. In realtà a San Francisco esistono diversi caseggiati in stile vittoriano con queste caratteristiche (potrete sbizzarrirvi andando in cerca nel quartiere di Haight-Ashbury e Nob Hill per esempio), ma quelle di Alamo Square sono sicuramente le più rappresentative e fotografate. Per raggiungere la zona potete prendere l’autobus 21 che ferma all’incrocio fra Hayes e Steiner Street, proprio a 2 passi dalle ladies.
L’intenso odore dell’incenso che invade le narici, negozi coloratissimi e colmi di oggetti tipicamente vintage insegne decorate con colori sgargianti e scritte altamente retrò vi daranno invece il benvenuto ad Haight-Ashbury, il celebre quartiere di San Francisco che negli anni Sessanta ha visto nascere il movimento hippy. Qui, in un breve tour potrete vedere la casa di Janis Joplin, le case vittoriane che colpiscono per i colori accesi, e l’abitazione dei Grateful Dead, gruppo rock della metà degli anni ’60, conosciuto insieme ad altri come uno principali promotori dell’acid rock. Fate un salto al numero 710 di Ashbury Street, e al 2400 di Fulton Street dove invece troverete la casa dei Jefferson Airplane, dipinta tutta di nero proprio dai componenti della band. Fate un giro nella parte orientale della collina hippy del Golden Gate Park, dove George Harrison suonava la chitarra nella lontana estate del 1967, un ricordo nostalgico per tutti gli appassionati.
Il Golden Gate Park è un grande parco rettangolare di San Francisco visitato da più di 10 milioni di persone ogni anno. Dall’alto potrebbe ricordare Central Park per via della forma e della grandezza, ma il Golden Gate Park lo supera di 70 ettari ed è il quinto parco cittadino più visitato degli Stati Uniti. Nella sua lunghezza (4,5 chilometri), offre piste ciclabili, musei, laghetti, giardini e ampi spiazzi per rilassarsi dopo una faticosa giornata tra le salite di San Francisco. Passate dalla serra del Golden Gate Park, situata su John F Kennedy Drive, si tratta della in legno più antica degli Stati Uniti e offre ai suoi visitatori quasi 2.000 specie di piante diverse, provenienti da tutto il mondo e da diversi ecosistemi.
Fate quindi un salto nell’unico posto al mondo ad avere, nello stesso edificio, un acquario, un planetario e un museo di storia naturale. Sto parlando del California Academy of Sciences & Steinhart Aquarium, nel cui giardino potrete rilassarvi tra le citazioni di Shakespeare e più di 200 fiori e piante. Se siete amanti dell’arte e dell’architettura attraversate la strada e andate al De Young Museum, mentre la cultura giapponese è ospitata a pochi passi dal De Young Museum, con il Japanese Tea Garden. È il giardino giapponese pubblico più antico degli Stati Uniti e racchiude laghetti, sentieri e una sala da tè giapponese con differenti tipi di tè, cibo dolce e salato. Rilassatevi nella natura all’interno del parco nel parco: lo Stow Lake che circonda quella che viene chiamata Strawberry Hill, un’isoletta che ospita delle cascate artificiali alte 130 metri, le Huntington Falls.
Nei pressi della fine del parco, verso l’oceano si trovano due mulini: Dutch e Murphy, sono alti circa 20 metri e venivano realmente usati nei primi anni del ‘900. Ma dato che vi trovate in America e vi trovate nella patria del surf, attraversate la strada e andate a dare un’occhiata agli atleti che ogni giorno affrontano il mare. Vi trovate a Ocean Beach, a circa 10 miglia dal centro cittadino. Per ritornare usate i bus che passa dalla zona.
Ci sono voluti oltre 2.000 piastrelle fatte a mano e 75.000 frammenti di mosaico, specchi e vetri per creare l’incredibile scala alla 16th Avenue di Moraga. Animali, uccelli, pesci e tessere di mosaico fatti a mano arricchiscono i 163 gradini che conducono verso la 15th Avenue. Quella che è stata definita come scala più bella al mondo è il frutto di un incredibile progetto comunitario guidato da alcuni abitanti di San Francisco. 220 persone tra amici e vicini di casa si sono riuniti per coprire le scale di Moraga con un bellissimo mosaico. Ma non è solo la decorazione della scala a stupire tutti: i 163 gradini si trasformano dal giorno alla notte, da un paesaggio marino ad un cielo stellato.
Ma se dico città di mare, dico ovviamente pesce. Da mangiare e anche da pescare. Sì, perché il molo di San Francisco offre decine di divertimenti che passano dai bari ai locali, fino alle escursioni in barca armati anche di canna da pesca. Parlo del lungomare della cittadina che inizia con il Ferry Building. In passato era un nodo molto importante per i trasporti, ma adesso è diventato un emporio per buongustai. La varietà e l’assortimento dei prodotti sono infiniti e di prima scelta. Il momento migliore per visitare il Ferry Building è il Ferry Plaza Farmers Market, quando la piazza antistante è affollata di bancherelle.
Un’altra alternativa è quella di fare colazione sul molo, sui tavolini all’aperto, ammirando il mare nebbioso con un sottofondo sonoro misto, composto dal garrito dei gabbiani e dal sax di un artista di strada. Passeggiate e lasciatevi incantare dall’odore dell’oceano, mentre le gambe vi portano nel centro nevralgico del divertimento targato San Francisco: il Fisherman’s Wharf e il Pier 39.
Il molo è ancora oggi punto d’attracco per le barche da pesca ed è ancora il luogo per vivere per moltissime otarie, ma è una zona piena di negozi, locali e ristoranti. Particolarmente commerciale è il Pier 39, luogo dove potrete trovare i negozi più stravaganti: botteghe per mancini, rivenditori specializzati di calzini o calamite, negozi di peluche dove fabbricare e personalizzare il vostro orsacchiotto e molto altro. Dopo aver degustato la famosa zuppa di granchio servita in una scodella di pane, visitate le navi da guerra: Jeremiah O’Brien e Pampanito e le altre navi ormeggiate lungo l’Hyde Street Pier.
Dato che vi trovate in questa zona potrete rilassarvi facendo una passeggiata lungo l’oceano. Proseguite verso ovest dove vi imbatterete nel Fort Mason Center, una vecchia base militare riconvertita a centro di aggregazione e commerciale. Potrete affittare anche una bicicletta così da visitare in un modo molto particolare tutte l’area marina della cittadina. Proseguite verso il porto commerciale e fate un salto sul molo per ascoltare la musica dell’oceano grazie all’installazione sonora del titolo Organ Wave. Il suono cambia in base al tempo, al vento e alle maree.
Prendete Marina boulevard e arrivate fino al Palace of the Fine Arts, dove potrete ammirare la struttura contornata da un lago artificiale. Verso il Golden Gate vi imbatterete nel Crissy Field Marsh, un’oasi naturale in cui è possibile vedere decine di specie di uccelli. Lungo la passeggiata vedrete il Golden Gate Bridge, forse avvolto dalla nebbia, fino ad arrivare a Fort Point, una delle numerose batterie militari costruite lungo la costa per presidiare l’intera zona.
Se vi trovate a questo punto non potente non attraversare il Golden Gate. Copritevi bene, il vento è sempre molto forte, e iniziate i due chilometri e mezzo che vi separano dalla penisola di Sausalito. Una volta attraversato il lungo ponte, e ammirato il paesaggio che si staglia sotto i vostri piedi, vi troverete in un belvedere, ottimo per scattare foto. Attraversate la strada tramite il sottopassaggio e prendete il bus. Ok il viaggio sarà lungo, ma ne varrà la pena. Sì, perché il bus in questione vi porterà nei pressi di Rodeo Beach, un’altra spiaggia molto gettonata dagli amanti del surf. Qui tra il rumore delle onde, potrete osservare la costa rocciosa che caratterizza San Francisco. Lungo la linea del bus troverete diverse fermate, per fare una visita alle postazioni militari e alla base missilistica realizzata a pochi passi dal centro veterinario e oceanografico dell’Università.
Ma la cittadina della corsa all’oro è la capitale dei diritti gay. Sì, perché qui negli anni Settanta l’attivista Harvey Milk ha iniziato la battaglia per i diritti degli omosessuali. E il quartiere Castro ne è ancora una manifestazione. Non solo per la presenza della piazza dedicata a Milk che ospita uno degli ingressi della metropolitana, ma anche per la presenza di negozi e ristoranti gay friendly. Nato come area per i migranti scandinavi prima e irlandesi poi, Castro vive la sua fortuna con i movimenti hippies, tanto da ospitare le comunità gay dell’epoca.
Costruito in una zona rurale della città, oggi Castro è uno dei quartieri più trendy e alla moda, con tanto da fare e da vedere, sia durante il giorno ma soprattutto durante la notte, quando lo si può esplorare, e godere dei suoi divertimenti, in piena sicurezza. Cosa vedere? Iniziate dal Castro Theater, il teatro costruito nel 1922 dai fratelli Nasser. Oggi è uno dei pochi palazzi del cinema costruiti negli anni ’20 ancora in attività. Gli arredamenti denotano influenze orientali, spagnole e italiane. Fate un salto al Twin Peaks Bar, fondato da una coppia omosessuale negli anni ’70 e considerato un po’ come la sua porta d’ingresso. Camminate lungo la strada e raggiungete le strisce pedonali che, in occasione del Pride, si colorano della bandiera Lgbt.
Confina con Castro e South Market, Mission District, il quartiere latinoamericano della città. Ancora oggi l’area conserva la sua anima eclettica e multiculturale, rimanendo il centro della cultura latina della città. E lo fa in particolar modo nelle sue arterie principali, ed in particolare Mission Street, tra la 14ma e Cesar Chavez Street. Mentre Valencia Street è diventata il cuore tecnologico del quartiere, anche se mantiene ancora un legame con la popolazione di artisti che la abitava prima dell’avvento dei techies.
Ma quello che non potete perdere in questo quartiere sono i murales. Girando per Mission District cis i può imbattere in murales che esprimono bene l’atmosfera artistica che si respirava, e si respira tuttora, nel quartiere. Un murales da non perdere assolutamente è la facciata del n° 826 di Valencia Street, dipinta da Chris Ware. Stupore e incanto invece per le opere di Balmy Alley, dove le facciate degli edifici sono state interamente decorate da splendidi murales degli artisti locali, che continuano ad abbellirle dal 1971, oppure da Clarion Alley, le cui facciate sono state dipinte dalle generazioni di artisti degli anni ’90, ispirati dai murales di Balmy Alley. Imperdibili anche il Food Chain Mural, in stile anni ’50, di Brian Barneclo, al 1800 di Folsom Street e il Maestra Peace Mural del Women’s Building, che celebra l’universo femminile.
Fate un salto a Mission Dolores, la Missione che, fondata nel 1791, è la sesta di 21 missioni francescane della California. Il complesso comprende due chiese, di cui una è la Mission San Francisco de Asìs, che, insieme al Presidios’ Officers’ Club, è l’edificio più antico della città. La chiesa è dipinta con affreschi tipici della popolazione Ohlone. La Missione è anche sede di un museo che ne racconta la storia.