
Prende il suo nome dal torrente che l’attraversa ed è riconosciuta come monumento naturale per la sua ricchezza di giacimenti paleontologici risalenti al Triassico Superiore. È la Valle Brunone, la vallata selvaggia che si trova in Valle Imagna nel comune bergamasco di Berbenno.
A pochi passi dalla località Ponte Giurino si trova questa valle che offre percorsi di trekking, panorami mozzafiato, e acque sulfuree non più attive, ma che in passato erano note per le capacità curative, come scrive nel 1876 lo scienziato Antonio Stoppani nella sua opera “Il Bel Paese”.

Ma qui, in piena Valle Imagna si trova il Monumento Naturale della Valle Brunone, un luogo che un tempo erano noto sotto il nome di Scanarola, ma che nel 1863 viene indicata come Valle Brunone.
Sono diversi i punti di accesso, il più semplice è quello che parte dal campo sportivo di Ponte Giurino. Da qui con poco più di 15 minuti di camminata è possibile arrivare alla sorgente sulfurea. Nell’intera area sono attivi altri sentieri, percorrendo i quali è possibile conoscere la valle e l’intera area.

Nel 1973 sono stati scoperti argilliti, rocce che risalgono al Triassico. Incastonati tra le rocce ci sono rettili, pesci, crostacei e insetti. Anche se l’esempio più famoso è quello di una libellula (Italophlebia gervasuttii) che conserva intatto il reticolo disegnato dalle nervature sulle ali. Tanto da diventare il simbolo del Monumento.
Per proteggere questo luogo nel 2001 è stato infatti istituito, su iniziativa del museo di Scienze Naturali di Bergamo, il monumento naturale.