Tradizione e innovazione. In un intreccio millenario in cui il passato della ferrarezza si fonde e si confonde con le installazioni in giro per il borgo. Così da fare di Bienno, piccolo centro in provincia di Brescia, il Borgo degli artisti. Perché qui i n mezzo ai colli l’amministrazione comunale ha deciso di investire nel settore artistico, arricchendo le strade e i belvedere di opere d’arte e installazioni capaci di raccontare la storia del borgo.
Si tratta dell’ennesimo riconoscimento per il paese della Valle Camonica, perchè Bienno è stato inserito nell’elenco dei Borghi più belli di Italia e ha ottenuto la bandiera arancione del Touring club. Il merito? Della bellezza delle vie in cui perdersi con il naso all’insù, della storia che si perde nel tempo e dei percorsi di visita del borgo.
Nato in posizione strategica sulla cima di della collina bresciana circondata dalle vette della Concarena e della Presolana, Bienno si sviluppa nella Val Grigna, dove scorre l’omonimo torrente. E sono proprio le sue acque, incanalate per sfruttare al meglio la loro potenza, che hanno reso il paese così importante in epoca antica. I canali che hanno dato il nome al borgo (“biennium” è il termine latino che li identifica) avevano un tempo la funzione di trasportare le acque fino alle numerose fucine che hanno dato lavoro a centinaia di persone. Per questo motivo il Comune ha deciso di tutelare e promuovere i percorsi capaci di raccontare la storia del borgo.
Il primo itinerario racconta di pietre e di acqua, l’elemento che accompagna la scoperta del sentiero del Vaso Re e la tradizione industriale del borgo. Qui tra la valle dei Magli e la Val Grigna, dentro il Parco dell’Adamello, è racchiusa la storia delle fucine, del mulino e dell’opificio. Ma a pochi passi dalla macina in pietra grazie alla quale veniva realizzata la farina da polenta, si trova l’antico lavatoio e ancora più avanti ci si imbatte in una fucina in cui sono ancora presenti due elementi tipici del borgo: maglio ad acqua. Non a caso le fucine sono rimaste operative fino alla fine del ‘900.
Il secondo percorso si dipana tra i ciottoli del centro storico. Si imbocca via Contrizio e ci si imbatte subito si a palazzo Simoni Fè. Il suo nucleo originario risale al XV secolo, oggi il piano terra è stato donato al comune, che ne ha tratto una scuola materna e una biblioteca pubblica. Più avanti si trova la torre Avanzini realizzata nel 1075.
Al lato si apre una piccola via che porta alla piazza su cui si affaccia la chiesa di Santa Maria Annunciata, costruita nel XV secolo tra i vicoli stretti e le alte case. Ritornate in via Contrizio dove troverete casa Bettoni, un palazzotto rinascimentale che ha conservato la struttura originaria. In cima alla via c’è un imponente portale di quella che era la torre Rizzieri. Si arriva quindi dunque in piazza Castello con l’antica torre Mendeni e, continuando la salita, si passa sotto un’altra torre più minuta rispetto alle precedenti. Proprio qui vo troverete davanti la chiesa seicentesca e il suo ampio sagrato, proprio di fronte alla chiesa, dedicata ai santi Faustino e Giovita, c’è palazzo Francesconi con la galleria affrescata dal Fiamminghino.
A circa 4 chilometri da Bienno si trova la grande scultura del Cristo Re che, dal 1931, domina il cuore della Calle Camonica. Dall’alto del colle della Maddalena la statua realizzata da Timo Bortoletti in oro zecchino, è stata edificate per rendere solenne la Conciliazione tra lo Stato del Vaticano ed il Regno d’Italia attraverso i Patti Lateranensi.
Alla base della statua si trova una cappella a ricordo dei Caduti di tutte le guerre dell’intera Valle, al suo interno è stato posto un crocifisso con Maria Maddalena, l’apostolo san Giovanni e la Madonna. La chiesa dedicata alla Maddalena è stata ricostruita nel secolo scorso, mentre la vicina sala di Santa Marta regala bellezza con i suoi affreschi databili tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento.