Il 9 novembre di trenta anni fa il simbolo della Guerra fredda e della contrapposizione tra blocco occidentale e sovietico è caduto. Erano le 23.30 del 9 novembre 1989 quando, la folla assiepata lungo la frontiera a Bornholmer Strasse è riuscita a passare dall’altro lato della città. Proprio in quel momento il muro che, per decine di anni ha diviso la città di Berlino, è caduto. Tutto inizia qualche ora prima quando il regime comunista convoca una conferenza in diretta tv per annunciare le nuove regole sui viaggi verso l’ovest. E in occasione dell’incontro con i giornalisti, il corrispondente dell’Ansa Riccardo Ehrmann, decide di porre solo tre domande. Per meglio comprendere il provvedimento del partito sull’allentamento delle restrizioni previste dalla legge che impediva l’espatrio ai cittadini della Ddr.
Il cronista italiano chiede se l’allentamento delle restrizioni valesse anche per Berlino Ovest e Günter Schabowski il segretario risponde positivamente. La seconda domanda riguarda l’uso di passaporti, per il segretario il passaggio può essere fatto anche con un solo documento. Ma è con la terza domanda che la storia cambia. Perché Ehrmann chiede da quando i provvedimenti sarebbero entrati in vigore. Dopo un momento di imbarazzo in cui Schabowski sfoglia le pagine del provvedimento risponde: “Qui non c’è scritto, ma sono certo che è da subito. Da questo momento”.
In una notta la cortina di ferro culminata con la costruzione del muro nel 1961 crolla. Ma un muro che cade è un muro, anzi diversi muri che vengono innalzati. Ancora oggi diversi stati hanno deciso di alzare strutture per motivi diversi.

Nel 2013 l’Arabia Saudita ha eretto un muro di 1800 chilometri che la divide dallo Yemen. Il motivo? Il tentativo di difendersi dai terroristi di Al Qaeda e dal traffico di droga proveniente dallo stato vicino.
Due distinte separazioni fisiche, una di 8 l’altra di 12 chilometri, sono state erette tra il Marocco e le città di di Ceuta e Melilla. All’origine della costruzione c’è il tentativo di contrastare l’immigrazione clandestina e il contrabbando.
È diventato famoso per i flussi turistici il muro sorto nel 1974 a Cipro che corrisponde alla linea del cessate il fuoco voluto dall’Onu in seguito al conflitto che divise l’isola. Lo sbarramento divide infatti la parte meridionale da quella settentrionale.
Nel 2014 il governo bulgaro per contrastare i flussi migratori ha pensato bene di erigere un muro, il cui tracciato risale al 1878, al momento dell’indipendenza della Bulgaria dall’Impero ottomano. Il muro, eretto tra Bulgaria e Turchia, è stato terminato nel 2017 ed è lungo 200 chilometri. E’ attraversabile solo in tre punti e ha sensori ogni 20 metri, che registrano cambi di temperatura e movimenti improvvisi. I doganieri sono in tutto 1800 e riescono a essere sul posto entro 15 minuti. Il Corpo europeo di frontiera ha inviato sul posto 133 persone e numerosi veicoli per il pattugliamento.
È lungo 700 chilometri e largo 90 centimetri il muro che separa Iran e Pakistan. Eretto nel 2007 il muro ha un unico obiettivo: il protezionismo. L’Iran, negli ultimi anni, ha infatti avviato una metodica chiusura delle frontiere, soprattutto verso i sunniti e i trafficanti di droga.

Alta cinque metri, sormontata da filo spinato e torri di controllo alte 30 metri, telecamere di sicurezza e allarmi la barriera voluta dal ministro israeliano Netanyahu separa Israele dall’Egitto. Il muro si estende dal porto israeliano di Eliat, sul Mar Rosso, fino alla Striscia di Gaza, affacciata sul Mediterraneo e ha l’obiettivo di contrastare terrorismo e immigrazione irregolare.
È invece nato per arginare i contagi tra il bestiame ed evitare anche lo sconfinamento delle mandrie il muro eretto tra Zimbabwe e Botswana. Tuttavia l’origine della costruzione è imputabile alla volontà di contrastare l’immigrazione clandestina.
Si chiama invece zona demilitarizzata quella che esiste tra Corea del Nord e Corea del Sud. È una sorta di inea di demarcazione che corre lungo il 38° parallelo ed è in piedi dal 1953. In seguito alla guerra tra le due Coree, lungo i 248 km del confine è stata realizzata una zona demilitarizzata coreana, larga 4 km. La linea è segnalata da 1.292 cartelli identici piazzati lungo il percorso. Sul lato nord i cartelli sono scritti in Chosongul e Cinese, mentre sul lato sud in Hangul e Inglese.
Il muro costruito tra Marocco e Sahara occidentale, Berm ha invece lo scopo di difendere il territorio marocchino dal movimento indipendentista Fronte Polisario. In realtà la barriera consta di otto juri difensivi edificati in diversi periodi.
A Belfast e Derry si trovano invece muri di separazione che hanno una lunghezza variabile (fino ai 4 km) e che separano le zone cattoliche da quelle protestanti. I muri raggiungono gli 8 metri, sono fatti di metallo e cemento. Hanno reticolati di filo spinato e dei cancelli sorvegliati dalla polizia che vengono chiusi di notte. I primi tratti di muro furono costruiti nel 1969 in seguito allo scoppio dei cosiddetti Troubles, la fase più recente del conflitto nordirlandese. Negli anni sono diventati tra i muri nel mondo più visitati.
È iniziato con l’amministrazione Clinton ed è proseguito con Trump il muro che separa gli Stati Uniti dal Messico. I suoi 1.000 chilometri iniziali sono stati potenziati con un progetto che punta ad aggiungere altri 1600 km. Il confine con il Messico è uno dei più attraversati del mondo. L’obiettivo degli Stati Uniti è quello di impedire l’arrivo di migranti irregolari messicani e bloccare il traffico di droga.
È lunga 730 km la barriera che divide israeliani e palestinesi. Serve per impedire l’ingresso nello stato di Israele dei palestinesi e per evitare attacchi terroristici. Il tracciato è stato ridisegnato più volte su pressioni internazionali. Ingloba quasi tutti i pozzi d’acqua e rende impossibile l’accesso alle terre coltivate da parte degli agricoltori palestinesi e l’isolamento di certi villaggi.

La Line of control tra India e Pakistan si sviluppa per 550 km e non rappresenta un vero e proprio confine internazionale, dal momento che le due nazioni rivendicano la zona del Kashmir, su cui sorge la linea di demarcazione. La linea è stata stabilita al termine della guerra indo-pakistana del 1971, come linea del cessate il fuoco dietro cui dovevano attestarsi gli eserciti dei due belligeranti.
La linea che corre lungo il confine tra Kuwait e Iraq si snoda per tutta la lunghezza del loro confine comune dall’Arabia Saudita al Golfo Persico. Costruita a partire dal 1991, immediatamente dopo l’inizio della prima Guerra del Golfo, sotto l’autorizzazione del Consiglio di sicurezza dell’ONU, ufficialmente serve per arginare un’eventuale nuova invasione del Kuwait da parte dell’Iraq. A gennaio del 2004 il Kuwait ha presentato un progetto per aggiungere altri 217 km alla barriera.
Il muro tra Thailandia e Malesia è stato invece fortemente voluto dal primo ministro thailandese Chulanont, arrivato al potere con un colpo di stato del 2006. Il suo obiettivo era contrastare l’arrivo di armi destinate alla guerriglia musulmana e separatista.
La Cina nel 2003 ha approvato la costruzione di un muro di divisione con la Corea del nord. Il progetto è stato implementato dopo gli esperimenti nucleari portati avanti dal governo di Pyongyang e alla fuga di numerosi profughi nord-coreani che hanno poi chiesto asilo politico in Cina.
Anche l’Italia ha avuto il suo muro. Ci troviamo a Padova dove nel 2006 era stata eretta una recinzione, poi abbattuta, per tutelare l’ordine pubblico nel quartiere di via Anelli. La recinzione separava la parte posteriore del Complesso Serenissima (situato in via Anelli, nella prima periferia di Padova) dai giardini e cortili privati di pertinenza delle abitazioni situate in via De Besi, strada chiusa vicina al complesso, non direttamente comunicante con via Anelli. Lo scorso 12 ottobre sono state avviate le attività di demolizione non solo della cancellata, ma dell’intera area. Entro tre mesi verranno infatti abbattute sei palazzine.