Ha conservato la “a” finale per circa duemila anni e lei, Narni, antica anche più di Roma, è famosa per la sua posizione centrale e dominante e per la bellezza dei suoi vicoli. Stessa posizione che, in epoca romana, le ha regalato un ruolo di primo piano e che nel corso dei secoli ha richiamato tra le sue mura migliaia di persone.
Un amore quello per Narni, testimoniato anche dallo scrittore C.S. Lewis che si è ispirato al nome della cittadina umbra per creare il luogo delle sue “Cronache di Narnia”. Lo scrittore, che ha notato su un’antica mappa geografica il comune di Narnia, ne è rimasto così colpito che ha poi deciso di usarlo come luogo in cui ambientare la sua saga che, tradotta in 47 lingue, ha all’attivo più di cento milioni di copie vendute.
Come scrive Walter Hooper, scrittore nonchè segretario e biografo di C.S. Lewis. Nei suoi scritti Hooper racconta le origini del nome “Narnia” come si nota ad esempio a pagina 306 del suo libro scritto a quattro mani con Roger Lancelyn Green: C.S. Lewis: A Biography, pubblicato nel 2002. “Quando Walter Hooper chiese a C.S. Lewis dove aveva trovato la parola Narnia, Lewis gli mostrò il suo atlante Murray’s Small Classical Atlas, ed. G.B. Grundy (1904), che aveva comprato quando stava leggendo i classici con il suo istitutore Kirkpatrick presso Great Bookham. A pagina 8 di questo atlante c’è una mappa dell’Italia con le iscrizioni in lingua latina. Lewis aveva sottolineato il nome di una piccola città chiamata Narnia, semplicemente perché amava il suono di questa parola. Narnia – o “Narni” in italiano – si trova in Umbria, a metà strada tra Roma ed Assisi”.
La città di Narni è tuttavia legata a un’altra leggenda che affonda le sue radici nell’antico Medioevo. Il mito racconta che nel territorio compreso tra Narni e Perugia vivesse un Grifone contro cui le due cittadine, che erano state fino a quel momento in guerra tra loro, decidessero di coalizzarsi per uccidere la creatura. Così unendo le forze le città sono riuscite a uccidere il grifone e la leggende vuole che Perugia si fosse tenuta per trofeo le sue ossa (motivo per cui il Grifone sulla bandiera perugina è bianco), e Narni la pelle (il cui Grifone è invece rosso).
Oggi la leggenda aleggia ancora tra i vicoli della bella Narni e nel suo sottosuolo, dove si trova una città antica e ben conservata: Narni sotterranea. Un’eco, quello del Medioevo, che si può vedere non solo nella pianta della cittadina, ma anche dalla costruzione delle mura di cinta che sono doppie e ben conservate. Passeggiando potrete ammirare non solo i resti del passato romano, ma anche di quello medievale e rinascimentale.
Tra i palazzi di maggior pregio c’è sicuramente Palazzo dei Priori. Definito uno dei monumenti più belli della città, il palazzo finisce per arricchire la piazza omonima già adornata da un bel portale e dalla Loggia del Gattapone. Qui si trova anche l’imponente Torre Civica che è stata costruita nel 1200, e Palazzo Sacripante, acquistato nel Settecento dal Cardinale Giuseppe Sacripante ed oggi diventata sede universitaria.
Come ogni borgo medievale che si rispetti, anche Narni ha la sua fortezza: Rocca Albronoz, vecchia dimora di papi e cardinali. Costruita dietro richiesta del cardinale Egidio Albornoz, era in origine circondata da un fossato e da doppie mura di cinta, oggi queste rimangono e sono ancora usate per “custodire” una cisterna in travertino e una cappella.
Fate un salto per vedere e ammirare la cattedrale di San Giovenale, uno dei monumenti artistici più complessi dell’Umbria meridionale. Dalle mura potrete conoscere gli stili che nel corso dei secoli si sono susseguiti. La chiesa romanica sorge nel luogo in cui la tradizione vuole che sia stato sepolto il primo vescovo di Narni: Giovenale.
Dove mangiare: La bottega del giullare, assaggiate i primi tipici del posto e l’ottimo Ciliegiolo.
Nei pressi di Narni si trova inoltre un percorso ciclopedonale che conduce a un vecchio porto romano. Si tratta dell’itinerario lungo le Gole del fiume Nera. In appena 5 chilometri di camminata vi troverete nei pressi delle rovine di un Cantiere Navale romano fino ad arrivare al bacino delle Mole, dove il Nera si allarga a creare una splendida laguna dalle acque turchesi.
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