
Vive nella costante ricerca di un tempo passato che ormai non c’è più Crotone. La città di Pitagora e di Milone cerca infatti di rivivere i fasti e i successi di un’epoca finita e difficile da far rinascere, perché i tempi, le persone e la società sono cambiati.
Eppure la città che ha dato i natali al filosofo del famoso teorema sembra essere ossessionata dai miti dell’antichità e tenta ossessivamente di fondare le origini moderne del proprio successo sul filosofo e lo sportivo.

Ecco che per un evento sportivo dedicato alla vela la città si ricopre di decorazioni e scritte che tuttavia non riescono a nascondere la bruttezza di un water front che non esiste e di strutture in fase di distruzione. E dopo anni l’eco dell’assenza di una statua dedicata a Pitagora ricomincia a farsi spazio, come se il futuro e il presente di una città vocata al turismo possa essere traghettato verso il successo da una rappresentazione simbolica.
Eppure Crotone è una bella città di mare in cui due diversi lungomare convivono tra loro offrendo locali e pizzerie in cui passare del tempo degustando ottimi prodotti locali e cocktail spesso ricercati.
In questa cittadina, finita all’ultimo posto della classifica della qualità della vita stilata dal Sole 24 ore, si può passare del tempo al mare e in appena un’ora raggiungere l’altopiano della Sila dove poter fare escursioni.

Perché con la sua superficie di 1716 chilometri quadrati la provincia di Crotone comprende 27 comuni in cui i dialetti si susseguono fino a raggiungere virtualmente l’Albania nei territori di Pallagorio, San Nicola dell’Alto e Carfizzi, in cui la popolazione parla correntemente la lingua arbëreshe, un dialetto albanese.
E il territorio si estende fra il mar Ionio e i monti della Sila. In un susseguirsi di località turistiche balneari come Le Castella e Punta Alice, e zone montuose come Trepidò e Savelli, in cui le tipicità costiere si uniscono alla gastronomia locale fino a far nascere il rotolo alla sardella.
Mentre i territori dell’entroterra custodiscono grotte rupestri che raccontano il passato della provincia e paesi antichi avvolti nella vegetazione, come la vecchia Acerenthia.

La città di Crotone ogni anno richiama decine di turisti che qui passano gran parte delle proprie vacanze tra le spiagge cittadine dal colore dorato e la sabbia bianca delle località appena fuori dal centro abitato. Sotto un cielo che, come direbbe Rino Gaetano, “è sempre più blu”.
Un rapporto strano tra la città e il cantautore crotonese. Perché se in prima battuta i cutrunisi si sono dimenticati i versi di Gaetano, non appena la critica e il pubblico italiano ha iniziato a interessarsi delle storie e delle origini dell’uomo e del cantante, la città si è svegliata. Gli ha dedicato una statua che accoglie cittadini e turisti e un murales.
La scorsa estate l’amministrazione ha commissionato all’artista Jorit un’opera che oggi campeggia sul muro di un palazzo popolare. Sul murale di 100 metri quadrati Jorit ha disegnato Rino Getano nei cui occhi ci sono guerra e pace.
Lo street artist napoletano tornerà a Crotone per lavorare a una nuova opera che verrà realizzata nel quartiere popolare Fondo Gesù all’ingresso della città.

A Crotone i turisti possono visitare il bel centro storico e i suoi vicoli che offrono rifugio dal caldo estivo, il duomo che si apre nella piazza a pochi passi dalla via del passeggio nel periodo invernale. Duomo che nella seconda metà di maggio è il punto di partenza di un pellegrinaggio molto sentito dedicato alla Madonna di Capo Colonna.
Nella notte migliaia di fedeli percorrono la lunga strada verso il promontorio di Hera Lacinia dietro il quadro di Maria che all’alba raggiunge la piccola chiesa all’interno del parco archeologico.

Una volta a Crotone è necessario visitare il castello Carlo V che, riaperto dalla scorsa estate a seguito di un lungo periodo di chiusura dovuto alla presenza di sostanze nocive, è stato affidato all’associazione culturale Multitracce che organizza eventi, mostre e laboratori.
Il castello è stato oggetto di un progetto di riqualificazione avviato dallo studio dell’architetto Marco Dezzi Bardeschi che nel 2010 aveva vinto il bando indetto dal Comune di Crotone. Lo studio del famoso architetto ha così sistemato il pendio di via Verdogne.
Il tutto con “un intervento di ingegneria naturalistica con la rimodulazione del terreno, la realizzazione di una fascia di armatura vegetale e la rinaturalizzazione con l’impianto di specie erbacee a radicazione profonda”, come scritto nel comunicato stampa dell’amministrazione comunale. Qui si trova infatti un muro sul quale è inciso un verso di Walt Whitman.

Oggi il fossato rivive proprio grazie al progetto dello studio Dezzi Bardeschi. L’area è stata valorizzata non solo attraverso la riqualificazione dell’antico lavatoio, ma anche grazie alla creazione di un passaggio con la villa comunale in una sorta di collegamento dell’anima tra terra e acqua.
Nell calde giornate estive si può fare una sosta alla villa comunale in cui si trovano panchine letterarie e una colonnina per il book crossing realizzati dai volontari dell’associazione Io Resto. Tra un albero monumentale e una pianta ornamentale potrete fare un giro in questo regno botanico che ogni sera si accende grazie alle iniziative dell’amministrazione comunale.
Per la stagione 2023 il Comune ha infatti organizzato una rassegna ricca di eventi, come concerti musicali (Modena City Ramblers, Tiromancino), i festival ed eventi dedicati alla street food. Il 28 agosto è andata in scena la commedia scritta dal collega e amico Giacinto Carvelli “È morto il giornalismo, viva i giornalisti”.
La prima, messa in scena a luglio, è andata così bene che i colleghi hanno deciso di replicare. Il ricavato è stato in beneficenza all’associazione On the road che ogni sera fornisce pasti e bevande in giro per la città.

Nei pressi del castello si trova il museo archeologico che custodisce uno dei reperti più belli al mondo: il diadema aureo di Hera Lacinia. La struttura, aperta nel 1969 in via Risorgimento, conserva numerosi “tesori” archeologici provenienti dal vicino sito di Capo Colonna, dove si trova un parco di 50 ettari lasciato in pasto all’incuria e un museo che raccoglie in tre sezioni oggetti di uso comune dell’epoca romana, reperti trovati nei pressi del santuario e provenienti dai fondali della costa.

Se amate il verde dovete fare quattro passi nel Parco di Pitagora dove la filosofia e la matematica si sono unite per creare un universo unico in cui la natura vive in piena sintonia con 17 installazioni.
Queste, realizzate dall’architetto Giovanni Panizon in collaborazione con il matematico Daniele Gouthier, conducono i visitatori in un universo “magico”. In una sorta di caccia al tesoro grazie alla quale poter ammirare tanto il lato estetico, quanto quello didattico delle teorie di Pitagora.

La visita a Crotone non può non passare dalle numerose rosticcerie presenti (la Romana per esempio, ma anche Colorado) che offrono a prezzi molto, ma molto bassi, calzoni fritti o dalle gelaterie in centro (Blobb, La Siciliana, bar Moka, in zona lungomare consiglio Ice cream) in cui poter mangiare una buona brioches con il gelato. I celiaci potranno andare da Glutenoff dove potranno degustare dolci e pizze vista mare.
Un territorio, dunque, che offre buon cibo, cultura, divertimento e paesaggi mozzafiato. Un territorio che, martoriato dalla disoccupazione e dalla carenza di infrastrutture, sta cercando la propria rivincita. Perché Crotone non è solo la terra di Pitagora, ma è anche il territorio che più di altri ha accolto culture diverse e persone provenienti da ogni parte del Mediterraneo.
Crotone è una cittadina che, chiusa per anni nel proprio provincialismo, sta cercando di seguire una strada diversa aprendosi al mondo. E la provincia, diventata famosa per la strage di Cutro in cui nella notte tra il 25 e il 26 febbraio hanno perso la vita più di 180 migranti che viaggiavano a bordo di un caicco proveniente dalla Turchia, ha dimostrato e continua a dimostrare di essere resiliente.
La stessa resilienza emersa nel corso del lockdown quando le associazioni sono scese per strada per fornire aiuto e assistenza a chi era solo, malato e senza più un lavoro.





























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