Wanderlust, ovvero l’ansia di partire…

giappone 2In sociologia è “Wanderlust”, in italiano è il desiderio compulsivo di viaggiare e scoprire il mondo. Una sorta di malattia i cui sintomi sono: morsa nello stomaco, inquietudine e desiderio di viaggiare. La cura è una sola: prendere il mappamondo, indicare un punto con il dito e partire. Alla scoperta del mondo. Perché se il desiderio di viaggiare, e fare nuove esperienze vi attanaglia, allora siete vittime della wanderlust.  E se Tolkien scriveva che  “Non tutti quelli che vagano sono persi”, è anche vero che i wanderluster riescono a scoprire il mondo, a trovare quello che agli occhi di altri è nascosto. I wanderluster riescono a trovare e scoprire il nuovo, facendosi trasportare dalla voglia di esplorare e di alleviare l’inquietudine. Trovano la bellezza nel brutto e contestano le regole tradizionali. Sognano città ancora da scoprire e ispirano gli altri a cercare avventura e originalità. È un sognatore irrequieto che riesce a placare la propria pena solo quando sale su un aereo, un treno, una macchina, pronto per iniziare una nuova esplorazione.

giapponeIl “vagabondo” sogna di esplorare nuovi luoghi appena mette piede in casa. Sa che l’esigenza di partire è più forte rispetto a quella di ritornare. Le sue gambe fremono, così come le mani che attendono con ansia il momento di preparare lo zaino per la prossima avventura. Riesce a placare la sua inquietudine soltanto quando ha in mano i biglietti per partire, ma sa che la stessa inquietudine ritornerà il giorno del rientro a casa. Il vagabondo ritorna nella sua città di origine per gli amici e la famiglia, sa di potersi adattare a qualsiasi posto e luogo. Perché è senza radici.

barcellona2Conosce alla perfezione i prezzi dei biglietti aerei, perchè è sempre pronto a partire. In qualsiasi momento, a patto di vedere un posto nuovo. Ama perdere tempo, pensando al prossimo viaggio e sognando ad occhi aperti. Il suo sguardo è fisso in un punto, dal momento che ama vagare in un mondo virtuale in cui potersi immergere. Non possiede gioielli oppure oggetti preziosi. Anzi li rifugge quasi fossero una malattia mortale. Sa infatti che i beni più preziosi non si possono acquistare in un negozio, ma si trovano nella bellezza della scoperta. Riesce a meravigliarsi di quello che ha intorno, perché riesce a trovare la bellezza nell’ordinario. Ma non chiedetegli mai di essere ordinario, perché ne morirebbe. Odia infatti le abitudini e la visione ordinata della vita. Ama le mappe, le guide turistiche e gli oceani, in cui si perde quotidianamente. Quando cammina per strada si entusiasma per gli alberi in fiore, o per le foglie arancioni. Osserva con incanto il cielo, il punto che ama guardare quando cammina senza meta.

amsterdamSoffre al pensiero della stasi. Vorrebbe trovarsi in dieci, cento, mille posti diversi e contemporaneamente. È sempre pronto a fuggire zaino in spalla e macchina fotografica al collo. La sua unica filosofia è quella della scoperta. Non considera il luogo in cui vive come luogo definitivo, sa infatti che dietro la porta si nascondono luoghi che non ha mai visto e che vorrebbe vedere. Almeno una volta nella vita. Vive con disagio il posto di lavoro, limite alla scoperta infinita su cui si fonda la sua esistenza. Ecco perché cambia spesso impiego, sa di chiudere un capitolo della propria vita lavorativa, ma sa di aprirne un altro. Fa piani, progetti e programmi, almeno nel periodo compreso tra il ritorno e la nuova partenza. Misura i soldi in base a quanto più lontano lo possa portare.

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