Itinerario a piedi per scoprire le bellezze di Modena

Il potere religioso, politico e giudiziario si incontrano a Piazza Grande. Qui, dove lo spazio è occupato dalla Torre civica, il palazzo comunale e la cattedrale,  ruota la vita di Modena. E la piazza che, nel corso dei secoli è stata il fulcro della cittadina, nel 1997 è diventata patrimonio mondiale dall’Unesco. Perché qui, nella patria dell’aceto balsamico, convive da secoli la dialettica tra valori religiosi e civici che ha ispirato la città cristiana del Medioevo.

Il tour di Modena parte dalla stessa piazza che ospita in modo armonioso il Palazzo Comunale, il Duomo e la Torre. Il Duomo è considerato da sempre uno degli esempi di arte romanica più belli d’Europa. La prima pietra è stata posata nel 1099 con le “rocce” delle antiche mura romane. Subito dopo si trova la torre che, diventata il vero simbolo di Modena, deve il suo nome alle balaustre in marmo “leggiadre come ghirlande”, che la rendono slanciata nonostante i quasi 90 metri di altezza.

Nella piazza si trova inoltre il palazzo comunale che, nato dal risultato seicentesco dell’unione degli edifici medievali del Comune e della Ragione, prepara il turista alla vista del palazzo della Bonissima, una delle statue simbolo di Modena. Si tratta di una donna vestita in modo semplice con un abito medievale e una lunga treccia di capelli che, a seconda delle leggende, è identificata in una donna ricchissima e generosa di nome Bona, in Matilde di Canossa o nell’Ufficio della Bona Opinione, detto anche delle Bollette, di fronte al quale era stata collocata.

Vicino allo scalone d’ingresso del Palazzo Comunale c’è la Prera Ringadora, ovvero la “pietra che arringa”, un masso che per la leggenda sarebbe servito da tribuna per chi, durante il Medioevo, parlava ai cittadini. Tuttavia è anche famoso come “pietra del disonore“, visto che i debitori erano costretti a sedersi nudi sulla pietra dopo aver fatto il giro della piazza durante i giorni di mercato.

Piazza Grande ospita inoltre la sede della Cassa di Risparmio progettata da Giò Ponti che nel 1963 ha abbattuto il Palazzo di Giustizia in stile fascista.

Una volta arrivati a Modena vale la pena visitare anche il palazzo ducale, una delle più belle regge del mondo che non ha niente da invidiare a quelle di Versailles, Caserta, Torino o Vienna.

Ma Modena è anche cultura, tanto che il simbolo culturale è stato Luciano Pavarotti. Le sue tracce sono disseminate in tutta la città, a partire dal Teatro Comunale.

Gli amanti dei mercati possono fare quattro passi a Mercato Albinelli che, costruito a inizio del 1900, ripercorre in ogni suo elemento la storia della struttura. Al suo interno i banchi in marmo si accompagnano ad atmosfere retrò.

E per vivere momenti di relax è possibile passeggiare nei parchi della città. Come parco Enzo Ferrari che, nato da un progetto dell’architetto e paesaggista Geoffrey Jellicoe, ha progettato l’area occupata dall’ex autodromo. Qui, tra sculture e boschi, è possibile passeggiare e utilizzare le numerose aree attrezzate. Laghetto compreso.

Appena fuori dal centro si trovano il Giardino Ducale Estense (già Giardini Pubblici) la cui nascita viene fatta risalire al 1598,  anno in cui il duca Cesare ha fatto recintare con una siepe un ampio spazio incolto a Nord del Castello.

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