La mia Barcellona

downloadTapas e movida. Ma anche arte e Gaudì. Sono questi gli elementi di Barcellona, capoluogo della Catalogna. Soprannominata Ciudad Condal o Ciutat Comtal (Città dei Conti), Barcellona è la seconda città della Spagna per numero di abitanti dopo Madrid, la capitale.

DSCF6246Il periodo migliore per visitare Barcelona è  maggio o settembre, per evitare il caldo e camminare tra le vie della città senza sudare. Ed evitare così di stare male per il caldo torrido e spesso umido.

Partire per l’assolata Barcellona con biglietti aerei in tasca e prenotazione in hotel, meglio se vicino al centro, così da “scaricare” le valigie e camminare senza fine tra le vie della meravigliosa città della Catalogna. Mi raccomando, non fate come la sottoscritta, portate un paio di scarpe comode, molto comode. Io per l’occasione avevo deciso di “inaugurare” un paio di sandali che, ahimè, mi ha distrutto. Da qui la decisione di trovare un Decathlon e comprare un paio di scarpe. Io e Gabriele, il mio ragazzo, siamo partiti a Roma. Abbiamo prenotato un parcheggio molto economico, vicinissimo a Fiumicino e dotato di una navetta gratuita che ci ha portato all’aeroporto.

Arrivati a Barca, aeroporto El Prat, abbiamo preso la navetta per il centro. La struttura aeroportuale dista 10 chilometri dal centro e il viaggio dura una ventina di minuti. Conviene acquistare il biglietto andata e ritorno per risparmiare un po’ di euro. Se lo fate assicuratevi di avere una carta di credito. Noi ci siamo fermati a Placa Catalunya, da lì abbiamo preso la metropolitana e siamo scesi a Espanya. L’albergo, piccolo e carino, era a due passi dalla Rambla e dal lungomare cittadino.

DSCF6083Posate le valigie abbiamo iniziato il tour per la città che ci ha portato immediatamente sulla Rambla. La strada, sia di giorno sia di notte, è piena di gente e lungo il suo marciapiede centrale si possono trovare giornalai, fiorai, venditori di uccelli, artisti di strada, caffetterie, ristoranti e negozi. Tante anche le bancarelle di un piccolo mercatino con oggetti e capi di abbigliamento di ogni genere.  Lungo Les Rambles abbiamo visto il  Palazzo della Virreina, il colorato Mercato della Boqueria e il famoso Teatro del Liceu, in cui vengono rappresentati opere e balletti. Le Ramblas finisco davanti la statua di Cristoforo Colombo (Cristobal Colón) che, con il dito puntato, indica metaforicamente la direzione del Nuovo Continente. E sul dito di Cristoforo ColomboGiro a piedi anche nel Barri Gòtic, nella Ciutat Vella, dove abbiamo visto la bellissima Cattedrale di Sant’Eulalia, dedicata alla patrona della città. La cattedrale è liberamente visitabile in alcune ore del giorno, altrimenti l’entrata è a pagamento e comprende non solo la chiesa ma anche i musei annessi all’interno dei palazzi collegati alla cattedrale tra cui il Palau del Lloctinent che fa da sfondo alla Plaça del Rei. Sempre nel Barri Gòtic si trova un’altra chiesa degna di nota: Santa Maria del Pi, mentre Santa Maria del Mar si trova nel Born. .  La nostra prima sera a Barcellona si è chiusa con una cena a base di Sangria e Paella in un delizioso ristorante a pochi passi dalla Rambla: La Fonda. Il ristorante si trova nel quartiere Gotico a Carrer dels Escudellers 10. Da fuori può sembrare caro vista l’eleganza del posto, però vi assicuro che con 20/25 euro potete assaggiare i piatti tipici della città Catalana. Il nostro menù ha inoltre previsto l’assaggio della famosa crema catalana.

 

Il secondo giorno si è aperto con la visita al lungomare. E in particolare all’acquario. È il centro marino ricreativo-educativo incentrato sul Mediterraneo più importante al mondo. Ospita 35 acquari con 11.000 animali e più di 450 specie differenti.

Una delle attrazioni principali dell’acquario è il tunnel subacqueo lungo 80 metri, chiamato “Oceanarium“. In questo tunnel vi sembrerà di camminare sott’acqua in mezzo a squali e altre creature.

10614146_10204878987318940_2080332332661924210_nLo stesso giorno abbiamo ripreso la metro e siamo arrivati alla bouqueria. Tappa obbligatoria, perché il mercato ospita al suo interno centinaia di bancarelle e negozi in cui poter mangiare o assaggiare le specialità del luogo. Colori e odori si mescolano per creare uno dei posti più caratteristici della città. Alla Bouqueria abbiamo “degustato” jamon, queso e le tipiche fritture. Rigorosamente in piedi. Ovviamente bisogna assaggiare la frutta fresca esposta su numerosi banconi.

Poi di nuovo per strada, alla scoperta della Barcellona di Antoni Gaudì, l’architetto modernista spagnolo nonché  “plasmatore della pietra, del laterizio e del ferro”, come l’ha definito Le Corbusier. E allora visita alla Pedrera, ma solo dall’esterno. Nonostante il restauro, l’imponenza di Casa Milà è ben visibile. Quasi proibitiva, visto il costo del biglietto.

10660629_10204832401954335_2043887161_nTappa obbligatoria a casa Batllò, esempio di architettura liberty. Tra le maioliche colorate e le vetrate della facciata anteriore spiccano  corpi fantastici che se da una parte richiamano l’idea di ossa, dall’altra fanno tornare alla mente le squame di un rettile. Sinuosità e colore. Sono questi gli elementi della facciata di casa Batllò, ripresi tanto dall’art nouveau, quanto dal gotico. L’interno è un viaggio sottomarino con decorazioni e linee che richiamano il mare. E il Nautilus descritto da Jules Verne. DSCF6152 La terrazza è un’esplosione di colori e forme. Perché Gaudì decide di ispirarsi al dorso di un drago. Anche in questo caso usa maioliche artigianali. E inserisce una torretta dalla forma circolare, non regolare, coronata dalla croce a quattro bulbi, che diventerà il suo biglietto da visita.

La giornata prosegue e ci dirigiamo verso il simbolo di Barcellona: la Sagrada Familia. Appena usciti dalla metropolitana ci rendiamo conto che qualcosa non quadra, perché non intravediamo turisti in fila. Girato l’angolo ci rendiamo conto che la fila c’è. Ed è anche bella lunga. Così prenotiamo i biglietti e l’orario di entrata dal cellulare. Dopo pochi minuti siamo all’interno delle mura.

E lei, la Sagrada Familia è di fronte a noi. Maestosa e splendida. L’interno, decorato con vetrate dal colore acceso, è sbalorditivo, quasi da sindrome si Stendhal. Meritano una visita anche lo shop del museo, nel quale, come al solito, ho comprato una shopper,  e la cripta. Quest’ultima apre solo alle 18 e per visitarla non è necessario comprare il biglietto.

10522509_10204879008119460_3091020678843758332_nIn serata con la brezza leggera abbiamo deciso di fare due passi sul Montjuïc, il promontorio di 177 metri d’altezza.  Il piccolo monte situato vicino al porto, ospita numerose attrazioni, dal Castell de Montjuïc, un’antica fortezza militare servita per vigilare l’entrata a Barcellona dal mare, al Museo Nazionale dell’Arte Catalana (MNAC), passando per  lo Stadio Olimpico Lluís Companys, progettato dall’architetto italiano Vittorio Gregotti e sede fino al 2009 delle partite casalinghe della seconda squadra di calcio della città. Sul promontorio meritano una visita anche  l’Espanyol; il palazzo dello sport (Palau Sant Jordi, in onore del Santo patrono della Catalogna), disegnato da Arata Isozaki, e le piscine. Domina il paesaggio la torre delle comunicazioni disegnata da Santiago Calatrava e costruita per le Olimpiadi del 1992. Sempre a Montjuïc si trova il giardino botanico, che dispone di una collezione unica di cactus, e il Teatre Grec costruito in occasione dell’Expo 1929. Non dimenticate la Font màgica de Montjuïc,  la fontana che si trova nella Plaça d’Espanya di Barcellona che, costruita in occasione dell’Esposizione Universale del 1929 da Carles Buïgas nello stesso posto in cui sorgevano Le Quattro Colonne di Josep Puig i Cadafalch demolite nel 1928 da Primo de Rivera, regala grandi sorprese. Mi raccomando prima di partire controllate gli orari. Ad aprile a settembre (giovedì, venerdì, sabato e domenica) la fontana magica è accesa dalle 20 fino alle 23 con spettacolo ogni mezz’ ora, mentre in ottobre l’orario si riduce dalle 19 alle 21 (venerdì e sabato). Noi non l’abbiamo vista. Abbiamo sbagliato il giorno. Ci siamo quindi persi i giochi di luce.

Affamati per la lunga giornata ci siamo diretti al centro di Barcellona. E più precisamente verso il Barrio Gotico dove abbiamo trovato un ristorante attivo dal 1835: Los Caracoles. Piccolo, ma accogliente, il ristorante offre grande scelta di pietanze a base di carne e di pesce. L’interno è molto caratteristico, perché per arrivare alla sala con i tavoli si deve passare dalla cucina dove decine di cuochi armeggiano con pentole e padelle. I prezzi, rispetto alla Fonda, sono leggermente più alti, ma ne vale la pena. Abbiamo preso carne, patate con salsa catalana e salsiccia, l’immancabile Sangria per 30 euro a persona.

Il terzo giorno ci siamo diretti a Parc Guell. Per raggiungere la parte più alta di Barcellona conviene prendere la metro L3. Siamo scesi Vallarca e abbiamo camminato per circa 20 minuti. In salita. Nell’ultimo tratto troverete le scale mobili. Se non siete amanti delle camminate vi conviene arriva a Placa Catalunya e prendere l’autobus 24 che vi porterà direttamente al parco. Ci sono parti del parco dove potrete entrare gratuitamente, ma senza acquistare i biglietti vi perderete le architetture di Gaudì. Il costo è di 8 euro e vi permette di girare nell’area a partire dalla prenotazione dell’orario. Ebbene sì, quando fate il biglietto dovete scegliere anche la fascia oraria entro la quale dovete entrare nella zona.

downloadUna cosa è certa, visitare Barcellona senza vedere Parc Guell è un crimine. Perché vi perdereste l’area verde, le case all’interno e i colori vibranti delle piastrelle mosaicate. Il Parco Güell è stato commissionato da Eusebi Güell che voleva creare un parco elegante per l’aristocrazia di Barcellona. Al suo interno strutture di pietra, costruzioni sognanti che raffigurano draghi, come la fontana all’entrata della struttura. D’altronde Gaudí era fortemente influenzato dalle forme naturali, così da usarle nei progetti. Siamo entrati lateralmente e dalla collinetta abbiamo ammirato il panorama. Poi ci siamo diretti verso le strutture. Abbiamo visitato la casa dove Gaudí ha vissuto per un periodo, ora convertita in un museo. Contiene al suo interno mobili e arredamenti liberty. In cima al Parco Güell c’è una zona a terrazza da dove si può godere della vista del parco e della città di Barcellona. Qui troverete panchine ricoperte di piastrelle mosaicate multicolore.

Al termine della visita decidiamo di incamminarci, per arrivare alla prima stazione della metropolitana per raggiungere Placa Catalunya. Invece passo dopo passo decidiamo di proseguire a piedi, per osservare le bellezze di Barcellona. Siamo scesi da Carrer de Larrard e poi ancora più giù. Fino a quando tra le caratteristiche vie ci siamo imbattuti nel mercato de la llibertat. Ed essendo amanti di bancarelle siamo entrati. Completamente ristrutturato tra il 2007 e il 2009, il mercato si estende su un’area di 2.200 metri quadrati. Costruito originariamente nel 1888 su progetto dell’architetto Miquel Pascual i Tintorer con uno stile prettamente art-nouveau, è uno dei mercati più emblematici di Barcellona. Al suo interno prodotti eccellenti e pesce molto fresco, frutta e verdura, carne, salumi. Troverete anche una serie di bancarelle con vestiti di seconda mano nella zona circostante il mercato. È un posto ideale per sfruttare al meglio l’atmosfera unica di uno dei quartieri più commerciali della città: Gracia. Ci siamo fermati e abbiamo assaggiato i churros, botifarra, tortilla. In quel periodo, essendo sensibile al glutine, non ho potuto degustare tutte le altre specialità. E la birra. Ma nel piccolo chiosco a conduzione familiare all’interno del mercato i cuochi sono stati gentili e molto attenti. Con pancia e portafoglio pieni (7 euro a persona) siamo usciti e abbiamo proseguito. Ci siamo ritrovati su Passeig de Gracia, una delle vie più belle delle città. La stessa che ospita casa Milà e Batllò. Fino quando intorno alle 16 siamo arrivati a Placa Catalunya. Stanchi. Per aver fatto circa 14 chilometri a piedi.

10665885_10204879027919955_6088331410337631649_nimagesQuindi sosta in hotel per un piccolo riposo e una rinfrescata e ancora in giro per la movida catalana. Dopo aver visto El monumental, la torre Agbar, e l’arco di Trionfo ci siamo diretti verso il Parco de la Ciutadella, offre numerose attività ottime per le famiglie. Al centro del parco c’è un lago dov’è possibile noleggiare una canoa e remare a piacimento. È pieno di spazi aperti dove i bambini possono correre ed esplorare. All’interno del Parco si trova anche lo zoo di Barcellona. Tanti gli spazi dedicati anche alla street art, dove artisti locali possono sbizzarrirsi con i murales.

Poi ci siamo diretti sulla Barceloneta. Per visitare il lungomare cittadino. Barceloneta è la prima delle spiagge di Barcellona ed è molto affollata. Anche a settembre e anche alle 18. Decine di ragazzi affollano gli spazi dedicati al fitness e i bar sulla spiaggia per sorseggiare un cocktail.

10620744_10204879029079984_6476485617817046451_nAbbiamo quindi mangiato in un ristorante sulla Barceloneta, sangria, Paella e un antipasto ricco, ricchissimo. Venti euro a persona. Dopo la cena abbiamo proseguito, sempre a piedi e ci siamo diretti verso l’hotel. Con grande tristezza, perché il viaggio è terminato. Il mattino dopo invece di prendere la metropolitana abbiamo preso un autobus per arrivare a Placa Catalunya e proprio lì abbiamo preso la navetta per El Prat.

Di Barcellona rimane il ricordo della bellezza delle architetture, della cordialità degli spagnoli, dell’ottima cucina, ma anche della richiesta della propria identità. Durante il nostro soggiorno decine di giovani raccoglievano per le firme per un referendum per l’indipendenza della Catalogna. L’identità catalana è molto forte, pensate che i cartelli stradali e i menù sono scritti in due lingue.

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