Si intravede della Limina, la strada che collega la costa ionica con la piana. E si apre al mondo con i suoi colori vivaci, le sue geometrie che si inseguono come in un labirinto metafisico, e l’antichità del luogo che evoca storie antiche seppure contemporanee. È il Musaba, il Museo di Santa Barbara che sorge a Mammola nell’entro terra reggino nell’antico Complesso Monastico di Santa Barbara.
Il parco museo laboratorio nasce nel 1969 grazie agli artisti Nik Spatari e Hiske Maas e si sviluppa intorno ai resti del complesso in piena armonia con la natura. Così da creare un universo parallelo in cui arte, architettura e paesaggio si fondono perfettamente. In un mix di colori che dagli anni Ottanta ha creato nel piccolo centro del reggino un luogo ricco di sculture poi trasformatosi in breve tempo come il primo e unico museo all’aperto della regione, uno dei pochi in Europa che è anche laboratorio di sperimentazione artistica e di tutela del paesaggio.
Tra le sculture site specific sparse per la struttura si stagliano nel blu del cielo “Fountain” dell’artista taiwanese Jin Jong Chen, la “Donna Fontana” realizzata nel 1987 da Stevie Kerwin, poi ricoperta con frammenti colorati nel 2006 dallo stesso Nick Spatari. Lui, che ha lavorato con i grandi del Novecento da Picasso a Le Corbusier, Da Jean Cocteau a Max Ernst, ha imparato da solo e da autodidatta e con il tempo si è aperto e ha aperto il parco alle collaborazioni.
Si erge sulla collina il “Concetto Universale” diventato il simbolo del Musaba con i suoi raggi solari colorati che si elevano all’infinito e l’opera “Fireman” dell’artista calabrese Italo Sganga, ispirata alla protettrice Santa Barbara.
Ma prima di salire verso la Rosa dei Venti, lo spazio museale dove sono custodite le opere dell’artista, bisogna fare una visita nella Foresteria del Musaba. Perdetevi tra i colori del labirinto vivace pieno di stanze, adibito sia a zona residenziale sia a laboratorio.
Proprio qui Spatari organizza attività formative stimolando la creatività dei giovani artisti provenienti da tutto il mondo. I ragazzi possono prendere parte a corsi e stage di mosaico e architettura. Ma la bellezza della foresterie risiede nei mosaici colorati. Al suo interno sono infatti custoditi 1000 metri quadrati di mosaici monumentali in progress. Un’infinità di tasselli colorati che danno vita a scene del Vecchio e del Nuovo Testamento. Al centro, c’è la scultura “L’ombra della Sera”: un omone di ferro alto 15 metri che si allunga verso il cielo, incatenato tra i cavi di acciaio che lo sorreggono per non farlo precipitare.
Tra le tante realizzazioni, all’interno dell’ex chiesa si trova “Il sogno di Giacobbe” più conosciuto come “La Cappella Sistina della Calabria”. Si tratta di un’opera monumentale che attira a Mammola numerosi turisti, circa 20 mila ogni anno. Lungo 14 metri, largo 6 e alto 9, “Il sogno di Giacobbe” si estende nell’abside e nella volta della chiesa. La tecnica utilizzata per realizzarlo è un’invenzione di Spatari. Spatari ha ritagliato le silhouette su fogli di legno leggero, le ha poi dipinte e applicate come rilievi sospesi nell’aria. Questo gigantesco dipinto tridimensionale copre tutto lo spazio della volta e dell’abside della cappella ed è stato in cinque anni, tra il 1990 e il 1994.
Il nucleo del Musaba è tuttavia l’unione di Spatari e Hiske. Lui calabrese, lei olandese, si incontrano a Parigi nel 1963 e per non lasciarsi più. Nel 1966 nel cuore di Brera hanno aperto una galleria d’arte, ma nel 1969 stanchi della città si trasferiscono a Mammola.
E inizia qui, nel cuore della Locride, la storia del Musaba. Perché la coppia con l’aiuto di volontari riporta alla luce i resti dell’antico complesso monastico del X secolo, e decide di inaugurare lo spazio espositivo nel 1971, quando le antiche mura diventano i muri per le loro opere. Il Museo nasce lentamente, da complesso monastico si trasforma in un parco artistico e si trasforma da luogo abbandonato e coperto di macerie in museo colorato.
Per visitare il Musaba senza guida si paga 10 euro per gli adulti, per i bambini fino ai 6 anni è gratuito, dai 7 ai 15 costa 5 euro. Comprende la visita del Parco, della Foresteria, della Rosa dei Venti e dell’ex Chiesa di Santa Barbara che custodisce il Sogno di Giacobbe. Per una visita guidata (da prenotare con anticipo) occorre un numero di minimo 15 persone e il prezzo è di 15 € ciascuno. Per i gruppi superiori a 30 il costo del biglietto è 13 euro. I bambini fino a 6 anni non pagano, mentre dai 7 ai 15 anni la visita costa 8 €. Il Musaba è aperto tutto l’anno, da lunedì a domenica, tranne Natale e Capodanno. Dal 1 settembre al 30 aprile l’accesso è consentito dalle 9 alle 14, dal 1° maggio al 30 agosto dalle 9 alle 18.