Alla scoperta di Monreale, due passi nella cattedrale e nel chiostro

È stato definito il tempio più bello del mondo. E senza ombra di dubbio il Duomo di Monreale è uno degli esempi architettonici più belli e suggestivi del mondo. I turisti, che arrivano da ogni parte del mondo, ne rimangono incantati, non solo per l’interno fatto di mosaici bizantini, ma anche per il chiostro, dove l’arte normanna prende vita tra i portici e i mosaici delle colonne. Da luglio 2015 stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco, insieme al circuito Palermo arabo-normanna. Questo anche grazie agli oltre 18000 chili di oro zecchino usati per raccontare la storia del Cristianesimo all’interno della basilica.

Alla facciata semplice e lineare,  si contrappone tuttavia l’interno che è decorato da decine di mosaici che raffigurano scene dell’Antico e Nuovo Testamento, e che rivestono tutte le pareti della chiesa, per un totale di 6340 metri quadrati. In fondo alla chiesa, costruita seguendo lo schema della croce latina, si trova il famoso Cristo Pantocratore, imponente immagine che rappresenta il volto di Cristo, tipica dell’arte bizantina ed arabo-normanna.

Da una parete all’altra scorre la storia della salvezza: dai vari momenti della Creazione alle scene di Adamo ed Eva, di Caino e Abele, di Noè e dell’Arca; della torre di Babele e di Sodoma e Gomorra; e ancora, l’annuncio della venuta del Cristo, la sua nascita, i suoi miracoli, la sua morte e la sua resurrezione; gli apostoli, la loro missione nel mondo, sino alla solenne abside centrale dove con il Cristo ammiriamo le schiere dei cherubini e dei serafini, la Vergine, i santi.

Nulla a confronto del famoso chiostro che fa parte del complesso dell’abbazia benedettina di Santa Maria la Nuova, fondata nel 1174 per volere del re normanno Guglielmo II.  Di forma quadrata, è caratterizzato dalla presenza di arcate ogivali su colonnine binate, tetrastili ai quattro angoli, variamente decorate a mosaico, a “chevron” o con motivi fitomorfici tardo-classici. Analogamente, ricca e varia è la decorazione dei capitelli dove si ritrovano temi legati all’iconografia religiosa, Vecchio e Nuovo Testamento, animali tratti dal bestiario medievale e della tradizione mediorientale a motivi fitomorfici.

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