Archeologia, alla scoperta del parco di Segesta

Luogo magico e ancora vivo, il parco archeologico di Segesta regala ancora oggi profonde emozioni. Non solo per la presenza di architetture capaci di sbalzare i visitatori indietro nel tempo, ma anche per la particolare location in cui gli antichi Elimi, i cittadini scappati da Troia, hanno deciso di costruire il proprio centro abitato.

Perché a Segesta, a pochi chilometri da Calatafimi, sorge uno dei Templi più belli della Magna Grecia e un anfiteatro che, sorgendo sul golfo di Castellamare,  ancora oggi sopravvive alle stagioni e al tempo che passa.

Dopo la sua fondazione, la città è diventata  uno dei centri più importanti del Mediterraneo, tanto da coinvolgere anche Atene e Cartagine nella sua secolare ostilità verso Selinunte. Nel  408 a.C  grazie all’aiuto dei Cartaginesi,  Selinunte viene distrutta  ma, cento anni dopo, la stessa sorte tocca a Segesta per mano di Agatocle di Siracusa.

Il periodo di grande splendore termina con la prima guerra punica e la cittadina passa sotto il dominio dei Romani. La città ha allora conosciuto un altro periodo di splendore grazie alla leggenda dell’origine di Troia e per questo motivo viene esentata dal pagamento dei tributi.

La fortuna e la bellezza del parco si deve tuttavia ai suoi due monumenti più importanti: il tempio dorico e il teatro, nonostante la presenza di 12 siti da visitare. Tuttavia, nonostante l’area richiami all’anno migliaia di turisti, è ancora oggi oggetto di ricerche e scavi. Sul Monte, dove si trova il teatro, sono infatti emersi i resti di un castello, di una moschea  costruita nel periodo musulmano, e di una chiesa fondata nel 1442. Ma l’urbanistica di Segesta è ancora in fase di studio, si indaga un  tracciato viario su un’agorà e alcune abitazioni. Ai due luoghi sacri che si trovavano fuori dalla cinta muraria, al Tempio (430-420 a.C.) e al Santuario di contrada Mango (VI-V sec. a.C) si è aggiunta anche una necropoli ellenistica, scoperta di recente.

Il  Tempio è  formato da 36 colonne, 6 sul lato minore e 14 sul lato maggiore, e sembra sia stato costruito intorno al  V secolo a.C.. La struttura, che al tempo degli Elimi si trovava fuori dalla cinta muraria, non è stato mai completato. Ma è una costruzione avvolta dal mistero, in particolare per la sua posizione: è stato infatti costruito a  strapiombo su un dirupo. E non solo. Perché ancora oggi le motivazioni che hanno spinto gli elimi a costruirlo sono sconosciute.

In cima a Monte Barbaro si trova il Teatro ellenistico, costruito nel II sec. a.C, quando Segesta era già città libera sotto i Romani. È considerato uno dei teatri più belli del periodo classico, sia per l’ottimo stato di conservazione  che per la sua spettacolare posizione sul  Golfo di Castellammare e sulle colline trapanesi. Ha un diametro di circa 60 metri ed una  scalinata scavata nella roccia che ogni anno richiama gli amenti del teatro, dal momento che qui vengono messi in scena diversi spettacoli.

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