
È fiera della sua origine operaia Glasgow, la città di origine vittoriana più grande di tutta la Scozia. Perché la città che ha fatto delle industrie il suo vero e proprio punto di forza, ha avviato diverse trasformazioni. Così dopo essersi smarcata dal passato industriale che a seguito della crisi economica ha portato disagio sociale e povertà, Glasgow si è rinnovata.
Lo dimostrano le abitazioni, la mobilità, e i servizi avviati per la rinascita della città. Per questo motivo il Global Forum on Human Settlements, evento dedicato al cambiamento climatico, ha nominato la città Global Green City. E non solo, perché l’amministrazione dal 2006 al 2020 ha ridotto le emissioni di anidride carbonica del 41% e nel 2030 intende raggiungere la “neutralità carbonica”. Un passo, quello verso la sostenibilità, che ha inoltre coinvolto il fiume Clyde. Sì, perché il canale cittadino un tempo utilizzato come punto di partenza per la produzione industriale, oggi è la sede di un impianto di teleriscaldamento, che serve per abbattere i costi del riscaldamento e l’impatto ambientale.

La sostenibilità di Glasgow passa inoltre dalle case, visto che le vecchie abitazioni operaie, che oggi presentano diversi problemi strutturali che incidono sull’impatto ambientale, sono oggetto di processi di riqualificazione. Il merito è di studi di architettura che, percependo fondi pubblici, hanno deciso di avviare progetti molto simili al “Superbonus 110%” italiano, grazie ai quali intendono rendere gli edifici più sostenibili ed efficienti dal punto di vista energetico.
Quando si parla di sostenibilità non si può non far riferimento alla mobilità, tema caro alla città scozzese visto che l’amministrazione ha trasformato il deposito di autobus cittadino nel centro di ricarica per veicoli elettrici più grande di tutto il Regno Unito; in città inoltre girano autobus elettrici e la stessa amministrazione ha approvato il progetto per la costruzione di 250 chilometri di piste ciclabili.

Tuttavia il passato della città è legato indissolubilmente al mondo industriale e imprenditoriale, perché qui nella città più popolosa della Scozia sono sorte decine di industrie e con loro i quartieri operai. Come Calton, ricco di ciminiere fumanti e alloggi in mattone rosso per gli operai e le loro famiglie. Nonostante la zona non fosse ricca e lussuosa, il lavoro qui non è mai mancato. Ma è l’East End a regalare enormi spazi per la costruzione dei quartieri operai Parkhead, Bridgeton e Calton, si quali si è poi aggiunto Dalmarnock. Aree che, con l’avvento della crisi economica, sono state scosse da disagio e violenza, visto che nei quartieri alla fine degli anni Venti sono nate gang.
Nel Novecento, dopo la prima guerra mondiale e la grande depressione è iniziata una crisi economica dal grave costo sociale, crisi che si è protratta fino alla Seconda guerra mondiale, quando diversi paesi europei hanno avviato lo sviluppo dell’industria navale.

Così mentre il boom economico ha iniziato ad “abbracciare” diversi stati dell’Europa, a Glasgow tra gli anni ’60 e ’80 disoccupazione e diseguaglianze sociali hanno cominciato a farsi spazio. È proprio in questo lasso di tempo che cattive politiche abitative hanno portato alla creazione di aree povere e degradate caratterizzate da una bassissima aspettativa di vita e abuso di alcolici e sostanze stupefacenti. Questi elementi hanno fatto di Glasgow la città più malata del vecchio continente. Non a caso con l’avvento del nuovo millennio Glasgow è ricordata come “il malato d’Europa”, una descrizione pertinente raccontata nel film Trainspotting, che essendo girato a Glasgow è stato ambientato a Edimburgo.
In un articolo del 2012 è il quartiere di Calton a guadagnare il primato di area più malata d’Europa. Il giornale olandese Trouw ha infatti raccontato la situazione del vecchio quartiere operaio della città che da prosperoso è diventato povero e ricco di disagio sociale, spesso veicolato dall’abuso di alcol, droga, fumo e da un’alimentazione poco sana.

Il Glasgow Centre for Population Health, inoltre, nel 2010 ha effettuato uno studio, secondo cui il profilo di degrado delle periferie di Glasgow, Liverpool e Manchester, tutte tre grandi città che hanno attraversato tre decenni di grande crisi, sono pressoché identiche, ma la probabilità di morire prima di 65 anni è più alta del 30% a Glasgow. Tra le principali cause di morte sono annoverate le grandi malattie del secolo: infarto, ictus e tumori, ma anche abuso di droghe, alcool e suicidi.
Nel 2012 l’Economist riprende i dati dell’agenzia e racconta Glasgow come una città malata, forse la più malata d’Europa, visto che il tasso di mortalità registrato è il più alto tra le città della Gran Bretagna. Tasso alto, altissimo anche nei quartieri più ricchi, in cui supera il 15% rispetto alle aree ricche di altre città. Ma la concentrazione di mortalità si impenna nelle aree più depresse, dove tra il 2003 e il 2007, i morti sono stati 4.500. I motivi? Le gravi condizioni di salute, dovute soprattutto alla povertà.
Oggi Glasgow è una città meno malata in cui le condizioni e le abitudini di vista sono cambiate. Anche grazie alla ripresa economica che a catena ha provocato l’avvio di veri e propri cambiamenti.
Negli anni Ottanta, l’economia di Glasgow ricomincia a crescere lentamente, faticosamente e con qualche interruzione, tra cui la crisi economica del 2008. Negli anni Novanta e più precisamente nel 1990 Glasgow viene nominata Capitale europea della cultura, mentre il 2003 è l’anno della consacrazione della città come Capitale dello sport. In questa occasione il porto e i moli vengono trasformati in appartamenti di lusso lungo il fiume, in uffici moderni dal design interessante così d a richiamare turisti e appassionati di architettura.
Nel 1998 il porto, simbolo della produzione industriale, ospita il Glasgow Garden Festival, un evento pubblico grazie al quale l’area è diventata un gigantesco parco giochi, con montagne russe e giostre per bambini, attirando più di 4 milioni di persone.
Oggi Glasgow è una città che si è reinventata, è diventata patria della sostenibilità, dell’arte contemporanea e della vita notturna grazie ai pub, i ristoranti e i locali che accompagnano il panorama musicale della città. La città più popolosa e grande della Scozia tuttavia non riesce a creare connessioni con i turisti che qui vengono solo di passaggio e solo per visitare i numerosi musei. Tuttavia, una volta conosciuta la storia e il passato di Glasgow si osserva la città con occhi diversi.

Il centro di Glasgow è un mix di architetture, qui si trovano edifici di epoca vittoriana e palazzi di nuova generazione. Il cuore pulsante della città è George Square, piazza di origine ottocentesca con le sue statue che raffigurano le personalità più famose, che ospita l’imponente palazzo delle City Chambers. Questo occupa un intero lato della piazza, mentre mostra i fregi delle quattro nazioni del Regno Unito: Inghilterra, Irlanda, Scozia e Galles collocati ai piedi della Regina.
A pochi passi dalla piazza si trova Merchant City, la zona dei caffè alla moda e delle vie dello shopping. Si tratta di un vero e proprio reticolo di strade che nel ‘700 era luogo di abitazioni e magazzini: oggi, dopo un’attenta opera di riqualificazione urbanistica, è diventato un micro quartiere dall’atmosfera raffinata ed elegante.

Sulla collina di Glasgow si trova la cattedrale di San Mungo grande esempio di architettura gotica. La struttura, che si trova dietro al cimitero vittoriano chiamato anche Necropoli, è fatta di pietre nere, vetrate moderne e colorate. Dalla collina si gode la vista sulla città e si scorge immediatamente la torre dell’Unviersità.
Glasgow è anche patria di Musei e gallerie d’arte. Qui si trovano infatti diversi spazi espositivi, come il Kelvingrove Art Gallery and Museum. Costruito in occasione dell’Esposizione universale del 1888 il museo è un castello in mattoni rossi che ospita una collezione imponente di arte contemporanea.
È invece un centro di design e architettura The Lighthouse. Nel corso degli anni, il museo dei cittadini di Glasgow è diventato una vera e propria istituzione chiamata a cogliere l’arguzia, l’estro, l’eccentricità e il carattere industrioso della città.
Tuttavia Glasgow ospita diversi spazi, l’Hunterian Museum che ospita la Burrell Collection, una ricca collezione di oggetti d’arte.
Di grande pregio è anche la Galleria di Arte Moderna (GoMA), un centro artistico e culturale che celebra artisti provenienti dalla Scozia e da tutto il mondo. Le mostre, disposte su tre piani, “raccontano” gran parte delle forme artistiche, dalla fotografia e dalla scultura alla stampa e alla pittura.




















