È legata alla leggenda di San Patrizio il pozzo che si trova in pieno centro a Orvieto. Nel Donegal e in particolare in un isolotto del lago Derg si trovana una caverna molto profonda che san Patrizio utilizzava per meditare. Si racconta che Cristo avesse indicato al santo irlandese la caverna per far vincere l’incredulità dei fedeli poco convinti sulle pene dell’aldilà. Chiunque fosse riuscito a raggiungere il fondo, superando una serie infinita di prove, avrebbe ottenuto la remissione dei peccati e l’accesso a un luogo di delizie e infine al Paradiso.
Il pozzo di san Patrizio trae ispirazione proprio dalla leggenda irlandese, ecco perché in pieno Rinascimento papa Clemente VII ha ordinato la sua costruzione ad Antonio da Sangallo il Giovane. Per la costruzione, il giovane architetto si è rifatto alla scala a chiocciola della Villa del Belvedere in Vaticano e ha così creato un sistema elicoidale capace di non creare traffico.
Pensato per fornire acqua in caso di assedio della città, il pozzo ha cambiato nome solo durante l’Ottocento, quando i frati del convento dei Servi hanno deciso di dare il nome che ancora oggi possiede. L’ordine, che conosceva la leggenda di san Patrizio, ha deciso di intitolarlo al santo irlandese. Così dopo aver perso la sua funzione primaria, è diventato una meta da vedere e conoscere.
Il pozzo, profondo più di 50 metri e illuminato da 70 grandi finestre, sarebbe una sorta di allegoria della leggenda, in cui le prove sono stati sostituiti dai gironi della struttura che servono per raggiungere la fine del pozzo. Come un Purgatorio. Il fondo è raggiungibile infatti usando la scala elicoidale di 248 scalini. Per risalire esiste una seconda rampa. Oggi tuttavia ci sono due detti che si ispirano alla storia del Pozzo di San Patrizio. Il nome si usa per indicare una riserva misteriosa e sconfinata di ricchezze. Ma secondo altri con l’espressione “è come il Pozzo di San Patrizio“, si intende qualcosa in cui si buttano risorse ed energie, ma inutilmente, perché non si riempie mai.
Una volta terminata la visita al pozzo di San Patrizio, perdetevi nelle stradine di quella che è definita “la città alta e strana”. Perché la cittadina costruita su una rupe di tufo sembra vivere sospesa nell’aria o addirittura adagiata sulle nuvole.
Orvieto è piccola, ordinata, e molto accogliente. Qui troverete perle architettoniche e luoghi da visitare, come la Cappella di San Brizio, il Museo del Duomo, la millenaria Città sotterranea.
La cittadina è famosa per la sua cattedrale, un tipico esempio di arte gotica italiana. Iniziata nel 1290, la sua costruzione che ha visto la collaborazione di oltre 20 artisti, è stata terminata nel 1500 dopo appena tre secoli. L’interno è un’esplosione di stili, grazie al rosone e agli affreschi e i mosaici all’interno. All’interno si trovano due cappelle fondamentali per la religione e l’arte: la Cappella del Corporale e quella di San Brizio.
Fate una visita al Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto che, formato da 4 piccoli spazi, tra cui la Cappella di San Brizio, la Chiesa di Sant’Agostino e la Libreria Albèri, regala ai visitatori veri e propri capolavori in un percorso temporale capace di portarvi nel Duecento e nel Trecento, passando per il Rinascimento fino ad arrivare al Seicento.
Recatevi in piazza del Popolo, dove domina il palazzo del Capitano del Popolo. La struttura imponente con la strana torre e la bella scala che porta al salone d’ingresso. Oggi il palazzo ospita un’area espositiva e spazi per congressi e manifestazioni. Se riuscite ad entrare, godetevi il Salone dei Quattrocento, dove si riunivano appunto i quattrocento membri che a vario titolo governavano la città.
In pieno centro storico si trova inoltre la Torre del Moro, così chiamata perché il proprietario del palazzo sottostante, avesse come nomignolo Moro. Oggi è diventato un centro culturale, ma una meta molto ambita per poter osservare il panorama. Tuttavia per farlo dovrete salire 250 scalini ripidi.
Anche Orvieto ha la sua fortezza, quella di Albornoz. Distrutta e “rivisitata” per anni, la fortezza è oggi sede dei giardini pubblici, dove poter risposare osservando la valle circostante.
In pieno centro storico si trova la Bottegha Michelangeli, dove tra piccoli capolavori d’arte potrete immergervi in un’atmosfera magica. E tornare bambini
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