Alla scoperta del Lago delle Fate

Incastonato tra la Valle Quarazza e Valla Anzasca c’è il suggestivo Lago delle Fate. Nato a seguito della costruzione di una diga, il lago si trova a Macugnaga, nota località sciistica in provincia di Verbano – Cusio – Ossola. L’invaso, con il passare del tempo, è diventato una meta ambita per le famiglie che qui vi possono passare una giornata di pieno relax grazie all’atmosfera tranquilla e alla presenza di due ristoranti che offrono pietanze di stagione in un ambiente confortevole.

Il lago è stato creato ex novo dall’uomo e dalle imprese che agli inizi del Novecento hanno sbarrato il torrente Quarazza per avviare la produzione di energia elettrica da utilizzare per le miniere costruite sui monti. Munitevi quindi di scarpe da trekking, di una macchina fotografica e di abiti caldi specialmente se intendete visitare la valle in autunno e inverno.

Il percorso inizia a Macugnaga e più precisamente a Isella. Non prima però di aver fatto una tappa alla miniera d’oro della Guia. Situata in località Fornarelli, poco distante dalla Casa Museo Walser, la Miniera d’oro è stata la prima struttura a riaprire in Italia esclusivamente per scopo culturale.  Attiva per oltre duecento anni, dal 1710 al 1961, la miniera impiegava il mulinetto di amalgama a mercurio reso attivo dalla spinta dell’acqua per separare l’oro dai materiali sterili. La miniera, che ha raggiunto il picco massimo di produzione nel periodo bellico a cavallo tra le due Guerre Mondiali, è stata chiusa nel 1961 per crisi produttive.

In località Fornelli si trova un sentiero a gradoni che porta al bosco e quindi al lago delle Fate.  Costeggiate la larga mulattiera ed entrate nella vallata su cui padroneggia il Monte Rosa, ma una volta arrivati all’imbocco della vallata procedete fino a  “Crocette” o anche nota come “La città morta”. Si tratta di un vecchio villaggio di minatori che oggi è un paese fantasma.

I primi dati relativi allo sfruttamento minerario autorizzato delle Regioni Valletta (quota 2000 m s.l.m.) e Quarazzola di Sopra (quota 2300 m s.l.m.) risalgono al 1898, dopo un periodo di oltre cento anni di sfruttamento abusivo con progressivo ampliamento delle gallerie. Ma gli interventi più significativi per lo sfruttamento intensivo a scala industriale delle miniere della Val Quarazza si sono sviluppati nel 1936, quando la concessione mineraria “Quarazzola e Moriana” fa capo alla Società Anonima Mineraria Elettrica Chimica (SAMEC).

Per la miniera sono stati costruiti un impianto idroelettrico, un’officina meccanica, una polveriera, la strada carrozzabile di 4 chilometri dalla Frazione Borca di Macugnaga alla Località Crocette in Val Quarazza, un ponte sul Torrente Quarazza, una linea per il vettoriamento dell’energia elettrica ad alta tensione da Crocette (1400 metri) a Quarazzola (2200 metri), una cabina elettrica a Quarazzola, un impianto di collegamento telefonico, e l’impianto di lavorazione del minerale aurifero di Crocette (costituito da impianto di frantumazione e laveria), le strutture a servizio dello stesso (laboratorio chimico, magazzini, alloggi, alcune baracche) e la linea teleferica in due tratte che consentiva il trasporto del minerale aurifero estratto in quota sul versante in sponda destra del Torrente Quarazza sino alla Località Crocette.

Nel dopoguerra le esigenze di mercato portarono alla cessazione dell’attività estrattiva, finché l’8 maggio 1953 la concessione SAMEC è terminata. Il complesso della “Città Morta”, costituito dai ruderi dell’impianto industriale in cui avveniva la lavorazione del minerale aurifero e dagli edifici a servizio dello stesso (di cui uno recuperato), ancora oggi caratterizza e da un connotato particolare all’area di Crocette. Sono ben distinguibili nei ruderi dell’impianto le vasche di flottazionecianurazione, la laveria, la sommità del complesso in cui era posizionata la stazione di arrivo della teleferica, ai quali si è aggiunta nel 1983 la struttura in cemento armato realizzata alla base dei resti dell’impianto – il cosiddetto “sarcofago” – in cui sono ancora stoccati i residui di lavorazione prima depositati a cielo aperto.

Dopo aver esplorato il sito, e se non siete ancora stanchi, potete proseguire e decidere di avventurarvi lungo diversi sentieri. Potete andare a destra, inerpicandovi fra i boschi di larici e fra i cespugli di mirtilli per poi scoprire un piccolo torrente, che scende dalla montagna. Seguendo le pozze e cascatelle  arriverete all’Alpe La Pissa. Qui potrete ammirare la cascata a strapiombo della Pissa.

Regione: Piemonte

Provincia: Verbano  – Cusio – Ossola

Partenza: Isella, 1100 m.

Arrivo: Crocette, 1300 m

Dislivello totale in salita: 308 metri

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