
Era un ex macello l’area di 150mila metri quadrati di via Molise diventata sede di una delle più interessanti mostre del Fuori Salone 2023. Perché la struttura, edificata nei primi decenni del 1900, è stata scelta come la location per gli eventi promossi dalla piattaforma Alcova, il progetto ideato da Joseph Grima e Valentina Ciuffi che amano avviare un percorso di trasformazione temporanea dei luoghi abbandonati di Milano. Questi si vestono di arte e diventano vere e proprie gallerie d’arte.
Dal 18 al 23 aprile la struttura ospiterà centinaia di interior design, designer, amanti e persone professioniste del settore dell’architettura o semplici curiosi, dal momento che l’area dismessa, poi usata dal collettivo Macao per organizzare eventi culturali e di matrice sociale, dal 2021 è interessata da lavori di riqualificazione.

La grande area, che occupa un profondo isolato del settore orientale di Milano nel quartiere Calvairate, a sud del passante ferroviario di Porta Vittoria, è stata infatti oggetto di studio dai partecipanti del progetto di riqualificazione che, partito nel 2019 con la prima fase, è arrivato alla sua conclusione a luglio 2021, quando il Comune di Milano ha affidato la zona a Redo, vincitore del bando europeo.
La società mira a realizzare il più grande progetto di social housing italiano, grazie alla realizzazione di 800 appartamenti da mettere in affitto a meno di 500 euro al mese, e altri 400 in vendita sotto i 2.500 euro al metro quadrato. A questi dovranno essere poi aggiunti i 600 posti letto del nuovo studentato e una piccola quota di edilizia libera di circa 7mila metri quadrati.



Il progetto prevede la realizzazione di un nuovo quartiere che, chiamato Aria, sarà “vivo, brulicante di attività capaci di esplorare nuovi modi di imparare, divertirsi, crescere, abitare e lavorare. Grazie al nuovo Campus internazionale Ied al Pod, il science district dedicato alla divulgazione delle tecnologie future, e alla gestione degli spazi aperti, Aria è un quartiere che attrae fin da subito i cittadini con un palinsesto di iniziative e usi temporanei dedicati alla cultura, alla creatività e alla solidarietà”, scrive l’amministrazione comunale di Milano.
Prosegue il comunicato “studenti e residenti saranno i city makers che renderanno Aria una nuova meta urbana: luoghi di lavoro, di produzione-fruizione di servizi: un abitare sostenibile basato sulle esperienze inclusive e innovative di coabitazione e usi temporanei collaborativi. Il recupero degli edifici storici va ben oltre le richieste della Sovrintendenza e crea un luogo fondato sull’heritage e sull’economia circolare del costruito. Aria sarà la prima Area Carbon Negative di Milano grazie al distretto energetico ectogrid™ che, con il fotovoltaico delle Comunità Energetiche Rinnovabili, sottrae CO2eq dal resto della città. Aria certificherà leed Gold gli edifici, leed for Cities&Communities il masterplan”.
“Il ruolo delle piante ridurrà gli impatti ambientali grazie ai parchi, i giardini, gli orti, le facciate e grazie alla Fabbrica dell’Aria, purificherà gli ambienti interni, filtrando i contaminanti atmosferici”, conclude l’amministrazione.

Alcova all’ex macello

Nel biennio 1988-1989 l’ex macello ha ospitato due mostre di Pallucco, mentre per la Design Week la struttura si è aperta al progetto Alcova che se da una parte ha accolto l’inventario di oggetti dell’ex struttura nell’installazione A valuable collection of things di Stantec, dall’altra ha esplorato i settori dell’arte e del design grazie ai brand che hanno fatto un grande lavoro di ricerca per realizzare gli allestimenti.
La storia

Il 1912 è l’anno in cui viene avviato il progetto di costruzione del macello di via Molise e l’edificio della Borsa delle Carni. Il compito viene affidato a Giannino Ferrini e Giovanni Filippini, ingegneri dell’ufficio tecnico comunale, che hanno individuato un’area di circa 300.000 metri quadrati nel quartiere di Calvairate. Qui, nelle vicinanze dello scalo merci di Porta Vittoria, era stato realizzato il nuovo mercato ortofrutticolo che insieme al macello avrebbe permesso di creare quella che veniva chiamata “città annonaria” all’interno di Milano.
All’interno dell’area di 15 ettari gli ingegneri hanno realizzato tutte le aree dedicate alla fase della macellazione, accanto alle quali hanno affiancato strutture per i lavoratori come le mense e i bagni con le docce.

Dopo il primo impulso le attività di costruzione hanno subito un vero e proprio arresto causato dallo scoppio della Prima guerra mondiale. I lavori sono quindi ripartiti nel 1924 quando l’ingegnere Antonio Cecchi ha terminato il progetto, al quale sono state apportate diverse modifiche e aggiunte fino al 1929. Lo stabilimento è stato progettato imitando gli impianti francesi, ne sono testimonianza le gallerie voltate in cemento armato, destinate alle attività di macellazione e trattamento delle carni.

Il macello, progettato come una “città meccanizzata”, in cui i reparti erano collegati tramite binari interni, così da garantire in tempi ridotti il trasferimento dei prodotti, si è dunque avvalso della vicinanza con lo scalo merci di Porta Vittoria, tanto da adottare una filiera per la produzione delle carni di tipo industriale.
Tuttavia negli anni Novanta è partito il processo di dismissione dell’intera area macelli fino alla sua completa chiusura avvenuta nel 2005.



Le palazzine in stile Liberty su viale Molise, ex sede della Borsa della carne, invece hanno vissuto per qualche tempo grazie alle associazioni e al collettivo Macao che da qui è andato via il 5 novembre 2021. Il centro indipendente per le arti, la cultura e la ricerca ha infatti lasciato spontaneamente la palazzina occupata nel 2012 per creare appunto un centro culturale e per resistere alla speculazione immobiliare, al caro affitti e ai processi di gentrificazione e sfruttamento della produzione culturale. Per nove anni a due passi dall’ex macello sono stati organizzati eventi e promossi mostre e momenti culturali e sociali, tutti organizzati per creare comunità in una zona abbandonata dalle istituzioni.

Il collettivo a settembre dello stesso anno ha denunciato l’assenza dell’amministrazione davanti alle difficoltà vissute dalle persone che, per sfuggire dalla strada, avevano trovato rifugio in una delle palazzine su viale Molise. L’aiuto era arrivato da realtà come “Naga, Cambio Passo e Save the Children che sono intervenute per fornire prima assistenza nelle situazioni più gravi, ha denunciato pubblicamente il collettivo.



















































