Tra le vie di Brunico, Bressanone e Rovereto

Raccontano il passato, il presente e il futuro dell’alto Adige Brunico e Bressanone, mentre Rovereto che vive adagiata tra colline e vigneti, al centro della Valle dell’Adige, lungo la principale via di collegamento tra Verona e Trento, conserva lo spirito originario del Trentino.

Due realtà dunque diverse che da una parte conservano lo spirito del Sud Tirol, dall’altra le atmosfere veneziane che si mescolano con  gli echi della Prima guerra mondiale. Perché le città di Alto Adige e Trentino sono una mescolanza di culture e tradizioni capaci di creare luoghi indimenticabili.

Il viaggio parte da Brunico (Bruneck), base per una settimana delle vacanze in Alto Adige. La cittadina, definita perla della Val Pusteria, riesce a regalare atmosfere e panorami eccezionali.

Una volta entrati nel centro storico, oltrepassando una delle quattro porte di ingresso, il borgo accoglie i visitatori con i suoi edifici colorati, il profumo di fiori e la bellezza delle botteghe e delle loro vetrine. La cittadina  nasce nel 1252 come borgo fortificato circondato da un fossato e da mura ai piedi di un castello. E questo impianto medievale è ancora ben visibile.

L’itinerario parte dalla chiesa delle Orsoline che, eretta agli inizi del XV secolo in stile gotico, vive addossata alle mura della città. Il campanile era infatti parte integrante delle strutture difensive. Subito al lato si trova la porta delle Orsoline, uno dei varchi per entrare nella cittadina e che porta alla Stadtgasse. Questa strada conduce fino a porta Ragen, dove si trova l’affresco della Madonna con Bambino attribuito a Friedrich Pacher, ma lungo tutta la strada principale è possibile osservare edifici ricchi di cornici affrescate. Si prosegue oltrepassando la porta e si entra in un’altra via dominata da Palazzo Sternbach.

Sosta alla chiesa di Santa Maria Assunta, con l’organo più grande dell’Alto Adige, e si ritorna nei pressi della porta Ragen per salire al castello che domina la collina. Di questa fortificazione si inizia a parlare intorno al 1.200, anche se le prime ristrutturazioni, volute dal principe vescovo Albert von Enn, risalgono al 1324. Il castello è la testimonianza della mescolanza di diverse epoche, ma ancora oggi riesce a mantenere  la sua architettura, e oggi ospita al suo interno uno dei sei musei di Reinhold Messner dedicato alla montagna.

È stata nominata città alpina del 2018 per la sua visione futuristica incentrata sull’innovazione Bressanone. Perché qui, tra le mura e le vie che raccontano il passato di sede vescovile, si trovano veri e propri “gioielli” dell’Alto Adige. L’intero centro storico è dominato dalle due torri del Duomo e dall’adiacente chiostro, ricco di affreschi, a testimonianza dell’importanza della religione nel piccolo centro. Tanto la religione diventa protagonista indiscussa delle 70 sale del Palazzo Vescovile, che ospita il Museo Diocesano e il Museo dei Presepi.

La parte più antica è racchiusa dalle mura,  a cui si accede tramite tre porte Porta Croce, Porta Sabiona e Porta San Michele, conosciuta anche come Porta Scura.

Il fulcro del borgo è senza dubbio piazza duomo, sovrastata dalla cattedrale dedicata  a Maria Assunta. Lo stile è un perfetto mix tra romanico e barocco, con i campanili gemelli alti circa 65 metri. All’interno si trovano affreschi realizzati da pittori barocchi trentini e altoatesini (Paul Troger e Michelangelo Unterperger) e la Madonna di Heins Leinberger. Il complesso del Duomo è costituito dal Chiostro, la Cappella di Nostra Signora in Ambitu (con affreschi del 1200) e il Battistero di San Giovanni.

Accanto al Duomo, dalla parte opposta del Chiostro e sul finire di Piazza Duomo, si trova la Chiesa Parrocchiale, la cui struttura originale, in stile romanico, risale al XI secolo. Solo dopo 400 anni sono stati aggiunti il campanile e il coro gotico, mentre ancora più tardi sono stati realizzati gli affreschi barocchi di Josef Hautzinger.

Tra le vie svetta la Torre Bianca, il campanile della chiesa di San Michele, realizzata in stile barocco. Si tratta di uno dei simboli di Bressanone. Un tempo, la torre fungeva era tanto campanile, quanto luogo di osservazione, dato che un guardiano abitava in una stanzetta e suonava le campane in caso di pericolo.

Nei pressi della piazza in cui si erge il duomo si trova la colonna millenaria. Progettata dallo scultore Norbert Pfretzschner e inaugurata nel 1909, per festeggiare il primo millennio di esistenza della città, la sommità ospita l’Agnello Pasquale, stemma della città di Bressanone. Mentre sul basamento si trovano tre rilievi di bronzo che rappresentano il Sacro Cuore, il principe-vescovo Matthäus an der Gassen e l’eroe tirolese Peter Mayr.

Il centro storico è invece costituito da palazzi di color pastello che si addossano uno di fianco all’altro, mentre i tipici portici altoatesini offrono riparo dal sole, dal vento e della piaggia. Tra le vie è possibile scorgere negozi e botteghe, ma anche biciclette. Le vie principali in cui perdersi sono: via dei Portici Maggiori e via Sant’Albuino.

Per passare il tempo in questo borgo in cui il tempo sembra essersi fermato si può passeggiare sul lungofiume. Dietro il Museo della Farmacia, si apre uno scorcio che conduce al Ponte Aquila. Da qui, si può  passeggiare lungo il fiume verso destra o verso sinistra. Si può quindi camminare sul Lungo Isarco Destro; oppure si può attraversare il ponte e camminare lungo il fiume nei Giardini Pubblici Rapp. La strada porta poi al Ponte Widman, dove  l’Isarco e il Rienza si incontrano.

Se si decide di oltrepassare il ponte Aquila, la passeggiata prosegue verso il Quartiere Stufles, il quartiere più antico di Bressanone. Qui le case colorate e i piccoli negozi riescono a far vivere un vero e proprio salto nel tempo ai visitatori.

È invece costituita da piazze solenni in cui si respira l’area della Serenissima e da scorci che si aprono sul Leno Rovereto. La sua storia racconta di antiche famiglie medievali, repubbliche marinare, imperatori e guerre. La cittadina, che si trova tra Trento e Verona, è la Città della Pace, dei festival e dei musei.

La città, che ospita il Mart, uno dei musei di arte contemporanea più importanti del nostro paese, è caratterizzata da un centro storico ricco di eleganza. Tra gli slarghi e le vie acciottolate fiancheggiate da edifici storici, negozi, botteghe artigiane, si apre via Mercerie da cui si arriva in piazza Erbe, e piazza Malfatti  e  via dei Portici. Si percorre dunque l’asse mercantile di Rovereto.

Via dei Portici conduce al castello che dal 1921 ospita il Museo Storico Italiano della Guerra, uno dei più grandi in Italia dedicati alla Grande Guerra, e il percorso di visita intreccia così strutture del maniero e materiali espositivi.

Le tracce della Serenissima sono evidenti nella Torre civica che, eretta nel 1519 su una delle porte di accesso alla cerchia muraria e la Chiesa di San Marco, è il simbolo della dominazione veneziana. Ogni giorno alle 12 la sirena posta sulla torre suona. Anzi urla. Nel 2018 la sirena, che suonava a mezzogiorno da più di cento anni, è esplosa e i pezzi sono volati sui tetti in piazza delle Erbe.  Il coperchio di ghisa, esposto alle intemperie per decenni, è precipitato su via della Terra. Da allora l’amministrazione comunale ha fatto di tutto per riposizionare la sirena sulla sommità della torre e così dopo diverse riunioni e consigli è ritornata in cima a uno dei simboli della città.

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