
Si estendono su un’area di 40 ettari i giardini della Villa reale di Monza (QUI il post dedicato alla città di Teodolinda). Realizzati alla fine del Settecento, questi sono uno dei primi esempi di giardino “all’inglese” del settentrione italiano. Perché qui, in un luogo immerso in un’atmosfera quasi fiabesca, l’arciduca Ferdinando d’Asburgo-Este ha fatto realizzare un’area verde di grande pregio con arredi storici.
Infatti l’arciduca che, da grande appassionato di botanica sostenuto dal conte Carlo Giuseppe di Firmian, plenipotenziario per la Lombardia, ha convinto la madre e imperatrice Maria Maria Teresa d’Austria a fare della villa un luogo di rappresentanza. Parte dunque da qui la storia dei giardini e della villa reale.
Se quest’ultima è stata realizzata in tempi record, circa tre anni, i lavori dei giardini sono partiti nel 1778 per terminare nel 1783. Progettati da Giuseppe Piermarini e realizzati con l’aiuto di giardinieri inviati direttamente da Vienna, i giardini si suddividono in due parti: a est si incontra un’area fatta di viali alberati e aiuole, a nord invece si trova il giardino all’inglese.

E proprio in quest’ultima area, improntata a uno stile naturalistico in cui l’acqua ha un ruolo importantissimo, sono stati creati un ruscello, una cascata e un lago in cui emergono la statua di Nettuno e un tempio neoclassico. Qui si trovano inoltre la grotta chiamata “Antro di Polifemo” e il giardino roccioso. Nell’area sono inoltre stati realizzati una torretta, il ponte delle catene e la cascina Fornasetta.
Ma è soprattutto dalle sponde del lago che in autunno si può ammirare lo spettacolo del foliage. Qui il tempio emerge dalle fronde degli alberi che, specchiandosi sull’acqua, regalano un paesaggio magico, mentre la grotta e la statua di Nettuno sembrano voler custodire le meraviglie dei giardini.












