È una delle città più ospitali del pianeta, diventata famosa per il burro, così tanto da aver aperto un museo dedicato a questo prodotto. E Cork, la città che è stata la vera e propria capitale del burro fin dalla prima età industriale, ha sostituito la vendita di questa prodotto dalle contrade di campagna con la tecnologia.
Perchè Cork con il passare del tempo da cittadina di campagna, in cui prezzo mondiale del primo derivato del latte si fissava nel porto della città, si è trasformata in una città universitaria anche grazie alla presenza di una delle industrie Apple. Era il 1980 quanto un giovane Steve Jobs in visita a Cork ne è rimasto così colpito da decidere di investire e creare una fabbrica. Così la Apple ha avviato un sito di produzione in una delle periferie più colpite dal declino industriale. Con i suoi iniziali 60 posti la piccola industria è cresciuta fino a offrire circa 6mila posizioni. Fin dagli anni ’80 la Repubblica d’Irlanda ha concesso ad Apple e altre multinazionali agevolazioni fiscali, permettendo sgravi che si sono rivelati una via di salvezza per un paese che all’epoca lamentava problemi enormi di disoccupazione ed economia.
Ma il sogno del self made man americano in Irlanda è molto lontano e in particolare a Cork dove i cittadini sono scesi in piazza per manifestare per le tasse molto alte, e sulle finestre delle piccole case in mattoni rossi hanno deciso di appendere cartelli con le scritte “no consent”, “no contract”, “no water price”. Il succo è questo: nelle aree “governate” dalla modernità di Apple i cittadini hanno deciso di non pagare le tasse e in particolare quelle dell’acqua, a causa dei prezzi esorbitanti. Il costo annuo delle bollette si aggira intorno ai 250, 400 euro, una tassa che incide sul reddito medio di una famiglia del distretto di Knocknaheeny più di quanto pesi su tutte le entrate europee di Apple l’intera imposta definita e pagabile in Irlanda per il gruppo californiano.
Perché Apple paga all’Irlanda solo lo 0,005%, tasso che porterebbe ad accumulare un debito di circa 13 miliardi di tasse non versate. La stessa quota che la popolazione non laureata e residente dei quartieri più poveri di Cork vorrebbe che l’azienda versasse. Perché nel quartiere la povertà è alta e le case scarseggiano.
L’afflusso di persone ad alta qualifica e alti salari da tutto il mondo nelle multinazionali basate a Cork ha fatto salire alle stelle i prezzi degli affitti. Si parla di un rialzo di quasi un quinto, così da lasciare senza un tetto i disoccupati e i diplomati del paese, al punto che la lista d’attesa per le case popolari è ormai di seimila unità in un comune di 120 mila abitanti. Ma le trasformazioni di Cork sono iniziate negli anni Settata quando la cittadina, come tutte le altre città d’Europa, è stata interessata da un vero e proprio declino sociale.
Oggi Cork rivendica il titolo di capitale morale d’Irlanda, perché nonostante sia solo la terza città dell’isola per numero di abitanti (dopo Dublino e Belfast), è una cittadina vivace che richiama ogni anno decine di turisti e centinaia di studenti. Il suo centro storico è delimitato tra tre vie: la via dello shopping (St. Patrick Street), la via dei pub tradizionali (Oliver Plunkett Street) e la strada dei caffè e ristoranti (Paul Street).
Fate un salto all’English market dove, in giro tra le bancarelle, potrete rimanere inebriati dagli odori delle pietanze tipiche. L’edificio settecentesco ospita infatti un meraviglioso mercato coperto, dove poter degustare le famose uova al burro, una varietà incredibile di pesce fresco, salumi, formaggi, pane e prodotti tipici come la trippa e il sanguinaccio.
La St. Fin Barre’s Cathedral è un classico esempio di edificio religioso in stile neogotico, risalente al 1865. Colpisce infatti per la sua facciata di ispirazione francese. Mentre se amate conoscere la vera anima della città sposatevi lungo la collina verso il quartiere di Shandon dove, si trova zona residenziale molto caratteristica con le vie in salita. Le piccole case a schiera lungo il fiume, un tempo residenza della popolazione operaia, sono diventate l’oggetto del desiderio dei nuovi ricchi e molte sono state riconvertite in ricercati pied-à-terre.
Una volta nel quartiere perdetevi tra le vie dove potrete immergervi nell’atmosfera d’altri tempi, grazie alle botteghe storiche, i suoi caffè di quartiere e i vecchi negozi di una volta, come l’emporio di dolciumi Linehan, che dal 1929 produce caramelle fatte in casa.
Passate a dare uno sguardo a St. Ann’s Shandon e la sua torre panoramica, denominata Shandon Bells: dalla sua cima potrete non solo ammirare una splendida vista su Cork, ma anche suonare le sue campane, pezzi originali risalenti al 1700. Il campanile è anche soprannominato “il bugiardo dalle 4 facce”: le lancette dei suoi 4 orologi, nelle giornate molto ventose, si spostano e forniscono ai cittadini 4 ore diverse.
Dove mangiare: Oliver Plunkett Street.
Se siete amanti della cittadine marinare dovete fare un salto a Kinsale e Cobh. Se la prima è la cittadina più colorata dell’intera isola smeraldo, la seconda invece si sviluppa su più piani ed è stata famosa per la fuga degli emigrati. Diventata famosa come porto di barche e pescherecci, Kinsale ha avuto un ruolo molto importante nella storia dell’Irlanda, perché nel 1601, dopo la sconfitta contro l’esercito britannico, è stata interessata dall’esodo dei nobili. La bellezza della cittadina si sviluppa tra le vie colorate in cui poter degustare una bevanda o fare la famosa irish breakfast.
Anche Cobh è una cittadina portuale, che sorge su un’isola situata nella baia di Cork. Le sue case colorate del XIX secolo evocano l’antica prosperità di quello che è stato il grande porto della linea transoceanica di Cork. È qui che tanti emigranti si imbarcarono in condizioni penose per sfuggire alla carestia e trovare fortuna in America.
Proprio qui ha fatto la sua ultima sosta il Titanic, l’11 aprile 1912, prima della sciagurata crociera di inaugurazione nell’oceano Atlantico: la cittadina ha imbarcato 113 passeggeri quel giorno, mentre uno, John Coffey si è salvato. Come? Ha perso la nave, mentre altre sette persone sono sbarcate per diversi motivi.
Sono stata qualche volta in Irlanda ma mai a Cork. Se poi leggo che è la capitale del burro potrei farci un pensierino per le prossime volte. Io adoro comprare prodotti locali e il mio trolley al ritorno dai viaggi assomiglia spesso ad un carrello della spesa :-D
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E’ una città deliziosa, io la consiglio vivamente!!!
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La metto in lista allora!
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