
L’eco del Palio è presente in ogni vicolo, in ogni strada. Perché a Siena l’appartenenza a una contrada è questione di nascita. Nessuno fa il tifo per la propria Contrada, ma si appartiene ad essa. Ogni anno viene infatti celebrato il battesimo contradaiolo, in cui il Priore consacra i nuovi nati o chiunque voglia farne parte. Solitamente i neonati “appartengono” alla Contrada in cui nascono, mentre per i piccoli nati fuori dalle mura conta l’appartenenza contradaiola dei genitori.
Prima del palio, tra le vie della città si snoda la “Passeggiata Storica” a cui partecipano oltre 600 figuranti in costume. Il Palio, che consiste nel percorrere per tre volte il giro della Piazza del Campo montando senza sella il cavallo, si svolge il 2 luglio ed il 16 agosto di ogni anno.

È la bellezza della tradizione che si aggira per le strade di Siena, cittadina situata nel cuore della Toscana. Il centro è circondato dalle colline ed è intriso di storia, ogni passo sembra far riaffiorare le urla dei mercati e degli antichi giochi. Siena sembra essersi fermata al Duecento, quando ha iniziato ad arricchirsi del patrimonio artistico e architettonico che l’ha resa Patrimonio dell’Unesco. Nel 1995 la città è stata inserita nella world heritage list dell’Unesco.
Il centro della città è Piazza del Campo, dove la particolare forma a conchiglia sembra accogliere e “conservare” gelosamente chiunque decida di passeggiarvi. È proprio qui che si svolge il Palio, che ogni anno (coronavirus permettendo) richiama migliaia di persone. La piazza, ripavimentata durante il Governo dei Nove, è suddivisa in nove sezioni in memoria del Governo e simboleggia il mantello della Madonna che protegge la città. Al centro si trova la fonte Gaia, copia dell’opera quattrocentesca di Jacopo della Quercia.
In fondo si trovano il Palazzo Pubblico e la sua torre, chiamata Torre del Mangia. Il Palazzo Pubblico, così come il Duomo di Siena, è stato edificato durante il Governo dei Nove. Dal cortile interno al Palazzo si accede al Museo Civico e alla Torre, in cima alla quale, dopo 500 gradini, si può godere della vista della città. Ai piedi si trova la Cappella di Piazza, un tabernacolo marmoreo con splendide sculture inserite nelle nicchie gotiche.
Ma Siena non è soltanto piazza del Campo, perché intorno a questo spazio è un susseguirsi di chiese, strade, vicoli e botteghe. Tra i vicoli che circondano piazza del Campo si può passeggiare assaporando l’atmosfera che regna su tutta la città, fatta di echi antichi conditi di vivacità e giovinezza. La stessa che regna nella cittadina universitaria.

Ancora con la maestosità di piazza del Campo e del Palazzo Pubblico negli occhi, si passeggia tra le vie e una volta arrivati nello spiazzo che ospita il Duomo emerge meraviglia. La facciata, caratterizzata dal bianco e dal nero, riesce a stupire. Così come il suo interno dove, lo stile fiorentino regna sovrano e si mescola con il pavimento pieno di simboli esoterici e storie religiose. Qui si trovano tutte le Sibille, ma anche episodi del Vecchio Testamento. Sulla navata sinistra, prima del transetto, si apre la Libreria Piccolomini, affrescata da Pinturicchio e subito si trova la Cappella Piccolomini, in cui Michelangelo ha lavorato dal 1501 al 1504 scolpendo le 4 statue delle nicchie inferiori. Da non perdere anche il Pulpito, realizzato da Nicola Pisano, con scene bibliche e della Vita di Gesù.
Dalla destra del Duomo si accede al Museo dell’Opera del Duomo, al cui interno custodisce le opere provenienti dal Duomo e dalla Diocesi di Siena. Qui vi troverete davanti il Tondo di Donatello, la Madonna in trono col Bambino e il cardinal Casini di Jacopo della Quercia, la Maestà di Duccio da Buoninsegna, le dieci statue dei santi di Giovanni Pisano che un tempo erano esposte nel Duomo, la Natività della Vergine di Pietro Lorenzetti.
Alle spalle del Duomo si trova il Battistero. Qui, per diversi secoli, sono stati battezzati tutti i senesi. Se le pareti “racchiudono” veri e propri tesori, il protagonista è senza dubbio la fonte battesimale, realizzata in bronzo e marmo. Qui è rimasto il segno di Jacopo della Quercia, Giovanni di Turino, Lorenzo Ghiberti e Donatello.

Fate un salto al Museo civico in cui si trova una delle allegorie più famose del mondo: quella del Cattivo e del Buon Governo, dipinta sulle pareti da Ambrogio Lorenzetti, e alla Pinacoteca nazionale. Qui farete un viaggio nel tempo tra il ‘400 e il ‘500.
Così la cittadina medievale in cui sacro e profano si fondono e si confondono diventa la migliore città toscana in cui vivere. Stando infatti all’indagine annuale del Sole 24 ore sul benessere dei territori, Siena si è aggiudicata la palma di migliore provincia in cui vivere. Dal suo undicesimo posto generale, la cittadina ogni richiama centinaia di studenti che qui, all’ombra della torre del Mangia, studiano e vivono. E oggi, dopo il lockdown, sono diverse le ricerche di una casa o di una cascina tra le colline senesi. Il motivo? La bellezza dei luoghi, l’ottimo cibo e il buon vino.














