
È immersa tra il verde e l’architettura Varese. Tanto da guadagnarsi il soprannome di “città giardino” perché sia nel suo centro storico, che in aree leggermente più fuori mano, si trovano aree verdi.
Ma la cittadina, che si offre ai turisti come una bomboniera, è altro. Anzi ha altro da vedere e visitare, come il centro storico che piccolo, ma elegante, si apre alle visite. Questo grazie alle strade e agli edifici che riescono a creare atmosfere indimenticabili.

La prima tappa è il Palazzo Estense che si erge all’interno del parco più grande di Varese. Nato come residenza di Federico II d’Este, già duca di Modena e Reggio Emilia, il palazzo richiama l’edificio Schönbrunn a Vienna. È una sorta di fusione tra elementi romantici e francesi, e la parte centrale è senza ombra di dubbio il ninfeo realizzato su un’altura. Salendo le scale davanti alla fontana, si arriva poi a Villa Mirabello e alla Torretta del Robbioni.
La villa è stata costruita nel XVIII secolo dal conte Gaetano Stampa. La struttura oggi ospita il Museo civico archeologico. Della villa fa parte anche Torre Robbioni.

Il cuore pulsante di Varese è corso Matteotti. L’arteria, che anima l’intera città, è fiancheggiata dalle case “a lista”, ovvero antiche botteghe e abitazioni private. Al piano terra si trovava l’ingresso dei negozi, mentre il primo e il secondo piano ospitavano le case vere e proprie, con la zona giorno al primo piano e le camere in quello superiore.
Oggi il Corso richiama decine di turisti, non solo per la bellezza del luogo, ma anche per la presenza dei negozi dove poter fare shopping. La pavimentazione di Corso Matteotti è in porfido rosa, un materiale vulcanico estratto in una valle vicino Varese.
Lungo il corso si trova Piazza del Podestà, in cui è stato realizzato il monumento al Garibaldino. La piazza è una specie di collegamento tra il Corso e altri punti nevralgici del centro, come la Basilica di San Vittore tramite l’Arco Mera, ma anche il Cortile del Broletto.
L’Arco Mera, costruito per volere di Luigi Mera, collega il corso con piazzetta San Lorenzo, dove si trova la basilica di San Vittore. L’arco, realizzato in pietra di Viggiù, è caratterizzato da statue e bassorilievi.

Sempre lungo il corso si trova l’antico Monastero di Sant’Antonino. Appena varcato l’ingresso del chiostro, si apre lo spazio di una vera e propria oasi dentro il centro storico di Varese. Il convento di Sant’Antonino, nasce nel XVI secolo quando Carlo Borromeo ha trasferito a Varese alcune monache del Monastero di Luvinate. Successivamente il Monastero è stato abbandonato, ed è stato poi usato come edificio pubblico per mostre ed esposizioni, e infine ristrutturato nel 1987 dalla famiglia Veratti.
Un’altra tappa imperdibile a Varese è il Broletto. L’edificio, che nasce nel 1300, si trova in piazza Podestà.
Uno dei luoghi simbolo di Varese è senza dubbio Villa Panza. Il bene Fai riesce a fondere quelle che sono le caratteristiche più importanti della città: l’eleganza e la bellezza. La villa, che ospita la collezione permanente di Giuseppe Panza e mostre temporanee di arte contemporanea, è stata realizzata intorno al Settecento, quando il marchese Paolo Antonio Menafoglio ha individuato sulla sommità del colle di Biumo il luogo ideale per la sua casa di campagna.
L’edificio ha iniziato a cambiare destinazione intorno agli anni Cinquanta, quando Giuseppe Panza ha iniziato a creare una collezione d’arte. La villa “accoglie” più di 150 opere di artisti americani, ispirate ai temi della luce e del colore. Queste vivono in perfetta armonia tra antichi ambienti, arresi rinascimentali e raccolte di arte africana e precolombiana.
L’ala dei rustici ospita opere site specific, come i lavori di Dan Flavin, James Turrell e Robert Irwin.
Quello che sorprende di Villa Panza è anche il giardino all’italiana che ospita installazioni d’arte ambientale e che regala una suggestiva vista sulla città di Varese.

























