La rinascita di Limerick, da città dei coltelli a capitale della cultura

Il suo nome significa “palude deserta”. E per molti anni Limerick, la terza città irlandese, è stata la città con il più alto tasso di criminalità, tanto guadagnarsi il titolo di città dei coltelli. La fama di centro pericoloso e pieno di delinquenza ha travalicato i confini terrestri tanto da diventare protagonista del libro “Le ceneri di Angela” del premio Pulitzer Franc McCourt. Perché agli inizi del Novecento la cittadina racchiusa tra la bellezza selvaggia del Burren a nord, le meraviglie del ring of Kerry a sud, ha avuto la triste fama di ospitare tra le proprie mura ladri, trafficanti di droga, gang e assassini.

Fama che la cittadina ha faticato a far dimenticare. Ma grazie alla nomina di città irlandese della cultura nel 2014, Limerick ha tentato di lasciarsi alle spalle gli episodi di violenza.

Tutto ha avuto inizio nel 2000, con una faida tra gang criminali: la famiglia Keane-Collopy banda dal parco di Santa Maria, da una parte e la McCarthy-Dundon banda di Ballinacurra Weston, e loro associati, dall’altra. La guerra si è trascinata negli anni successivi portando con sé una scia di feriti e morti. I disordini sono scoppiati a causa della crisi economica che ha colpito l’area negli anni ’90, e che a seguito della micidiale combinazione di disoccupazione e mancanza di alloggi popolari ha spinto molti cittadini a entrare nel business della droga.

Le vittime del periodo sono state numerose, e proprio l’efferatezza degli agguati ha creato in tutto il territorio timore e panico. Basti pensare che nel novembre 2008, il giocatore di rugby Shane Geoghean è stato ucciso davanti alla sua abitazione. Una delle quindici pallottole sparate dall’assassino l’ha colpito mortalmente alla testa. Solo il giorno dopo si è scoperto che la sparatoria è stato un errore: l’assassino voleva uccidere un membro del clan rivale di Collopy, già scampato a un’imboscata nel 2006.

Tra le vittime c’è anche Roy Collins, ritrovato dissanguato sul pavimento del suo casinò, ucciso per ver fatto arrestare Wayne Dundon, della banda McCarthy-Dundan. Il padre di Roy Collins ha così deciso di abbattere il muro dell’omertà e ha organizzato una marcia silenziosa. E in quell’occasione nella cittadina di 50mila anime, 5mila abitanti hanno manifestato in silenzio davanti al municipio.

Ma se gli scontri a fuoco e gli accoltellamenti fanno ormai parte del passato recente della cittadina, Limerick ha deciso di ripartire e di rilanciarsi. Oggi è una delle cittadine più autentiche dell’Irlanda, fatta di pub e negozi. La sua storia inizia nel 812 dopo Cristo, a seguito di un insediamento da parte dei vichinghi, poi sconfitti dal condottiero irlandese Brian Borù e poi dai normanni, che proprio qui hanno costruito un castello, chiamato King John’s Castle in onore di Re Giovanni.

E proprio il castello di Limerick è il centro culturale dell’intera cittadina. Proprio la King’s Island, che ospita tanto il castello quanto il Thomond Bridge, si svolgono eventi e manifestazioni. Sempre nella stessa zona c’è pure l’Hunt Museum. Intorno corrono le vie dei quartieri storici, come George’s Quay, una delle vie più animate della città, con caffè, pub e ristoranti dove cenare o fare una sosta a sorseggiare una buona birra e godersi la vista del fiume.

Da non perdere è anche la St. Mary’s Cathedral, fondata nel 1168 e bell’esempio di differenti stili architettonici, spesso al suo interno sono organizzati dei suggestivi concerti del coro religioso. Infine, per fare un salto nel XIX secolo visitate il People’s Park in puro stile georgiano. Tornando verso nord, si incontra la Cattedrale cattolica di St. John’s, nota per avere la guglia più alta d’Irlanda. Di fronte si trova il quartiere di Milk Market, luogo di incontro per buongustai, intenditori di vini e critici enogastronomici.

Se amate il cibo non dovete perdere gli assaggi del prosciutto affumicato aromatizzato con bacche e rami di ginepro, ricetta per la quale Limerick è famosa. Uno dei luoghi migliori dove assaggiarlo è da Dolan’s, un pub-ristorante economico, famoso anche per session di musica tradizionale, e membro del “Good Food Circle”, l’equivalente dello Slow Food italiano. Inoltre, la città è la patria anche di un’altra specialità: l’Irish coffee. Benché siano in tanti a rivendicarne la paternità, questa bevanda è nata nella contea di Limerick, dal ristoratore Joseph Sheridan, della cittadina portuale di Foynes. Da questo porto, infatti, negli anni ’40, salpavano i transatlantici alla volta dell’America e questa bevanda calda doveva servire a ristorare e riscaldare gli emigranti durante la lunga traversata.

Dove mangiare: il Glen Tavern, particolare per le divertenti citazioni che decorano i suoi muri esterni e dove servono una delle migliori pinte di Guinness della città. Già perché la famosa birra, ambasciatrice dell’Irlanda in tutto il mondo, cambia sapore a seconda del pub, ricerca eseguita personalmente su un numero indefinitamente alto di campioni.

Nei pressi di Limerick si trova un piccolo borgo che ha  la fama di essere uno dei villaggi irlandesi più graziosi, che con i suoi pittoreschi cottage dal tetto di paglia ha un particolare fascino per i visitatori. Si tratta di Adare. Qui tra case colorate, potrete passeggiare nel piccolo giardino e potrete dare un’occhiata al castello neogotico di Adare Manor, per due secoli residenza dei conti di Dunraven, oggi albergo.

3 pensieri su “La rinascita di Limerick, da città dei coltelli a capitale della cultura

    1. L’Irlanda è meravigliosa, ci ho lasciato il cuore. E’ un paese bellissimo da scoprire e visitare, lo consiglio vivamente. Nessun problema se sei astemio, puoi mangiare cose buonissime, come la sheperd pie… l’ho amata dal primo assaggio.

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