Sono lì da migliaia di anni. Da quando le popolazioni autoctone hanno sentito l’esigenza di scavare segni nella roccia per rappresentare sia la realtà della vita quotidiana pastorale e agricola, sia figure simboliche e fantastiche. L’arte rupestre in Val Camonica è segnalata su circa 2000 rocce in oltre 180 località comprese in 24 comuni, con una particolare concentrazione nelle municipalità di Capo di Ponte, Ceto (Nadro), Cimbergo e Paspardo, Sonico, Sellero, Darfo Boario Terme, Ossimo dove esistono 8 parchi attrezzati per la visita.
E sempre in Val Camonica è presente il primo sito Unesco Italiano che, istituito nel 1979, intende valorizzare le oltre 140mila figure ritrovate sulla pietra. Il parco delle incisioni rupestri si trova nella provincia di Brescia, a Capo di Ponte in località Naquane.
Il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri è stato istituito nel 1955, e risulta come il primo parco archeologico italiano. Si estende su una superficie di 143.935 metri quadrati in località Naquane, sul versante idrografico sinistro della Valle Camonica, tra i 400 e i 600 metri sopra il livello del mare. Al suo interno si trovato circa 104 rocce in arenaria che è stata levigata dai ghiacciai. Il Parco offre 4 percorsi di visita che si snodano attraverso sentieri facilmente percorribili per circa 3 chilometri. Il visitatore, a seconda del tempo a disposizione e dell’interesse, può optare per una visita veloce (almeno 1 ora) o per una visita più accurata che può svilupparsi per diverse ore.
Il percorso di colore arancione, che inizia all’ingresso, costituisce l’itinerario base dal quale si dipartono gli altri. Il visitatore può quindi scegliere uno o più itinerari in funzione delle incisioni che desidera vedere o del tempo che ha a disposizione: la visita completa di tutti i percorsi richiede circa 4 ore. Le rocce indicate nei percorsi sono numerate, segnalate da cartelli e, in alcuni casi, corredate da pannelli didattici con testi in italiano ed inglese, che illustrano le principali tematiche delle figure incise.
Proprio qui, su queste pietre di migliaia di anni sono state incisi diversi disegni, così da indurre l’Unesco a decretare la zona patrimonio mondiale dell’umanità. Questo grazie all’unicità del fenomeno e per l’importanza del contributo scientifico che lo studio delle incisioni ha apportato alla conoscenza della preistoria dell’uomo.
L’arte rupestre si è sviluppata in Valle Camonica tra la fine del Paleolitico Superiore (tra 13.000 e 10.000 anni da oggi) e l’età del Ferro (I millennio avanti Cristo), epoca di particolare fioritura del fenomeno, che è durata anche in età storica, romana, medievale e moderna.
Secondo gli studiosi le incisioni sono state realizzate lungo un arco di tempo di ottomila anni, fino all’Età del ferro (I millennio avanti Cristo); quelle dell’ultimo periodo sono attribuite al popolo dei Camuni ricordato dalle fonti latine. Tuttavia la tradizione petroglifica non si è esaurita velocemente, secondo i ricercatori, infatti, esistono poche incisioni di epoca romana, medievale e perfino contemporanea, fino al XIX secolo. La maggior parte delle incisioni è stata realizzata con la tecnica della martellina; in numero minore quelle ottenute attraverso il graffito
In diversi casi le figure sono sovrapposte senza ordine, ma nella maggior parte dei casi i disegni hanno una relazione logica. Così come il loro accostamento. Spesso illustrano infatti un rito religioso, un fatto quotidiano, come una battuta di caccia o una sessione di lotta. Il tutto con figure schematiche che devono rappresentare l’idea di quello che è accaduto. Proprio in Val Camonica il segno più presente è la Rosa camuna, adottata come simbolo ufficiale della regione Lombardia. Nel dialetto locale della Valle Camonica le incisioni rupestri vengono indicate col termine riduttivo di pitoti, ovvero pupazzi.
Le rocce incise sono tuttavia raggruppate in due aree: nella Bassa Valle sulle colline di Luine e di Gorzone (al limitare delle sorgenti di acque ferruginoso-magnesiache di Boario Terme) e nella Media Valle nei territori dei comuni di Capo di Ponte, indiscusso centro dell’arte rupestre, di Ceto, Cimbergo, Paspardo e Sellero, un’area dominata a Est dal suggestivo Pizzo Badile e ad Ovest dalla Concarena.
Al termine della visita, del costo di sei euro, siamo andati a fare un giro sul lago di Endine che visto il freddo glaciale e il tempo era ghiacciato. Giusto il tempo di fare due passi sulle lastre di ghiaccio e ritornare indietro per evitare spiacevoli conseguenze.