Cento passi per la legalità. Quelli che Peppino Impastato, aka Enrico Lo Cascio, ha percorso decine di volte quando era in vita, e quelli che decine di persone hanno fatto in occasione del Tour dei 100 passi nei luoghi della memoria di Peppino Impastato.
Il tour, che è una delle tappe del programma di Scruscio, il Festival sulla Sicilia e i siciliani, è partito da Palazzo D’Aumale sul Lungomare Peppino Impastato a Terrasini. Qui, dopo un momento di incontro con Giovanni Impastato che, insieme agli amici di Peppino, ha fatto da guida a tutto il percorso, con un pullman abbiamo raggiunto la vecchia sede di Radio Aut a Terrasini. La radio, che è stata fondata nel 1977, aveva la sua sede a Terrasini, e veniva trasmessa sulla frequenza di 98.800 Mhz. La radio era gestita in regime di autofinanziamento e Peppino la utilizzava per denunciare i potenti mafiosi del paese in cui viveva ed in quello di Terrasini. Lo faceva nella sua trasmissione: Onda pazza. La radio ha chiuso qualche mese dopo l’uccisione dello stesso Peppino. Nel maggio del 2001 è nata l’Associazione Radio Aut. Nel maggio 2003 la famiglia e i compagni di Peppino hanno messo una targa nell’edificio dove aveva sede la radio.
Poi a bordo di un pullman abbiamo percorso quello che familiari, amici e inquirenti pensano possa essere stato l’ultimo tragitto di Peppino dalla radio verso casa a Cinisi. Una tappa al Casolare, luogo dell’omicidio di Peppino, che oggi è diventato una tappa importante per tanti ragazzi e ragazze durante la mattina del 9 maggio. E non solo, perché questo luogo emblema di memoria, diventerà un bene pubblico. La giunta regionale siciliana, su proposta del governatore Nello Musumeci, ha completato l’iter burocratico per procedere all’espropriazione dell’immobile e del terreno circostante, già dichiarato di interesse culturale con decreto di vincolo del 12 agosto 2014. Qui tra gli ulivi e le colline, Peppino è stato assassinato. Era il 9 maggio del 1978. Gli assassini hanno cercato di far credere che il giornalista avesse tentato di far saltare i binari della ferrovia, ma la caparbietà dei suoi compagni, della famiglia e della mamma Felicia, che hanno trovato in un vicino casolare una pietra con il suo sangue, ha permesso che la verità venisse fuori. Ora, il casolare in contrada Feudo si trova in stato di abbandono e degrado. Per questo motivo durante la manifestazione del 9 maggio 2013, è stata consegnata all’allora Presidente della regione siciliana, Rosario Crocetta, una petizione con più di 25 mila firme in cui si chiede il recupero del casolare e la conservazione in luogo della memoria.
Dopo un momento di raccoglimento davanti alla struttura in cui Peppino è stato picchiato e ucciso, ci siamo mossi verso il bene confiscato Fiori di Campo, gestito dalla Cooperativa sociale Libera-mente. Qui, decine di ragazzi italiani e stranieri, fanno campi di formazione per la costruzione di un coscienza sociale e partecipazione attiva.
Siamo quindi arrivati a Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato perfare una visita all’interno della casa dove Peppino e la sua famiglia hanno vissuto, aperta a tutti i visitatori per volontà di mamma Felicia, che voleva raccontare le lotte del figlio contro la mafia e la verità sul suo assassinio. Nella primavera del 2005, poco dopo la scomparsa di Felicia avvenuta il 7 dicembre 2004, la casa è diventata un Museo di giustizia e verità, luogo di cultura, memoria, arte e impegno, punto di riferimento per tanti giovani e non solo.
Da lì abbiamo percorso i famosi Cento passi. Grazie alle pietre d’inciampo che collegano simbolicamente la casa di Peppino e l’ex Casa Badalamenti. Sul marciapiede sono state installate mattonelle create dall’artista Fabio Butera. Opere che riprendono e ricordano i simboli della legalità e della vita di Impastato.
Passo dopo passo è possibile ricostruire la memoria civica in “un susseguirsi di simbologie e rimandi che possano contribuire a far “inciampare” e riflettere gli spettatori-visitatori”, come è scritto sul sito di Casa memoria. Il 9 maggio 2012 sul marciapiede è possibile vedere le prime pietre di memoria con le frasi di una poesia di Peppino.
Proseguendo abbiamo fatto visita nell’ex casa di Badalamenti che oggi è una biblioteca. Qui, dove le mura hanno raccolto i peggiori ordini e dove forse è stato concertato e deciso l’omicidio di Impastato, oggi si trovano libri e informazioni di legalità. In un bene confiscato che è stati riconsegnato all’intera collettività. La casa di Gaetano Badalamenti è stata infatti consegnata al sindaco di Cinisi domenica 9 maggio 2010, alla fine del corteo per ricordare il 32° anniversario della morte di Peppino Impastato. La confisca ha seguito un lungo iter, cominciato il 4-4-1985, quando i giudici Falcone, Borsellino, Guarnotta e Di Lello hanno emesso il primo decreto di sequestro. I legali di Badalamenti hanno avanzato una serie di ricorsi, fino ad arrivare al provvedimento del tribunale di Palermo, n. 7/0 del 26-11-07, divenuto definitivo il 4-11-09 che ha definitivamente chiuso l’iter giuridico di confisca del bene, passato al demanio dello stato, e adesso consegnato ufficialmente al Comune di Cinisi.