
È soprannominata la “Leonessa d’Italia” Brescia. La capitale della cultura 2023 (insieme a Bergamo) ha guadagnato il soprannome grazie alla sua storia millenaria costellata di vicende legate a lotte di resistenza. Come le 10 giornate di Brescia, durante le quali la popolazione si è ribellata alla dominazione austriaca. Dal 23 marzo al primo aprile del 1849 i bresciani hanno opposto resistenza all’esercito austriaco, finendo tuttavia sconfitti. Per la fierezza dimostrata la città ha ricevuto la medaglia d’oro come “benemerita del Risorgimento nazionale” nel 1899.

L’utilizzo dell’appellativo “leonessa d’Italia” appare per la prima volta nel 1857 in uno scritto di Aleardo Aleardi dal titolo Canti Patrii, ma è Giosuè Carducci a riutilizzare il soprannome e renderlo famoso e popolare. Nella poesia del 1877 “Alla Vittoria”, il poeta, che si è ispirato al componimento di Aleardi, scrive infatti: “Lieta del fato Brescia raccolsemi, Brescia la forte, Brescia la ferrea, Brescia leonessa d’Italia beverata nel sangue nemico”.

La città, le cui origini risalgono a più di 3.200 anni fa, ospita un importante patrimonio artistico e architettonico, tanto che i monumenti d’epoca romana e longobarda sono stati dichiarati patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco.
Cultura che a Brescia si respira da secoli e che le ha permesso di essere nominata Capitale italiana della Cultura 2023. Il 16 luglio 2020 il Ministero della cultura ha infatti deciso di nominare le due città, che più di altre hanno pagato in termini di morte l’epidemia di Covid-19, capitali della cultura.

Il progetto è incentrato sul tema della “città illuminata”, un’ espressione che, come scritto sul sito del Ministero “vuole racchiudere diversi significati, quali la tolleranza, la creatività, lo sviluppo della ricerca e delle tecnologie scientifiche, ma anche rappresentare il simbolo di città-faro, punto di riferimento e di leadership”. Le aree su cui si svilupperanno progetto ed eventi sono quattro: la cultura come cura, la città natura, la città dei tesori nascosti, la città che inventa.
La cittadina, che risulta molto attiva nei settori della manifattura, dell’industria metalmeccanica, tessile, chimica e alimentare, è inoltre ricordata per la Mille Miglia, la celebre corsa d’auto d’epoca, e per la produzione del Franciacorta.

Il cuore pulsante di Brescia è senza ombra di dubbio piazza della Loggia. Luogo simbolo del rinascimento bresciano e della dominazione veneta su Brescia, l’area è stata “teatro” di un attentato terroristico di matrice neofascista. Il 28 maggio 1974 nel corso di una manifestazione antifascista di sindacati e lavoratori una bomba nascosta in un cestino portarifiuti, è esplosa provocando la morte di otto persone e il ferimento di altre 102.
La piazza, progettata ed edificata nel Quattrocento, ha una forma rettangolare delimitata da edifici storici, tra cui il palazzo della Loggia, sede della giunta comunale di Brescia, i due monti di Pietà vecchio e nuovo, i portici rinascimentali e la torre con l’orologio astronomico. Nell’area si trovano inoltre il monumento alla Bella Italia, donato alla città da Vittorio Emanuele II a ricordo delle Dieci giornate di Brescia, e porta Bruciata, porta di accesso alla cerchia muraria di età romana. La piazza ospita inoltre diversi concerti del Brescia Summer Music.

Nel corso della visita a Brescia non si può dimenticare l’area archeologica che nel 2011 è diventata Patrimonio mondiale dell’umanità. Il sito comprende l’area archeologica con Piazza del Foro, il Capitolium, il Santuario repubblicano, l’antico teatro, la Basilica romana e il complesso monumentale di San Salvatore – Santa Giulia.
Ma è proprio il complesso di San Salvatore e Santa a Giulia a offrire un’impagabile esperienza culturale. Il merito è del grande patrimonio artistico e culturale che il complesso ospita. Il museo di Santa Giulia è infatti il museo con la M maiuscola di Brescia. Qui si trovano la Croce di Desiderio del IX secolo, una delle più belle opere di oreficeria del mondo, gli affreschi del Coro delle Monache, i resti delle antiche Domus romane e gli interni della Basilica di San Salvatore.




A pochi passi dall’area che ospita i beni della Brixia romana si trova inoltre la fortezza di Brescia. Edificato tra il 1300 e il 1500 sul colle Cidneo, il castello ospita il primo osservatorio astronomico pubblico d’Italia, ed è la meta prediletta dei bresciani per fare passeggiate rilassanti in mezzo al verde.
Piazza Paolo VI è invece conosciuta come piazza duomo, dal momento che qui si trovano gli edifici simbolo del potere religioso della città in epoca medievale. A pochi passi di distanza si trovano infatti il Broletto, sede della prefettura e di uffici comunali, la torre del Pegol, il duomo vecchio che con la sua pianta circolare rappresenta un tipico esempio di architettura romanica. Il Duomo nuovo, che si trova invece al centro della piazza, è stato edificato nel 1604 e poi completato due secoli dopo.

È invece spazio ideale per una passeggiata rilassante piazza Vittoria. L’area, nata come simbolo architettonico e urbanistico del ventennio fascista, ha una forma a L. Qui si affacciano il Palazzo delle Poste, uno dei primi grattacieli d’Italia, due portici con attività commerciali e diversi locali. Nel quadriportico è stata inoltre posizionata l’opera “Il peso del tempo sospeso” di Stefano Bombardieri, che si ispira a una sequenza del film “E la nave va” di Federico Fellini. L’installazione che raffigura un gigante rinoceronte sospeso “è l’ultimo atto di una riqualificazione articolata e profonda, operata al centro di uno degli scorci monumentali di Brescia e fondata sulla collaborazione tra pubblico e privato”, commenta il Comune.

Brescia convive da anni con interventi di arte contemporanea, come testimoniano tutte le opere e le installazioni all’interno della linea della metropolitana. Il progetto, che si chiama Subbrixia, porta l’arte contemporanea nelle stazioni della metropolitana, qui si possono ammirare “Gothic Minerva” (di Patrick Tuttofuoco, 2016, Stazione San Faustino), “Brixia” (di Marcello Maloberti, 2015, Stazione FS) e ultimo in ordine di tempo “Mind the gap“, la nuova creazione di Nathalie Du Pasquier nella stazione Vittoria.
La stazione ferroviaria ospita “Incancellabile Vittoria“, il personale omaggio alla Vittoria Alata di Emilio Isgrò che ha usato 205 pannelli di fibrocemento fresati su una superficie di 200 metri quadrati.



















